“Montagna di debito”: per l’Economist l’Italia è una bomba ad orologeria

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
gran generale
00martedì 6 luglio 2010 22:36
L’Economist mette nuovamente nel suo mirino l’operato del nostro governo. Verrebbe voglia di citare Topo Gigio e il suo celebre “Ma cosa mi dici mai?“. Sì, perché le critiche provenienti d’oltremanica al governo di Silvio Berlusconi non sono certo una novità. Berlusconi, per l’autorevole settimanale economico era quello “Unfit to lead Italy“, ossia “inadatto a guidare l’Italia“. Una veritàeconomist Montagna di debito: per lEconomist lItalia è una bomba ad orologeriaevidente, che solo una sistematica quanto manipolata cortina di disinformazione, rende difficile da scorgere, almeno nel nostro paese. Questa volta, inoltre, l’Economist fa proprio quello che gli riesce meglio. Nessuna campagna moralistica e moralizzatrice che, talvolta, ha portato non solo gli afficionados del premier ha schierarsi a sua, sia pur parziale, difesa. No, questa volta il settimanale inglese metto sotto la sua potente lente d’ingrandimento lo stato dei nostri conti pubblici. Quegli stessi conti pubblici che il governo ostinatamente – quanto falsamente - continua a dichiarare “sotto controllo“, onde poi essere costretto a pesanti manovre correttive che, con buona pace della sua propaganda, mettono, eccome, le “mani nelle tasche degli italiani“. Chiedere, ad esempio, a quanti in questi giorni stanno percorrendo le nostre autostrade ed hanno visto aumentare i relativi pedaggi. Senza contare i famigerati tagli “orizzontali” che, inevitabilmente, finiranno con l’abbattersi come un ulteriore aggravio di costi e di spese sui cittadini.

L’ITALIA COME LA GRECIA? – Sul Tamigi sono molto attenti alle cose di casa nostra. Infatti, sanno perfettamente che nel governo e nella maggioranza – si fa per dire – c’è una perfetta unità d’intenti, tanto che il governo si appresta a porre l’ennesima questione di fiducia su una manovra giudicata “impopolare“, da ben 25 miliardi di euro. Roger Bootle e il suo team di Capital Economics si sono chiesti se il nostro paese rappresenti un effettivo pericolo per la zona euro. L’Italia è giudicato un paese a “perenne crescita debole con una montagna di debito pubblico“, questo significa che “le finanze pubbliche italiane sono una potenziale bomba ad orologeria pronta ad esplodere“. Dopo che nell’occhio del ciclone sono finiti i debiti sovrani di “Grecia, Spagna e Portogallo“, Bootle ha detto che l’Italia potrebbe presto ritrovarsi invischiata “in questa brutta storia“.

POCA CRESCITA, TANTO DEBITO - “Pensiamo che la dimensione del debito italiano (il terzo più grande del mondo), finirà per indurre i mercati a porre l’attenzione sull’Italia. In questo caso la possibilità del default diverrebbe assai concreta“, ha scritto nella sua nota Roger Bootle. Inoltre, “se un altro membro della zona euro fosse costretto a ristrutturare il proprio debito oppure a giungere al default, l’Italia con ogni probabilità sarebbe costretta a seguirne l’esempio“. L’allarme appare concreto – ma non aspettatevi alcuna menzione al Tg1. “Se la pressione costante da parte dei mercati – scrive Bootle – con un attacco prolungato si sovrapponesse ad una crescita debole, ed una o più economie periferiche della zona euro (i famosi pigs) uscissero dalla moneta unica, lo stesso governo italiano finirebbe sotto pressione“. Una previsione che pare “fantascientifica“, se non fosse che proprio in questi giorni per i mercati serpeggiano nuovi allarmi. I titoli bancari sono sotto pressione un po’ in tutto il continente e la stessa Borsa di Milano è tra quelle che segna le perdite più vistose. “L’Italia è in una posizione migliore rispetto ad altri, ma non è senza problemi“, ha chiosato Bootle. Bassa crescita quindi ed alto debito rappresentano la nostra spada di Damocle. Il governo, invece, parla d’altro, come l’orchestrina del Titanic continua a suonare la stessa ripetitiva litaniae sull’ottimismo di maniera anzi, già s’avventura a stappare bottiglie di champagne per previsioni di crescita assai modeste, di poco superiori al 1% nel 2010, dopo un crollo del 6% nel passato biennio.

