Carofiglio vs Ostuni

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nausikiara
00giovedì 27 settembre 2012 15:37
Che ne pensa il Prof. Prisco?
Come molti di voi sapranno, Carofiglio, noto scrittore, magistrato ed attualmente senatore per il PD, ha denunciato Ostuni con tanto di richiesta di risarcimento danni di 50 mila euro. Il motivo? Ostuni, editor del secondo romanzo finalista Premio Strega, si è così espresso sull'ultimo libro di Carofiglio (terzo finalista Premio Strega):"un libro letterariamente inesistente, scritto con i piedi da uno scribacchino mestierante, senza un'idea, senza un'ombra di responsabilità dello stile, per dirla con Barthes". Si è tenuto un flash mob di intellettuali in difesa della libertà di espressione e di Vincenzo Ostuni davanti al commissariato di Piazza del Collegio Romano a Roma.

Cosa ne pensate?Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensa il Prof. Prisco, poichè fu durante una sua lezione che mi appassionai e quindi lessi molti libri di Carofiglio.

(pollastro)
00giovedì 27 settembre 2012 19:22
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Eccomi, Nausikiara. E' vero, fui io ad invitare Carofiglio in facoltà (tu ti sei appassionata, grazie. Altri tuoi colleghi pensano invece che a Giurisprudenza si deve insegnare e apprendere solo tecnica. Io sono con te, non con loro: la tecnica senza cultura è cieca). Detto questo, al posto di Carofiglio non avrei citato in giudizio civile il mio avversario, perché il Tribunale non è il luogo più opportuno per dare giudizi estetici e perché è difficile dimostrare il danneggiamento a seguito delle frasi altrui (si veda più sotto). Agli inizi del Novecento, Marco Praga, presidente della Società Autori ed Editori, querelò Eduardo Scapetta, che aveva parodiato D'Annunzio con "Il figlio di Jorio" e il Vate si costituì parte civile nel giudizio per plagio e contraffazione. Croce, che con Arcoleo ctu di Scarpetta, proprio questo disse: il Tribunale è incompetente in materia di estetica. Entrambi difesero il loro cliente (che vinse) in punto di principio: non vi poteva essere plagio, né contraffazione, perché la parodia non si confonde mai con l'originale, né lo danneggia, ma "volta il cannocchiale", come disse l'avvocato Fioravante, difensore di Scapetta: rimpicciolisce l'oggetto parodiato.
Il rapporto era però tra due opere teatrali, reciporocamente inconfondibili. Veniamo però al merito dell'episodio attuale. Ostuni aveva scritto letteralmente su Facebook: "Un libro letterariamente inesistente, scritto con i piedi da uno scrittore inesistente, senza un'idea, senza un'ombra di 'responsabilità dello stile', per dirla con Roland Barthes".
E' una stroncatura critica, per quanto forte, un lecito e anzi protetto esercizio di libertà di manifestazione del pensiero, questo? No. A me sembra non un giudizio negativo argomentato, ma solo un volgare insulto. Allo stesso modo, se è vero che ammazzare diplomatici USA per un pessimo film su Maometto è improponibile (che cosa c'entrano lo Stato e i suoi diplomatici coi privati, come regista, sceneggiatore e attori di un film?) e se la violenza è sempre barbara e va condannata senza remissione, non c'è nessun bisogno che chi crede nel Dio cristiano, o sia agnostico, o ateo, insulti volgarmente i musulmani. Internet è uno strumento velocissimo e perciò non aiuta a riflettere, prima di mandare cazzate in giro, ma c'è una bella differenza tra manifestare un pensiero ed insultare (lo dice anche la giurisprudenza della Cassazione). Al posto di Carofiglio (inopportunità per inopportunità [SM=g2725401]) avrei perciò "invitato fuori" l'avversario e gli avrei assestato un pugno ben diretto... Evvai! [SM=g51998]
nausikiara
00giovedì 27 settembre 2012 19:54
La ringrazio molto per aver risposto con la simpatia e con la passione che sa trasmettere anche durante le lezioni. Anche io penso che, nonostante Ostuni abbia utilizzato un mezzo ed un linguaggio inappropriati, tuttavia Carofiglio non doveva rispondere in questo modo. La sua scrittura risulterà comunque apprezzata al di là della critica di un editor forse invidioso. Io, personalmente, sono ancora più curiosa di leggere "Il silenzio dell'onda", ma delusa dall'autore-uomo, che forse avevo mitizzato: un uomo di legge, che più di chiunque altro avrebbe dovuto "volare alto" e farsi una bella risata. Avere "nemici" e critiche, anche se non costruttive come in questo caso ( a mio parere solo denigratorie) è sinonimo del fatto stesso di essersi messi in gioco. Per me ciò equivale ad essere anche umili, anzi, soprattutto umili. L'opera si scinde dall'autore, dal momento della pubblicazione si accetta il compromesso di essere attaccati impunemente. Quale altro mezzo migliore per difendersi se non attraverso la penna?Se fossi stata nei suoi panni avrei usato il senso dello humor tipico anche del suo personaggio "l'avvocato Guerrieri" e che può mortificare assai più di qualsiasi sentenza!!!
Ancora grazie :)!
(pollastro)
00giovedì 27 settembre 2012 20:09
Cara Nausikiara (credo Chiara, no?), ti confesso che umanamente Carofiglio mi deluse proprio già quando lo invitai a pranzo, prima dell'incontro in facoltà: un uomo ironico, ma solo se lo era lui su se stesso. Se provavo io a sfotterlo, invece, faceva subito "il magistrato", mi spiego? Ripeto: alle parole si risponde con le parole, anche se tengo in linea di principio a distinguere opinioni da insulti (e soprattutto lo dice anche la Cassazione). Proprio oggi sentivo per radio che alcuni giornali islamici hanno pubblicato vignette satiriche sull'Occidente. Ecco, così va bene, no? Quando mi incontri in facoltà, fatti riconoscere e ci prendiamo un caffé [SM=g2725292]
donnaprassede
00giovedì 27 settembre 2012 22:32
Pollà, mi dovresti fare il favore di dire al Prof. che Nausikiara non solo è una mia omonima, ma anche una mia compaesana e una delle mie più care amiche a cui mi lega un'amicizia nata negli anni '90 quando le nostre mamme chiacchieravano nel giardinetto all'uscita delle elementari e noi facevamo la gara a chi mangiasse più Kinder Bueno!!! :p

