Blocco della didattica all'Alma Mater "Sostituiremo i ricercatori che aderiscono"

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FELICEDILAURO
00martedì 14 settembre 2010 20:39
La protesta contro la Gelmini costa caro: i ricercatori dell'Università di Bologna che non terranno lezione saranno rimpiazzati da docenti a contratto. Lo ha deciso il senato accademico inviando un ultimatum che scadrà venerdì alle dodici: "Non possiamo permetterci di bloccare corsi fondamentali". Tra le reazioni Ignazio Marino (Pd): "C'è il rischio di una guerra tra chi è meno tutelato"

Blocco della didattica all'Alma Mater "Sostituiremo i ricercatori che aderiscono"

I ricercatori dell'Università di Bologna che aderiscono al blocco della didattica saranno sostituiti da docenti a contratto, almeno quelli dei corsi fondamentali. Lo ha deciso il Senato accademico all'unanimità. Sarà spedita una lettera a tutti i presidi di facoltà che a loro volta la gireranno ai ricercatori chiedendo se hanno intenzione di aderire o meno. La risposta dovrà arrivare entro venerdì alle 12 e chi non lo farà sarà considerato come non disponibile a fare lezione. Ogni facoltà spedirà i dati raccolti alla sede centrale che deciderà quanti e quali corsi coprire con bandi per docenti a contratto. La priorità è per i corsi fondamentali. I ricercatori: "Ci rimpiazzano, è gravissimo".

La decisione. Tramite il prorettore alla didattica, Gianluca Fiorentini, l'Alma Mater fa sapere di avere fatto di tutto a sostegno dei ricercatori, a cui va "solidarietà politica e umana". Insomma, "non c'è nessuna guerra", ma chi si rifiuterà di fare lezione per protesta contro il Governo sarà rimpiazzato nella didattica. "Abbiamo il dovere di dare continuità all'attività formativa - giustifica Fiorentini - un conto è se diminuisce la qualità della didattica, un conto è il blocco totale delle lezioni. Il danno, non solo d'immagine per l'Ateneo ma anche sociale per le famiglie e la collettività, è enorme. Non possiamo creare questo danno in un momento così difficile".

L'ultimatum. I tempi sono stretti. Alcune facoltà, come Architettura, iniziano i corsi già la prossima settimana e i bandi durano minimo 15 giorni. Anche per questo i vertici dell'Alma Mater hanno deciso di non fare slittare l'inizio dei corsi a ottobre, come chiedevano i ricercatori.

LEGGI La lettera-ultimatum inviata ai ricercatori

I costi per i nuovi contratti. Il bando sarà per docenti interni ed esterni all'Alma Mater e sarà finanziato con fondi straordinari (ancora non è chiaro però se a carico delle casse centrali o delle singole facoltà). Per il preside di Agraria Andrea Segrè è prematuro fare ipotesi, soprattutto di spesa. "In realtà i costi potrebbero essere ridotti o simbolici", spiega, citando quello che succede in alcune università tedesche dove "gli insegnamenti da parte di professionisti esterni è a titolo gratuito".

I ricercatori. Anna Maria Pisi, ricercatrice e rappresentante in Senato dell'area di Scienze biologiche, geologiche e agrarie, ha contestato la decisione avallata dal rettore Ivano Dionigi: "Per me è una scelta molto grave significa che come ricercatori non valiamo niente per l'Ateneo". Tra l'altro, sottolinea, "noi ricercatori non siamo obbligati ad assumere carichi didattici. Noi siamo assunti solo per fare ricerca e le lezioni le facciamo gratuitamente". Pisi assicura che "andremo avanti comunque: è l'unica arma che abbiamo".

Ignazio Marino (Pd): "Rischio guerra". "Vogliamo chiedere davvero ai ricercatori di essere silenziosi e immobili?", si chiede provocatoriamente Ignazio Marino, senatore del Pd, commentando la decisione dell'Università di Bologna. "Non è forse vero che loro garantiscono il 40% della didattica nelle università italiane? Sono certo - prosegue - che il rettore dell'Alma Mater ne sia ben conscio: chiamare in causa dei docenti a contratto rischia di scatenare una guerra tra i soggetti meno tutelati".

Si prepara il boicottaggio. "E' già partito il passaparola - spiega Piero Graglia, ricercatore di Milano e membro della rete 29 aprile - faremo partecipare ai bandi, in massa, chiunque, anche i parenti per sommergere le segreterie di domande. Visto che lo spirito del rettore di Bologna è abbassare la qualità dello studio, allora chiunque può salire in cattedra".

Cgil: "Forzatura dal sapore ricattatorio". Contro i ricercatori dell'Alma Mater è stata decisa "una forzatura dal sapore ricattatorio". Sandra Soster, segretario della Flc-Cgil di Bologna, invita anche tutti i docenti, ordinari e associati, a boicottare i bandi che l'università pubblicherà per coprire i corsi rimasti senza professori. "Le lezioni vanno garantite - ammette Soster - rientra nei compiti del rettore, altrimenti si rischia una denuncia per interruzione di servizio. Però non c'era motivo di farlo ora".

I collettivi degli studenti. "Noi siamo incondizionatamente a sostegno dei ricercatori strutturati e precari - spiega Michele Barbolini del collettivo studentesco Bartbley - e capiamo che la loro protesta non significa andare contro gli studenti". Ma soprattutto il collettivo dell'Onda contesta il tentativo, dell'Università, di "mettere gli uni contro gli altri andando a pescare tra chi ha più fame dei ricercatori e quindi è disposto ad accettare un contratto".

Idv: "E' il modello Marchionne". Silvana Mura, deputata e coordinatrice regionale dell'Idv commenta: "Per quanto sia importante garantire il regolare svolgimento delle lezioni non è accettabile che il Senato accademico sostituisca i ricercatori che aderiscono alla protesta. Quanto sta avvenendo all'Alma Mater è davvero preoccupante, se anche l'università si 'marchionnizza' vuol dire che siamo ben oltre l'orlo del baratro".
FELICEDILAURO
00martedì 14 settembre 2010 20:40
a tutto questo aggiungerei che chi paga le tasse ha diritto a poter frequentare corsi e sostenere esami!!! tutto il resto m'interessa relativamente.....deve il governo mediare con i ricercatori senza che noi studenti dobbiamo subire abusi!!!!!!!!!!!
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