"I casalesi siamo noi". Erano quasi in tremila dietro lo striscione che apriva la manifestazione della "giornata del riscatto" dei cittadini di Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano di Aversa. Una iniziativa promossa da decine di associazioni e dalle parrocchie dei tre comuni, con l'obiettivo dichiarato di voler ridare dignità ad un popolo che si sente criminalizzato perché ingiustamente accomunato al clan dei casalesi. A guidare la marcia don Delio Pellegrino, parroco di Santa Maria Preziosa, che ha più volte ribadito: "Il modello Caserta ci sta bene, come ci stanno bene le iniziative del ministro Maroni che perseguono la criminalità. Ma dopo la repressione vogliamo anche il lavoro. Questa gente non ce la fa più ad andare avanti ed è criminalizzata dovunque si presenti perché tutti ci considerano dei criminali". Hanno chiesto a gran voce che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si rechi a Casal di Principe per ascoltare la voce di tutte le persone per bene, senza però la mediazione della politica nella quale non nutrono più fiducia. La marcia ha attraversato i comuni di Casapesenna, San Cipriano di Aversa e si è conclusa nel parco dedicato a don Giuseppe Diana, a Casal di Principe, dove alcuni giovani studenti e rappresentanti delle associazioni promotrici della manifestazione, hanno ribadito che vogliono prendere le distanze dalla criminalità organizzata, ma lo Stato deve tendere la mano ai cittadini casalesi e non mostrare solo la sua faccia repressiva
di Raffaele Sardo
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