Inoltre ti prego di dire al Prof. che appena ci rivediamo, se a lui fa piacere, sarò felicissima di regalargli una copia di "Profumo di mare", racconto scritto da Nausikiara all'età di appena 17 anni e classificato tra i primi 25 al Campiello Giovani... Con dedica dell'autrice!

Ah, un'ultima cosa che non ho mai detto al Prof.: Il fidanzato di Chiara dice sempre che il Prof. Prisco è il suo mito!
Anche lui ha appena terminato di scrivere un libro, attualmente è in stampa presso una casa editrice romana, libro sul quale non le anticipo niente; stiamo cercando di organizzare alcune presentazioni nel nostro territorio nei prossimi mesi e so che l'autore sarà molto felice se lei lo leggerà!



MARTINA.SANNINO83
00giovedì 27 settembre 2012 22:41
A me Carofiglio non piace. Troppo caustico, pieno di sé, borioso fino all'inverosimile. Ma sarà un problema mio. Spesso leggo i suoi articoli su settimanali e mensili e, a dire il vero, mi urta il suo modo di relazionarsi. Certo, se fossi stata Ostuni, ci sarei andata con i piedi di piombo. Soprattutto conoscendo "il pollo".
(pollastro)
00giovedì 27 settembre 2012 22:55
Cara Donna Prassede, il professore Prisco sta organizzando gli incontri di "Diritto e Letteratura" per l'inverno, in facoltà. Figurati se non sarà felice di organizzarne uno che abbia come protagonisti Nausikiara e il suo fidanzato, coi loro scritti! Grazie della notizia [SM=g2725292]
nausikiara
00venerdì 28 settembre 2012 11:37
Come dice la mia cara amica omonima Donna Prassede, essendo sua compaesana attualmente continuo gli studi a Maratea, ma non mancherò di salutarLa qualora mi trovassi in facoltà. Per quel che concerne il mio raccontino, benchè mi abbia dato soddisfazioni, è pur sempre lo sfogo di una 18enne alle prime armi, che mi guardo bene dal pubblicizzare!!!