AVANZO PRIMARIO PROSCIUGATO - In realtà, Bootle traccia anche degli elementi positivi. “Il disavanzo di bilancio in Italia è piccolo, il debito delle famiglie rimane basso e il sistema bancario sembra essere in forma relativamente buona“. Il vero problema è “la trappola del debito pubblico“. “Dal 1970 – scrive L’Economist - il governo ha sempre vissuto al di là dei propri mezzi e il debito pubblico è salito a circa 115% del Pil, sostanzialmente in lineaeconomia grafico 2 Montagna di debito: per lEconomist lItalia è una bomba ad orologeria con il rapporto greco. E dal momento dell’adesione all’Euro, l’Italia ha costantemente perso competitività“. Per “risanare“, tuttavia, “potrebbe essere necessario un decennio o più, con salari stagnanti o addirittura in riduzione per ripristinare la piena competitività“. Roger Bootle intravede “un’unica possibilità per abbassare il rapporto debito/pil sotto al 100%: ottenere un avanzo di bilancio del 5% in 15 anni“. Peccato che nel solo 2009 il governo italiano è stato capace di prosciugare l’intero avanzo primario, ossia l’attivo di bilancio al netto della spesa per interessi, trasformandolo in un disavanzo dello 0,6%.

IL RISCHIO DEFAULT – L’Economist è netto. “I dubbi crescono sulla possibilità che il governo sia disposto o semplicemente in grado di fare questo” e se non lo farà “l’Italia potrebbe cadere nella trappola del debito“. In questo scenario, “gli oneri finanziari in aumento potrebbero portare il rapporto debito/pil a crescere ancora, ad un ritmo sempre più incalzante, lasciando al governo un’unica possibilità: il default“. Una scelta drammatica che l’Italia, molto più di altri paesi, pagherebbe a caro prezzo. “Se il governo dovesse optare per il default del proprio debito e gli investitori fossero costretti a tagliare del 50%, questo eliminerebbe circa l’80% delle banche italiane in un sol colpo, provocando un tracollo nazionale e dei mercati finanziari“. Bootle stima la perdita degli investitori stranieri, in caso di nostro default, in circa 400 miliardi di euro. “Una ragione in più - chiosa L’Economist – per l’Ue e la Bce a fare tutto il possibile per prevenire un tale esito“, ma il governo italiano è adeguato a gestire questa situazione?
trixam
00martedì 6 luglio 2010 23:01
Giusto una nota sulla corretteza dell'informazione.
Si tratta dello stesso economist che ha pubblicato una foto falsa in copertina ed è stato sbugiardato in tutto il mondo?
Quella che in italia chiameremmo una minzolinata?
Io ho molta ammirazione per gli inglesi, ma quando vogliono fare i maestri eccedono sempre. Basta pensare che la gran bretagna ha appena annunciato un taglio del 40% della spesa pubblica per sopravvivere al disastro dei suoi conti pubblici.
Un paese in cui quasi tutte le principali banche sono fallite.
Eccessivi.
Poi mi sembra che nel postare che questi articoli, che pure contengono elementi di riflessione, ci sia un gusto tutto italiano a preannunciare sventure per dimostrare di avere ragione.
Ricordo che il due terzi del debito pubblico italiano è un debito interno, se lo stato fallisce, chi ci rimette sono le famiglie italiane.

JuanManuelFangio
00martedì 6 luglio 2010 23:13
L'Economist non è la verità assoluta. Certo paragonarlo a Minzolini, si commenta da solo.
Giusto per inciso, l'Economist è citato dai più importanti libri di macroeconomia ( tra cui il Blanchard ) per la correttezza ed accuratezza dei suoi dati.
trixam
00martedì 6 luglio 2010 23:37
Re:
JuanManuelFangio, 06/07/2010 23.13:

L'Economist non è la verità assoluta. Certo paragonarlo a Minzolini, si commenta da solo.
Giusto per inciso, l'Economist è citato dai più importanti libri di macroeconomia ( tra cui il Blanchard ) per la correttezza ed accuratezza dei suoi dati.




