Re: Re:
trixam, 10/01/2011 3.38:
E in cui i treni arrivavano in orario,
Ma che diciamo?
Cioè il fatto che il capo del governo fascista fosse reo confesso di essere mandante di omicidi politici, non lo rendeva un delinquentello?
E le migliaia di persone pestate e manganellate su suo ordine?
E i suoi gerarchi, che rubarono persino l'oro che gli italiani avevano donato alla patria?
Cioè questi non erano delinquentelli?
Non stavano al potere per accumulare privilegi e compiere abusi di ogni genere?
Di quali contenuti parliamo, a parte l'olio di ricino, le mobilitazione totalitarie, i sabati fascisti, la propaganda, il piattume e il conformismo?
E il fatto che sotto il fascimo l'Italia fosse uno dei paesi più poveri d'europa? Il fatto che la decisione di mussolini di fissare il cambio con la sterlina a quota novanta per ragioni di prestigio, che fece perdere un milione di posti di lavoro, specialmente nel meridione? Giusto per fare un esempio di lungimiranza. Tutto questo, lo possiamo in cavalleria?
Ma mi rendo conto che è inutile, Mussolini ha dato agli italiani quello che vogliono: le divise, il corporativismo gregario, l'irresponsabilità di massa con 'abdicazione di tutti i poteri e privilegi al capo carismatico, l'uomo della provvidenza.
D'altronde lo aveva già detto sandro pertini: "verrà un giorno in cui ci diranno che dobbiamo pentirci di aver combatutto il fascismo, di essere stati in esilio, al confino, nelle galere.
Saremo giudicati da coloro che nei momenti decisivi si voltarono dall'altra parte e non seppero prendere le armi i quali ci spiegheranno che, dopotutto, il fascimo ha fatto del bene".
Stai troppo accellerato.
Il fascismo fu una dittatura, e gli abomini che una dittatura porta
con sé non sono certo semplicemente (e solo) l'olio di ricino. Foss a maronn.
E purtroppo neppure un singolo omicidio politico.
Visto che c'è stata una guerra mondiale, alleanze con nazisti (e quindi campi di concentramento etc etc), tutto il tuo intervento è completamente fuori luogo.
Parlavo di politica.
Tornando in tema, non ho affermato che fosse un periodo di grandissima intelligenza ed efficienza, e la storia del cambio (di cui neanche ero a conoscenza) lo dimostra ampiamente. Né è difficile immaginarsi che per questioni di prestigio Mussolini abbia rinunciato a vantaggi economici e lavorativi per il Paese.
Ho affermato, però, che era un periodo (e lo era prima, lo è stato durante, lo sarà dopo fino a Craxi incluso) in cui la politica si faceva ancora carico di porsi dei problemi sociali e tentare di risolverli in prospettiva.
Lasciamo perdere i treni in orario ed altre sciocchezze.
Partiamo dalle riforme. Dai lavori pubblici: dalla costruzione degli acquedotti, ad es. Non mi risulta che all'epoca ci si inventasse di sana pianta un'esigenza che il Paese non aveva, e si lanciasse il corrispondente lavoro pubblico
al solo fine di distribuire i soldi pubblici a persone che fin da principio dovevano beneficiarne.
Corruzione e appalti son sempre esistiti, ma all'interno di un sistema che produceva opere reali. Ora vengono meno persino quelle.
Visto che mi citi i treni che arrivano in orario, potrei rilanciarti col Ponte di Messina.
La corruzione è sempre esistita ma non è (semplicemente) quello il problema. C'è stato un cambio di mentalità. La politica, che prima era concepita come questione del Paese, ora ha perso totalmente questa connotazione, ed è diventata affare privato. Pubblico solo per ipocrisia, ma affare utile a sistemare faccende private.
Passiamo all'immondizia.
Certamente in passato non c'era il consumismo di oggi, ci arriva anche un bambino. Il problema quindi non poteva certo porsi in questi termini. Ma, secondo te, uno che i treni li fa arrivare in orario (per citare un certo Trixam), avrebbe mai fatto affogare Napoli nell'immondizia?
Uno che per questioni d'onore perde 1 milione di posti di lavoro solo per andare formalmente in culo agli inglesi. Uno che ci tiene alla forma ed al doppiopetto a tal punto...Avrebbe mai dato priorità agli interessi di 3-4 famiglie camorristiche e ai 4 lacché politici che ci fanno affari vicino?
Per compiacerli, per far continuar loro a fare affari con la munnezza, lasciava che il sistema congestionasse fino alla crisi pubblica e vergognosa che c'è stata?
Qualsiasi convenienza economica, politica, di favori, non avrebbe mai indotto né Mussolini, né alcuno dei successivi, neanche Craxi, a consentire uno scempio del genere.
E' una questione di mentalità. Rubavano, certo. Corrompevano, pure. Ma la mentalità con cui si concepiva la politica, era ancora una mentalità per cui
le cose dovevano funzionare. La faccia, la dignità, davanti alla gente, non la volevano perdere. Almeno a quella ci tenevano.
E' questa la differenza fondamentale tra allora ed oggi. La mentalità con cui un politico (capace, intelligente o meno) concepiva la politica.
A parte i treni in orario, ovviamente.