Con stima e simpatia,
Chiara.
giusperito
00venerdì 28 settembre 2012 11:55
nausikiara: perché non lo pubblichi su giuristi a puntate?
maximilian1983
00venerdì 28 settembre 2012 16:25
Non mi pare che Carofiglio, pur concedendo che sia stato offeso nel suo smisurato orgoglio personale, debba lagnarsene più di tanto. In letteratura queste cose succedono. Chi sa di letteratura sa pure che i giudizi tra letterati non si misurano con gli strumenti di precisione ai quali è avvezzo un giurista, ma con quelli della complessità delle passioni della vita. E ricorrere a un giudice per ottenere soddisfazione pone Carofiglio davvero nel ridicolo. Non l’ho mai amato. Né sono mai riuscito a leggere un suo libro. Li trovo scontati e noiosi. La fattura, poi, tradisce la rigidezza del giurista. A questo proposito mi meraviglia che il professor Prisco ne sia stato affascinato! Devo ritenere che abbia prevalso nel Professore la suggestione intellettuale sulla passione per la letteratura, letteratura che (mi sia concesso un riferimento biografico …) impasta tanta parte del suo DNA (quelli, professore, erano scrittori!).
Ho ripescato, a proposito, una raccolta di giudizi piuttosto astiosi tra scrittori. Mi pare che Carofiglio, che di certo non sarà annoverato tra questi, e che fra qualche decennio sarà completamente dimenticato come scrittore, non debba proprio lagnarsi!

