Afghanistan, più soldati: altri mille entro il 2010

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mikele88uni
00giovedì 3 dicembre 2009 23:06
ROMA - Luce verde dall'Italia alla richiesta degli Usa di aumentare il contingente in Afghanistan: nel 2010 saranno 1.000 i militari in più (oggi sono circa 2.700), ma ci sarà anche un orizzonte temporale definito per la fine della missione: il 2013. Queste le decisioni del Consiglio dei ministri, ulteriori dettagli saranno definiti domani nell'incontro tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il segretario di Stato americano Hillary Clinton a Bruxelles, a margine della riunione dei ministri degli Esteri della Nato. Sarà poi il Parlamento a 'ratificare' l'aumento.

Dalla Nato e dagli Stati Uniti è giunto immediato il grazie per la decisione. L'Italia, aveva spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel pomeriggio, ha detto sì alla strategia degli Stati Uniti in Afghanistan ma, ha sottolineato, si tratta di una strategia "che deve prevedere anche la possibilità finale, che non è di oggi, di una exit strategy, in modo da lasciare tutto il Paese in condizioni diverse da quelle in cui è attualmente. E per fare questo bisogna far rinascere l'economia che oggi si concentra nella produzione di droghe".

Sono stati poi in serata i ministri della Difesa e degli Esteri, Ignazio La Russa e Franco Frattini, al termine del Consiglio di ministri, ad illustrare numeri e prospettive della partecipazione italiana alla missione Isaf. "Ci saranno - ha spiegato La Russa - mille uomini in più nell'arco temporale che va dall'inizio alla fine del 2010, con una particolare accelerazione nel secondo semestre dell'anno prossimo". Ma contemporaneamente "sarà promosso un approccio più globale, quindi maggiori risorse per la ricostruzione, minori distanze, anche temporali, tra la fase militare e quella della ricostruzione, più obblighi per il governo Karzai nella lotta alla corruzione ed al traffico di droga, maggiore attenzione all'addestramento delle forze di polizia e militari afghane in modo da poter immaginare un orizzonte temporale non indefinito per la missione".

Da oggi, quindi, ha osservato da parte sua Frattini, "la strategia diventa un po' più politica e meno militare", perché "la sicurezza è funzionale ad obiettivi politici". E l'obiettivo in cui "credere" è lo stesso del presidente rieletto Hamid Karzai, quello "di porre al termine del suo mandato l'Afghanistan sotto il controllo degli afghani". La data, già anticipata ieri dallo stesso Frattini, è quella del 2013, "limite massimo e non minimo" per il ritiro del contingente italiano. Non si deve "parlare di exit-strategy", ha spiegato, "ma di strategia di transizione con la differenza, rispetto al recente passato, che oggi per la prima volta la transizione ha una prospettiva temporale determinata". Mille militari in più, dunque, per l'Afghanistan, da recuperare attraverso un ridimensionamento della presenza italiana in altri teatri di crisi, dal Libano ai Balcani. E in queste missioni "si entra insieme" agli alleati e poi se ne "esce insieme", ha sottolineato il titolare della Farnesina. E' un coordinamento strettissimo e continuativo quello che il capo della diplomazia italiana ha ribadito e che si affianca alla chiamata in causa del Parlamento, al quale c'é la "disponibilità immediata" a riferire. Ma la "corrispondente riduzione" nel numero di uomini di altri contingenti non è un passo indietro, anzi, l'Italia continua a spendersi al massimo nelle operazioni di peace-keeping.

"Stiamo ragionando con gli altri alleati - ha detto ancora Frattini - per spiegare che dopo l'assunzione del comando spagnolo di Unifil" in Libano, a fine gennaio 2010, "un Paese come l'Italia, rimarrebbe con "il doppio di uomini rispetto a quanti ne ha la Spagna". Quindi è un "disimpegno" ragionato con gli alleati la via da seguire. E dagli alleati sono giunti subito "grande apprezzamento" e "grande soddisfazione" per il contributo aggiuntivo dell'Italia in Afghanistan, espressi dagli Stati Uniti - per mezzo del Dipartimento di Stato - e, da Bruxelles, dal portavoce della Nato James Appathurai attraverso due dichiarazioni quasi in contemporanea. Per gli italiani in Afghanistan, ha assicurato La Russa, non ci sarà alcun cambiamento delle regole di ingaggio. Con l'aumento programmato si punta ad avere il controllo completo della zona Ovest. Inoltre, ha concluso Frattini, visto che "Francia e Spagna sono perplesse se non negative", l'Italia sarà "tra quelli che danno la risposta piu positiva rispetto agli altri". Da sola garantisce infatti un quinto dei 5000 uomini in più messi a disposizione da tutti gli alleati della Nato. Esclusa, ovviamente, l'America.


Fonte : www.ansa.it

www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2009/12/03/visualizza_new.html_1623246...
trixam
00domenica 6 dicembre 2009 14:16
Premesso che è una decisione giusta.
I motivi per cui è stata presa sono sbagliati ed è ancora una volta viziati dal conflitto di interessi.
Ecco quanto costa il gas russo all'italia.
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