L'ho visto.
Come sempre la trasposizione cinematografica di un romanzo lascia in qualche modo l'amaro in bocca.
Il film non è fatto male, certe scene corrispondono esattamente al testo letterario, ma alcune scelte non le ho condivise in pieno come ad esempio l'omissione completa del personaggio dell'amico Danilo (col suo progetto di svaligiare un bancomat ed il dramma della figlia tragicamente scomoarsa) che insieme a Rino Zena e a Quattroformaggi costituivano una sorta di famiglia sui generis. Così come minimizzato è stato il personaggio dell'assistente sociale (che non mi ero certo immaginato con l'espressione comica di De Luigi
)con tutto il corollario di problematiche e paranoie che lo tormentano. Scarsa rilevanza è data anche all'aspetto psicologico e alle implicazioni sociali delle vite dei personaggi. Certe cose, se non avessi letto il libro, non mi sarebbero state chiare
(e ne ho avuto conferma da alcuni amici che erano con me che non conoscevano il romanzo) ad esempio: non è centrata l'attenzione sulle continue emicranie di Rino, indi, non si capisce per quale motivo, sul più bello, nel bosco, stramazzi al suolo (lo dico tanto, oramai, è stato svelato un pò tutto dal simpaticone su
),non si capisce perchè, contro ogni logica (e legge), l'assistente sociale si trasferisca a casa del ragazzo rimasto solo, poi, non si comprende perchè la ragazza tagli per il bosco a tarda ...tutte cose queste abbondantemente trattate nel libro.
Mi rendo conto che ,visti i tempi ridotti di una pellicola cinematografica, dei tagli erano necessari ma le scelte di Salvadores non mi hanno convinta pienamente.