Gustave Flaubert su George Sands: Una muccona piena di inchiostro.
Robert Louis Stevenson su Walt Whitman: È come un grosso cane a pelo lungo, che appena sciolto il guinzaglio, dissotterra tutte le spiagge del mondo e ulula alla luna.
Harold Bloom su J.K. Rowling: Come leggere Harry Potter e la pietra filosofale? Be’, intanto molto velocemente, e forse anche per arrivare alla fine. Perché leggerlo? M’immagino che se uno non si convince a leggere qualcosa di meglio, la Rowling dovrà bastare.
Vladimir Nabokov su Fëdor Dostoevskij: La mancanza di gusto di Dostoevskij, il suo monotono trattare di personaggi sofferenti di complessi pre-freudiani, il suo modo di sguazzare nelle tragiche sventure dell’umana dignità – tutto ciò è difficile da ammirare. (a questo punto mi sia concesso mandare Nabokov a quel paese!).
Virginia Woolf su Aldous Huxley: Completamente rozzo, immaturo e oppositivo.
H.G. Wells su George Bernard Shaw: Un bambino idiota che strilla in ospedale.
Joseph Conrad su D.H. Lawrence: Sozzura. Nient’altro che oscenità.
Lord Byron su John Keats: Ecco qui la poesia di Keats piscia-a-letto, e tre romanzi da iddio sa chi… Non più Keats, vi supplico: scorticatelo vivo; se qualcuno fra voi non è disposto a farlo, lo dovrò fare io in persona: non c’è posto per quelle schifezze idiote nel genere umano.
Dylan Thomas su Rudyard Kipling: Il Signor Kipling… rappresenta tutto ciò che in questo mondo canceroso vorrei fosse diverso.
Ralph Waldo Emerson su Jane Austen: romanzi della Signorina Austen… mi appaiono volgari nel tono, sterili nell’invenzione artistica, imprigionati nelle noiose convenzioni della società inglese, senza genio, intelligenza, o conoscenza del mondo. Mai la vita è stata così costretta e angusta. Il problema principale è la mente dello scrittore è… la sua propensione al matrimonio.
Ernest Hemingway su William Faulkner: Povero Faulkner. Davvero crede che i paroloni suscitino forti emozioni?
Gore Vidal su Truman Capote: È in tutto è per tutto una casalinga del Kansas, pregiudizi compresi.
Oscar Wilde su Alexander Pope: Ci sono due modi per disprezzare la poesia: uno è disprezzarla, l’altro è leggere Pope.
Henry James su Edgar Allan Poe: Provare entusiasmo per Poe è segno di uno stadio di pensiero decisamente primitivo.
Truman Capote su Jack Kerouac: Quello non è scrivere, è battere a macchina.
Elizabeth Bishop su J.D. Salinger: L’ho odiato [Il giovane Holden]. Mi ci sono voluti giorni per leggerlo, una pagina alla volta, con cautela, imbarazzandomi per lui a ogni frase ridicola. Come hanno potuto permetterglielo?
D.H. Lawrence su Herman Melville: Nessuno riesce a essere più buffonesco, sgraziato e sentenziosamente di cattivo gusto come Herman Melville, persino in un grande libro come Moby Dick… Uno sforzo immane. Ma c’è qualcosa di finto. Ed è Melville. Oh Dio, quando il solenne asino raglia, raglia raglia!
W.H. Auden su Robert Browning: Non credo che Robert Browing fosse molto bravo a letto. È probabile che la moglie non lo amasse poi tanto. Russava e aveva delle fantasie sulle dodicenni.
Evelyn Waugh su Marcel Proust: Sto leggendo Proust per la prima volta. Roba davvero scadente. Penso avesse qualche disordine mentale.
Mark Twain su Jane Austen: Non ci guadagno nulla a stroncare libri, e non lo faccio a meno che non li odii. Spesso ho provato a scrivere di Jane Austen, ma i suoi libri mi fanno diventare matto a tal punto che non riesco a nascondere la mia furia al lettore; perciò devo fermarmi ogni volta che comincio. Tutte le volte che leggo Orgoglio e Pregiudizio mi viene voglia di disseppellirla e colpirla sul cranio con la sua stessa tibia.
Virginia Woolf su James Joyce: L’Ulisse è] l’opera di un nauseabondo studente universitario che si schiaccia i brufoli.
William Faulkner su Mark Twain: Uno scribacchino che in Europa non sarebbe stato considerato nemmeno di quart’ordine, e che ha agghindato qualche vecchio schema letterario di provato successo con la giusta dose di regionalismo per affascinare i superficiali e i pigri.
D.H. Lawrence su James Joyce: Dio mio, che olla podrida (piatto spagnolo di poco conto) è James Joyce! Nient’altro che avanzi, torsoli di citazioni bibliche, e tutto il resto cotto nel brodo di una deliberata, giornalistica lascivia.

nausikiara
00venerdì 28 settembre 2012 17:02
X giusperito:
Il fatto è che possiedo copie cartacee ma non file. Però se può incuriosire, perchè no!Ho voglia di critiche pesanti :)

X Maxmilian 1983:
Grazie per gli esempi numerosi che fanno sorridere e riflettere. Che libri hai letto di Carofiglio?Personalmente ne ho letti 6 e senz'altro la saga sull'Avvocato Guerrieri può risultare scontata come tutti i prolungamenti forzati nelle storie. Lo leggo perchè mi trovo in parte vicina a quel personaggio che è completamente a disagio nel mondo del diritto, un uomo senza regole e metodo, che ha frequentato quella facoltà senza passione e interesse.Mi piace molto che non si prenda mai sul serio (intendiamoci, parlo sempre del protagonista dei libri). Ovviamente è forte il contorno, cioè la cultura giuridica dell'autore, che non poteva mancare e che lo rende credibile. Ritengo che bisogna essere sempre vicini a ciò di cui si scrive per poterlo fare degnamente, anche nel campo letterario.
Detto questo, non voglio sindacare i sacrosanti gusti :) Il mio intento era capire se Carofiglio, a parer vostro, sia stato leso in qualche modo e quindi si sia difeso giustamente o meno.
maximilian1983
00venerdì 28 settembre 2012 17:56
Re:
nausikiara, 28/09/2012 17.02:

X giusperito:
Il fatto è che possiedo copie cartacee ma non file. Però se può incuriosire, perchè no!Ho voglia di critiche pesanti :)