Giusto per capire che non mi sono inventato niente.
Questo scritto riporta anche le ragioni dell'economist.

Nel dibattito sulla correttezza dei media, il personaggio del giorno è Charlotte Randolph, presidentessa della Contea di LaFourche in Louisiana. Ovvero la donna rimossa.
“Ho chiesto che Miss Randolph fosse rimossa perché volevo che i lettori si concentrassero sul presidente Obama, non perché volevo farlo sembrare isolato”
La vicenda della copertina americana dell’Economist “editata” facendo sparire le persone accanto a lui e ottenendo così un effetto più “Obama preoccupato” ha fatto il giro del mondo e raccoglie reazioni. La foto era stata scattata il 26 maggio su una spiaggia della Louisiana, assieme a molte altre. Ieri l’intervento di ripristino della superficie marina in sostituzione della signora Randolph era stata segnalata dal blog MediaDecoder del New York Times. Emma Duncan, vicedirettore dell’Economist ha scritto una mail al blog, dando la sua versione.
Spesso interveniamo sulle foto di copertina, per una o due ragioni. Qualche volta – come nella copertina di marzo sulla riforma sanitaria che mostrava Obama con un cerotto in testa – è un evidente gioco. Altre volte – nella foto del presidente Chavez che abbiamo usato a maggio oscurando lo sfondo, o con quella dedicata all’endorsing di Obama in cui lo sfondo è stato rimosso del tutto – è per esaltare la figura centrale. Non correggiamo le foto per ingannare.
Gli esempi prodotti dal vicedirettore non somigliano molto alla rimozione di una persona e alla sua sostituzione con una falsa superficie del mare. E almeno avrebbero dovuto avvertire la signora Randolph di avere “rimosso” la sua chance di apparire sulla copertina dell’Economist.


Non ho mai messo in dubbio la competenza dell'economist, che leggo da anni, ed anzi considero un modello di business giornalistico.
Solo che taroccare una foto per arruffianarsi obama, non è un esempio di giornalismo, nemmeno se lo fa l'economist. Se lo avesse fatto minzolini, avremmo già fatto venti pagine di topic.
.pisicchio.
00mercoledì 7 luglio 2010 00:17
Ricordo che pochi mesi fa sul forum è stata aperta, mi pare di ricordare dallo stesso utente, una discussione nella quale sostanzialmente si diceva che l'economia della Spagna ci aveva ampiamente superato (forse si riferiva al calcio...) e quella Grecia era sul punto di raggiungerci e di superarci.


Ovviamente i dati, a leggerli correttamente, erano ampiamente falsati.
Non si parlava di PIL nazionale ma di qualcosa molto simile alla temperatura "avvertita" di cui parlano alcuni telegiornali.

Un'amica che lavora in Spagna mi ha giurato che nell'ultimo anno rifanno le strade anche se l'asfalto è perfetto, con l'unico obiettivo di tenere i lavoratori impegnati a fare qualcosa.

Alla Grecia invece abbiamo appena elargito una manciata di miliardi di Euro, disperando nella profitability dei sirtaki bond.

Insomma, con tutto lo spirito critico verso il nostro paese credo che il menagramo di turno abbia fatto l'ennesimo buco nell'acqua.
gran generale
00mercoledì 7 luglio 2010 11:27
Re:
trixam, 06/07/2010 23.01:


Poi mi sembra che nel postare che questi articoli, che pure contengono elementi di riflessione, ci sia un gusto tutto italiano a preannunciare sventure per dimostrare di avere ragione.



quindi ragionare su un argomento va bene
ma aprire l'argomento di discussione è da disfattisti (parola che rievoca oscuri personaggi..)

