«Manifesto» dei Laici-Credenti (Famiglia e Valori in FLI)

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Etrusco
00martedì 30 novembre 2010 18:23
Divulgato sul Corriere della Sera:

Crisi - Lo scontro - La lettera aperta

Famiglia e Valori
Il «Manifesto» dei Laici-Credenti di Futuro e Libertà

Rosso: «Si descrive FLI come una formazione politica ultralaicista e volevo dimostrare che così non è»


«I diritti del nascituro, il rispetto della vita umana dal suo concepimento al suo termine naturale, il diritto del bambino ad essere adottato entro il perimetro di una famiglia naturale costituita da due persone di diverso sesso, non sono contestati da chi si attenga, nella prassi politica, ai principi del diritto naturale, sia egli credente o non credente».

E' questo il passo centrale di una «Lettera aperta» che è stata sottoscritta dai parlamentari «laici credenti» di Futuro e libertà facendo riferimento appunto «al terreno comune, a credenti e non credenti», cioè ai «principi di diritto naturale, che partono innanzitutto dalla difesa della dignità della persona umana».
Hanno firmato il documento quasi tutti gli appartenenti al gruppo della Camera (25 deputati con quelle, tra gli altri, di Bonfiglio, Ronchi, Di Biagio, Consolo, Bellotti, Moffa, Menia, Barbareschi, Divella, Siliquini, Lamorte, Angela Napoli e degli enfant terribles Granata e Briguglio), 8 senatori futuristi (con il capogruppo Viespoli) e 3 europarlamentari.
Mancano le firme del capogruppo a Montecitorio Italo Bocchino e del «radicale» Della Vedova.
Altri temi qualificanti:
il riconoscimento e la tutela della famiglia per la quale si invoca «una coerente azione politica volta ad applicare il quoziente familiare nel sistema di esazione fiscale»;
il buono-scuola
(«per garantire il diritto educativo») e buono-sanità («per scegliere liberamente all' interno dell' offerta del sistema sanitario»);
ma anche il no all' accanimento terapeutico nel fine vita
o alla discriminazione in materia di assistenza sanitaria in ambito ospedaliero per le coppie omosessuali.
E ancora il riconoscimento e la tutela dei diritti dei rifugiati politici e religiosi in seno alla nostra comunità nazionale, così come garantito dalla Costituzione.

Ideatore della lettera, il deputato Roberto Rosso, fondatore di Forza Italia in Piemonte, che ha aderito alla svolta di Fini e a Futuro e libertà.
Pronipote di San Giovanni Bosco, in buoni rapporti con il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, salesiano, fin dai tempi in cui era vescovo di Vercelli,
Rosso ha stretto anche un solido rapporto con l' arcivescovo Fisichella, nei lunghi anni in cui è stato «cappellano» della Camera dei Deputati.

Perché ha preso questa iniziativa?
«Avevo visto che si descriveva Futuro e libertà come una formazione politica ultralaicista - risponde - e allora ho pensato di mettere a punto un manifesto che dimostrasse che così non è, un manifesto, che è stato firmato dai quattro quinti del gruppo parlamentare».
Continua:
«Io sono di Comunione e Liberazione, Di Biagio e Bonfiglio dell' Opus Dei, la stragrande maggioranza di Fli è con noi e anche Fini ha chiarito il suo pensiero».
Nel discorso di Bastia Umbra infatti il presidente della Camera aveva invitato a recuperare il «ritardo» dell' Italia rispetto agli «standard europei» sui cosiddetti diritti civili, e con ciò aveva messo in allarme il mondo cattolico.
Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, aveva dato espressione a questo disagio, ricordando come la prima vittima di questa presunta «laicità positiva» sia stata le legge sul fine vita, e chiedendo ai potenziali interlocutori politici di Fini (con riferimento al leader udc Casini) di tenerne conto.
Adesso arriva la «lettera aperta» sui valori.
«Il criterio di laicità è figlio della rivelazione cristiana.
Fu detto infatti "date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare"», afferma il manifesto.
Esplicito richiamo anche al pensiero del Papa «che ha giustamente affermato che non soltanto la religione ha il compito di illuminare la ragione», ma che questo dovere è reciproco.
In conclusione: «Dobbiamo recuperare le radici che esprimono la centralità della persona umana e del diritto naturale poste a base della prima parte della nostra Costituzione»
, per «costruire una civiltà laica e liberale cui le religioni e in particolar modo quella cristiana, sulle cui radici si fonda la nostra comunità nazionale»,
diano il loro contributo culturale.

Calabro' Maria Antonietta

Pagina 8
(28 novembre 2010) - Corriere della Sera


giusperito
00martedì 30 novembre 2010 21:22
Pur dovevano esprimere il motivo per cui non c'è da sperare.
.pisicchio.
00martedì 30 novembre 2010 21:43
Sono veramene ridicoli.
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