X Maxmilian 1983:
Grazie per gli esempi numerosi che fanno sorridere e riflettere. Che libri hai letto di Carofiglio?Personalmente ne ho letti 6 e senz'altro la saga sull'Avvocato Guerrieri può risultare scontata come tutti i prolungamenti forzati nelle storie. Lo leggo perchè mi trovo in parte vicina a quel personaggio che è completamente a disagio nel mondo del diritto, un uomo senza regole e metodo, che ha frequentato quella facoltà senza passione e interesse.Mi piace molto che non si prenda mai sul serio (intendiamoci, parlo sempre del protagonista dei libri). Ovviamente è forte il contorno, cioè la cultura giuridica dell'autore, che non poteva mancare e che lo rende credibile. Ritengo che bisogna essere sempre vicini a ciò di cui si scrive per poterlo fare degnamente, anche nel campo letterario.
Detto questo, non voglio sindacare i sacrosanti gusti :) Il mio intento era capire se Carofiglio, a parer vostro, sia stato leso in qualche modo e quindi si sia difeso giustamente o meno.




Come ti ho detto non sono riuscito a leggerlo più di tanto. E' terribilmente noioso. Ho applicato la buona teoria della libertà di non continuare a leggere una cosa se non ti aggrada!
Quanto alla difesa, come ho detto, Carofiglio si è comportato da tignoso giurista (o meglio magistrato, perchè il giurista può avere diverse vocazioni!) in un mondo, come quello della letteratura, dove le parole evocano tutto il possibile. Sono due ambiti "semantici" diversi e forse inconciliabili. Ha interpretato da giurista e ha risposto con la querela. Se avesse interpretato da letterato avrebbe risolto la questione con una bella parolaccia!
maximilian1983
00venerdì 28 settembre 2012 17:57
Naturalmente aspetto, come tutti, di leggere quanto prima qualcosa di tuo!
(pollastro)
00venerdì 28 settembre 2012 23:59
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro Maximilian e cari tutti, ponete questioni enormi. Ero oggi ad un seminario alla Corte Costituzionale sulla laicità e ho parlato in particolare di multiculturalismo e diritti, ma anche di Carofiglio. Nessun dubbio, la chiave del multiculturalismo (per me) è nell'art.2 della Costituzione: un padre può (deve) educare ad esempio la figlia alla religione di famiglia, se è islamico, ma non ammazzarla di botte, se vuole vestire all'occidentale. Diritti delle comunità intermedie, dunque, ma anche diritti dei singoli entro di esse (vi può essere conflitto tra i due piani e doveri di integrazione). Ma non c'è alcun bisogno di insultare gli islamici, se si è cristiani, agnostici, atei o di altra fede. Un giudizio critico e un insulto sono ontologicamente diversi. Un insulto è un rutto, non può essere protetto dall'articolo 21 o dall'art. 33. Se no. assolviamo anche i cori che allo stadio urlano "Devi morire" all'avversario. Di Carofiglio mi piace la scrittura, non l'uomo, borioso e supponente. Ma non ho alcun diritto di dirglielo, chi sono per farlo? E l'uomo, non il libro, è stato obiettivamente insultato. Non si parlava del libro, che può (ci mancherebbe altro) anche dispiacere del tutto, ma si diceva "romanzo inesistente...scribacchino...". E che diamine! D'accordo, l'invidia tra scrittori e non solo (anche tra professori, ad esempio) è diffusa dall'età della scrittura in poi, ma stroncare argomentatamente un'opera non è equivalente a vomitare su di lui disprezzo personale. E Internet non aiuta: si scrive e si invia prima di pensare, o almeno di raffinare il pensiero e di moderare la sua espressione esterna (guardate che la continenza formale e la correttezza delle fonti sono imposte dalla Cassazione). Perciò, tornando agli Islamici: la violenza va stroncata sul nascere, prendersela con un diplomatico (ammazzandolo) è indicativo dell'indistizione di piani della loro cultura tra privato e pubblico, tra ciò che attiene al "commercio delle opinioni" e ciò che attiene alle istituzioni, ma a nessuno è lecito insultare loro (e nessun altro) gratuitamente. Chi lo fa, paga. O si scusa. Non dò mai dell'imbecille io stesso a uno studente (anche se più di una volta lo penso), ma - quando mi è accaduto di perdere le staffe - mi sono scusato. Non avrei nemmeno dovuto trascendere, in effetti, ma a mente fredda so riconoscere - credo - se ho sbagliato. Non lo dico per lo scrittore (che è potente e invidiato e la cui azione civile è sbagliata, perché il danno non può essere provato; anzi, la questione attizzerà la curiosità e farà vendere pù copie del romanzo), ma per tutti: se dobbiamo convivere in un mondo complesso, impariamo a distinguere critiche legittime modi di esternarle dai meri insulti. Vilipedio e incriminazione delle ingiurie restano - giustamente - reati. E le ingiurie, poi, anche manifestazione di ignoranza per le figure retoriche: se le si conoscesse di più (l'ironia e la litote, ad esempio) non ci sarebbe alcun bisogno di ricorrervi