c'è sempre qualcosa da imparare... [SM=x52003]
maximilian1983
00venerdì 9 luglio 2010 15:17
Prima o poi si scoprirà che nel triennio 96/99 Prodi, Ciampi Visco e compagnia cantando hanno truccato i conti come i governanti Greci per farci accedere all'euro. E allora la bomba scoppierà. E travolgerà tutti. L'Italia infetterà l'Europa. L'Europa trascinerà gli Usa (già troppo indebitati...). E tutto quello a cui siamo stati abituati... d'un tratto... sparirà!
Catgirlsupreme
00venerdì 9 luglio 2010 16:39
gran generale
00venerdì 9 luglio 2010 17:23
Re:
maximilian1983, 09/07/2010 15.17:

Prima o poi si scoprirà che nel triennio 96/99 Prodi, Ciampi Visco e compagnia cantando hanno truccato i conti come i governanti Greci per farci accedere all'euro. E allora la bomba scoppierà. E travolgerà tutti. L'Italia infetterà l'Europa. L'Europa trascinerà gli Usa (già troppo indebitati...). E tutto quello a cui siamo stati abituati... d'un tratto... sparirà!



Armageddon ti fa una pippa...
JuanManuelFangio
00venerdì 9 luglio 2010 18:52
al di là del disfattismo, ma credete seriamente che il debito pubblico italiano non sia un problema?
gran generale
00venerdì 9 luglio 2010 20:00
Re:
JuanManuelFangio, 09/07/2010 18.52:

al di là del disfattismo, ma credete seriamente che il debito pubblico italiano non sia un problema?



beh, considerando che siamo tra i paesi più indebitati...

cmq per la cronaca, a mia memoria in tempi recenti l'unico che ha taroccato i conti pubblici è stato Tremonti nel 2003
.pisicchio.
00sabato 10 luglio 2010 03:46
Re: Re:
gran generale, 09/07/2010 20.00:



beh, considerando che siamo tra i paesi più indebitati...

cmq per la cronaca, a mia memoria in tempi recenti l'unico che ha taroccato i conti pubblici è stato Tremonti nel 2003




Certo. Le prove le hai tu, oltre a Travaglio e Peter Gomes.

Ma fammi il piacere!

Qualche mese fa hai inserito una discussione nella quale si diceva che l'economia della Spagna ci aveva superato e che quella Greca stava facendo altrettanto.

Il tempo ci ha confermato che si trattava di puttanate immonde.

Mi sa che devi cambiare fonti.
gran generale
00sabato 10 luglio 2010 09:04
Re: Re: Re:
.pisicchio., 10/07/2010 3.46:



Certo. Le prove le hai tu, oltre a Travaglio e Peter Gomes.



le aveva Fini (amico storico dei bolscevichi)...
.pisicchio.
00sabato 10 luglio 2010 09:34
Re: Re: Re: Re:
gran generale, 10/07/2010 9.04:



le aveva Fini (amico storico dei bolscevichi)...




Fini? lo stesso che aveva pronosticato disastri a causa della dichiarazioni di Spatuzza (le stesse a cui la Corte d'Appello di Palermo non ha attribuito rilievo)?

Ma che interessi persegue Fini ? quelli del paese o quelli delle sue poltrone attuali e potenziali?
J.Rebus
00sabato 10 luglio 2010 09:56
Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 10/07/2010 9.34:




Fini? lo stesso che aveva pronosticato disastri a causa della dichiarazioni di Spatuzza (le stesse a cui la Corte d'Appello di Palermo non ha attribuito rilievo)?

Ma che interessi persegue Fini ? quelli del paese o quelli delle sue poltrone attuali e potenziali?




e chi li perseguirebbe gli interessi del paese?
.pisicchio.
00martedì 13 luglio 2010 11:46
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
J.Rebus, 10/07/2010 9.56:




e chi li perseguirebbe gli interessi del paese?




Nessuno, forse.

JuanManuelFangio
00martedì 13 luglio 2010 16:52
Re: Re: Re:
.pisicchio., 10/07/2010 3.46:




Certo. Le prove le hai tu, oltre a Travaglio e Peter Gomes.

Ma fammi il piacere!

Qualche mese fa hai inserito una discussione nella quale si diceva che l'economia della Spagna ci aveva superato e che quella Greca stava facendo altrettanto.

