Antonino Cassarà

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J.Rebus
00giovedì 5 agosto 2010 13:10
Antonino Cassarà, detto Ninni (Palermo, 1948 – Palermo, 6 agosto 1985), è stato un agente di Polizia italiano, vittima della mafia



Fu un Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato in forza presso la questura di Palermo e il vice dirigente della squadra mobile. Fu ucciso dalla mafia nel 1985, all'età di 37 anni.

Nel 1982 andava in giro per Palermo insieme all'agente Calogero Zucchetto per indagare sui clan di Cosa nostra. In quest'occasione lui e Zucchetto riconobbero i due killer latitanti Pino Greco e Mario Prestifilippo ma non riuscirono ad arrestarli perché scapparono. Tra le numerose operazioni cui prese parte, molte delle quali insieme al commissario Giuseppe Montana, la nota operazione "Pizza Connection", in collaborazione con forze di polizia degli Stati Uniti.

Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del c.d. "pool antimafia" della procura di Palermo e le sue indagini contribuirono all'istruzione del primo maxiprocesso alle cosche mafiose. Era sposato e padre di tre figli.

L'assassinio
Il 6 agosto 1985, rientrando dalla questura nella sua abitazione a via Croce Rossa (al civico 81) a Palermo a bordo di un'Alfetta e scortato da 2 agenti, scese dall'auto per arrivare al portone della sua abitazione quando un gruppo di nove uomini armati di fucile AK-47, appostati sulle finestre e sui piani dell'edificio in costruzione di fronte alla sua palazzina (al civico 77), sparò sull'alfetta. L'agente Roberto Antiochia, che era uscito dall'auto per aprire lo sportello a Cassarà, venne violentemente colpito dagli spari e morì, e Natale Mondo restò illeso (ma sarebbe stato ucciso anch'egli il 14 gennaio 1988). Cassarà, che era stato colpito dai killer quasi contemporaneamente ad Antiochia, spirò sulle scale di casa tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della sua abitazione. È seppellito nel Cimitero di Sant'Orsola a Palermo.

Il 17 febbraio 1995, la terza sezione della Corte d'Assise di Palermo ha condannato all'ergastolo cinque componenti della Cupola mafiosa (Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca e Francesco Madonia) come mandanti del delitto.

Onorificenze
Medaglia d'oro al valor civile

«Con la piena consapevolezza dei pericoli cui si esponeva, nella lotta contro la feroce organizzazione mafiosa, ispirava, conduceva e sviluppava in prima persona e con eccezionale capacità investigativa una serie di delicate operazioni di polizia giudiziaria che portavano all'identificazione e all'arresto di numerosi fuorilegge. In un proditorio agguato teso davanti alla propria abitazione, veniva colpito da assassini armati di fucili mitragliatori, trovando tragica morte. Alto esempio di attaccamento al dovere spinto fino all'estremo sacrificio della vita.[1]»
— Palermo, 6 agosto 1985


Domani sono 25 anni dalla sua morte. Raitre lo ricorda stasera col programmma "la storia siamo noi" alle 23 e 30.

Un saluto a chi ha versato sangue per gli altri.

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