(pollastro)
00sabato 29 settembre 2012 00:07
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro Maximilian, la leggo ora con più attenzione. Grazie di cuore del ricordo (dissimulato e perciò non colto immediatamente) di mio zio Michele Prisco. Sì, quelli erano scrittori, concordo. Ma anche Liala (se oggi vivesse ancora) avrebbe diritto ai suoi lettori. E comunque fu proprio mio zio a insegnarmi che per dare del fesso a uno si può dire di lui "Quello non è certo un'aquila!" (litote, appunto). O, con l'immortale Totò: "Lei è un cretino, si informi!" :-)
maximilian1983
00sabato 29 settembre 2012 15:18
Re:
(pollastro), 29/09/2012 00.07:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro Maximilian, la leggo ora con più attenzione. Grazie di cuore del ricordo (dissimulato e perciò non colto immediatamente) di mio zio Michele Prisco. Sì, quelli erano scrittori, concordo. Ma anche Liala (se oggi vivesse ancora) avrebbe diritto ai suoi lettori. E comunque fu proprio mio zio a insegnarmi che per dare del fesso a uno si può dire di lui "Quello non è certo un'aquila!" (litote, appunto). O, con l'immortale Totò: "Lei è un cretino, si informi!" :-)




Caro Professore, mi fa piacere che abbia gradito il riferimento a Michele Prisco. Temevo che non fosse opportuno, in questa sede, un accenno ad un aspetto personale. Da tempo sospettavo la parentela. Ho avuto l'onore e la fortuna (sono un po' più vecchietto dei colleghi che frequentano questo sito... tuttavia non del tutto scioperato...)di incontrare Michele Prisco. Grazie ad un mio caro amico che lo conosceva bene riuscimmo ad averlo nella nostr cittadina per la presentazione di un suo romanzo, Il Pellicano di pietra. Ricordo benissimo la sua viva commozione (altro che boria alla Carofiglio!) nel passare dalla descrizione dei personaggi che animano quel suo romanzo al raccontarci la difficile esperienza della figliola, allora insegnante nel quartiere degradato del Mercato: si leggeva in quella commozione una vera disperazione per le sorti della nostra città, nonostante allora si vivesse nel pieno ottimismo del rinascimento napoletano! Era una disperazione per un evidente disastro "antropologico"! A dimostrazione che i veri uomini di cultura sanno vedere molto più in là! Difatti, a proposito della connotazione di quei suoi personaggi, anche di ottima introspezione psicologica, non si può vedere in essi, piccolo borghesi per cultura, medio borghesi per posizione economica, la "premonizione" del degrado che vede Lei, oggi, nel rapporto con gli allievi? Non sono forse, questi allievi di oggi, i figli di quei personaggi, descritti da suo zio, devastati dalla loro ansia di avere?
(pollastro)
00sabato 29 settembre 2012 18:52
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Non avevo mai visto le cose da questa prospettiva, ma è vero: la degradazione di oggi ha radici antiche. Devo iniziare il corso il 1° ottobre e non ne ho alcuna voglia. Troverò il solito 90% di disinteressati
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