Il tempo ci ha confermato che si trattava di puttanate immonde.

Mi sa che devi cambiare fonti.




Ribadisco che l'economist è un'ottima fonte. Troverai grandi consensi nel mondo accademico sulla correttezza e completezza dei dati forniti. Poi se preferisci la pagina economica de Il Giornale, che dirti? Chi s'accontenta gode.
Comunque sarebbe utile una riflessione più profonda sulle sorti della Spagna e sui problemi della Grecia. Proviamoci.
Quando i media strombazzarono la notizia che la Spagna aveva superato il nostro prodotto interno lordo, pochi ricordarono che il dato rilevante di riferimento per simili paragoni è il P.I.L. pro-capite, valore in cui la Spagna è, (fortunatamente) rispetto a noi, ancora indietro. Difatti in quei giorni Prodi e Padoa Schioppa dovettero correre ai ripari per chiarire il tutto. La cosa, in realtà, ha un precedente rilevante. I grandi estimatori di Craxi dimenticano, o voglion dimenticare, che il nostro Statista disse che l'economia italiana aveva superato quella della Gran Bretagna,utilizzando il trito argomento della produzione globale e omettendo ancora una volta il valore del P.I.L. pro-capite. A parte queste notazioni, sarebbe opportuno analizzare il modello di sviluppo spagnolo senza pregiudizi dovuti dal colore del governo attualmente in carica. La Spagna ha puntato molto sull'industria turistica, tutto ciò ha comportato una esponenziale crescita del settore edilizio. Ovviamente se devo aumentare la ricettività del mio paese, devo favorire la costruzione di nuovi alberghi, strutture, opere pubbliche funzionali allo sviluppo turistico. Il destino di questa "scommessa", neanche tanto azzardata, è, però, legato al settore che principalmente ha subito le sorti della crisi: l'immobiliare. Nel momento in cui gli asset immobiliari hanno visto crollare il loro valore, è chiaro che un'economia che si è basata molto su quell'attività ha perso gran parte della sua ricchezza. Nulla di strano, nulla per cui crocifiggere Zapatero o Aznar, dato che , a differenza dell'Italia, il percorso di questi governi è molto meno discontinuo di quanto si possa credere. Piuttosto, invece di perdere tempo a discutere su quale simbolo sia migliore, sarebbe meglio interrogarsi su quale attività economica sia migliore per una nazione post-industriale.
La Grecia è altra storia, dubito che l'economist l'abbia fatta assurgere ad esempio di sviluppo da imitare. Se mai, confrontando i dati Greci, e le cause che hanno portato a quello sfascio, sarebbe utile domandarsi se, nel lungo periodo, questo rischio non possa correrlo anche l'Italia, continuando a perseguire questa NON politica economica.
.pisicchio.
00martedì 13 luglio 2010 17:12
Re: Re: Re: Re:
JuanManuelFangio, 13/07/2010 16.52:




