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Ad alcuni è piaciuto, lo scrivo per dovere di cronaca, io l'ho trovato semplicemente inguardabile.
Forse vorrebbe essere uno spaccato-denuncia sul ruolo dei media nei casi giudiziari, su quanto i processi mediatici influenzino le persone, i comportamenti, gli stessi processi, distorcendo la realtà...massacrando e poi riabilitando le persone, aprendo e chiudendo inchieste secondo l'umore dei media e degli ascoltatori, inducendo gli stessi protagonisti a sorridere alle telecamere e scegliere le parole da usare come se fosse tutto un immenso reality, e non più la vita reale in cui tua moglie è sparita e sei accusato di omicidio.
Il risultato è una prima parte di film completamente surreale, con battute e scene da "uomini e donne" o da "tronista".
Da incorniciare la scena in cui in tv la telegiornalista massacra il sospettato, dicendone di tutti i colori, e lui spegne la tv con la battuta destinata a entrare nella storia del cinema :"
Sono stanco di essere insultato dalle donne!".
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Che, detto da uno che non trova la moglie e sta per andare sotto processo per omicidio, è davvero una chicca che dimostra lo spessore di dialoghi e scene.
Nella seconda parte il film prende quota e si riscatta almeno per i percorsi diabolici su cui è costruito...ma alla fine per me resta un thriller di seconda fascia e niente di più.