Ribadisco che l'economist è un'ottima fonte. Troverai grandi consensi nel mondo accademico sulla correttezza e completezza dei dati forniti. Poi se preferisci la pagina economica de Il Giornale, che dirti? Chi s'accontenta gode.
Comunque sarebbe utile una riflessione più profonda sulle sorti della Spagna e sui problemi della Grecia. Proviamoci.
Quando i media strombazzarono la notizia che la Spagna aveva superato il nostro prodotto interno lordo, pochi ricordarono che il dato rilevante di riferimento per simili paragoni è il P.I.L. pro-capite, valore in cui la Spagna è, (fortunatamente) rispetto a noi, ancora indietro. Difatti in quei giorni Prodi e Padoa Schioppa dovettero correre ai ripari per chiarire il tutto. La cosa, in realtà, ha un precedente rilevante. I grandi estimatori di Craxi dimenticano, o voglion dimenticare, che il nostro Statista disse che l'economia italiana aveva superato quella della Gran Bretagna,utilizzando il trito argomento della produzione globale e omettendo ancora una volta il valore del P.I.L. pro-capite. A parte queste notazioni, sarebbe opportuno analizzare il modello di sviluppo spagnolo senza pregiudizi dovuti dal colore del governo attualmente in carica. La Spagna ha puntato molto sull'industria turistica, tutto ciò ha comportato una esponenziale crescita del settore edilizio. Ovviamente se devo aumentare la ricettività del mio paese, devo favorire la costruzione di nuovi alberghi, strutture, opere pubbliche funzionali allo sviluppo turistico. Il destino di questa "scommessa", neanche tanto azzardata, è, però, legato al settore che principalmente ha subito le sorti della crisi: l'immobiliare. Nel momento in cui gli asset immobiliari hanno visto crollare il loro valore, è chiaro che un'economia che si è basata molto su quell'attività ha perso gran parte della sua ricchezza. Nulla di strano, nulla per cui crocifiggere Zapatero o Aznar, dato che , a differenza dell'Italia, il percorso di questi governi è molto meno discontinuo di quanto si possa credere. Piuttosto, invece di perdere tempo a discutere su quale simbolo sia migliore, sarebbe meglio interrogarsi su quale attività economica sia migliore per una nazione post-industriale.
La Grecia è altra storia, dubito che l'economist l'abbia fatta assurgere ad esempio di sviluppo da imitare. Se mai, confrontando i dati Greci, e le cause che hanno portato a quello sfascio, sarebbe utile domandarsi se, nel lungo periodo, questo rischio non possa correrlo anche l'Italia, continuando a perseguire questa NON politica economica.





Craxi c'entrava come i cavoli a merenda.
JuanManuelFangio
00martedì 13 luglio 2010 17:17
Re: Re: Re: Re: Re:
.pisicchio., 13/07/2010 17.12:





Craxi c'entrava come i cavoli a merenda.




...potrei dire lo stesso di questa affermazione.
giusperito
00mercoledì 14 luglio 2010 13:32
e a quali fonti dovremmo rivolgerci?

Dirsi liberisti e difendere tremonti mi sembra una contraddizione.

Il ritardo italiano è dovuto all'inefficienza e spesso all'inefficacia del sistema pubblico. Siamo tra gli stati che spendono di più per il finanziamento dei servizi pubblici, ma siamo quelli che ricevano i servizi peggiori. Pensiamo all'enormità dei costi della sanità campana ed il paragone con quella lombarda in termini di efficacia.
.pisicchio.
00mercoledì 14 luglio 2010 13:37
Re:
giusperito, 14/07/2010 13.32:

e a quali fonti dovremmo rivolgerci?

Dirsi liberisti e difendere tremonti mi sembra una contraddizione.

Il ritardo italiano è dovuto all'inefficienza e spesso all'inefficacia del sistema pubblico. Siamo tra gli stati che spendono di più per il finanziamento dei servizi pubblici, ma siamo quelli che ricevano i servizi peggiori. Pensiamo all'enormità dei costi della sanità campana ed il paragone con quella lombarda in termini di efficacia.




Ma chi difende Tremonti?

Ho detto solo che quelle riportate dall'Economist mi sembrano, prima facie, delle immonde puttanate.
JuanManuelFangio
00mercoledì 14 luglio 2010 14:46
Re:
giusperito, 14/07/2010 13.32:

e a quali fonti dovremmo rivolgerci?

Dirsi liberisti e difendere tremonti mi sembra una contraddizione.

Il ritardo italiano è dovuto all'inefficienza e spesso all'inefficacia del sistema pubblico. Siamo tra gli stati che spendono di più per il finanziamento dei servizi pubblici, ma siamo quelli che ricevano i servizi peggiori. Pensiamo all'enormità dei costi della sanità campana ed il paragone con quella lombarda in termini di efficacia.




Purtroppo anche quello privato. Vedi Fiat, Parmalat ecc... Diciamo che stiamo messi male.
giusperito
00mercoledì 14 luglio 2010 22:23
si ma il ritardo privato in linea di massima non lo paghiamo noi contribuenti a meno che lo stato non prenda decisioni in stile alitalia.
La parmalat purtroppo è il risultato di una truffa. La fiat il risultato della continua ingerenza degli agnelli nelle politiche italiane e dei loro ricatti all'Italia
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:36.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com