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Barnard invita Berlusconi a restare in sella

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2011 10:25
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07/11/2011 23:04
 
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DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info

Presidente,
perdoni l'approccio informale. Sono il giornalista e autore Paolo Barnard, lavoro da due anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisi dell'Eurozona. Siamo guidati dal Prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani.


Presidente, è incomprensibile che Lei non scelga di salvare la nazione, e il Suo governo, rendendo pubblico che:


a) l'Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia.


b) esistono responsabili italiani ed europei di questo "colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche". (una definizione del tutto ragionata offerta dell'economista americano Michael Hudson)




Presidente, dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback, Le stanno suggerendo la via d'uscita. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto che:


L'Italia è stata condannata a un’aggressione senza precedenti da parte dei mercati dall'operato dei governi di centrosinistra che La hanno preceduta, poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell'Eurozona. Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro. Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma.


L'Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di "Togliere agli Stati la loro ragion d'essere". La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo (Attali, Delors, Issing, Weigel et al.), col fine di congelare le svalutazioni competitive d'Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sud Europa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l'esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco.


Specificamente, la moneta unica:


- Esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve USA, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell'Eurozona.


- I debiti dell'Eurozona non sono più sovrani, poiché l'Euro è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all'emissione. L'Euro è moneta di nessuno, non sovrana per alcuno.


- I due punti precedenti hanno distrutto il fondamentale più importante della macroeconomia di Stato, che è "Ability to pay", cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di "Ability to pay", la cui presenza è infatti l'unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/PIL, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per cui l'Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.


- L'Euro è moneta insostenibile, disegnata precisamente affinché l'assenza radicale di "Ability to pay" nei governi più deboli dell’Eurozona inneschi un circolo vizioso di crisi che alimenta la sfiducia dei mercati che alimenta crisi. Non se ne esce, qualsiasi correttivo non altera, né mai altererà, questo fondamentale negativo, e i mercati infatti non si placano.


- Le estreme misure di austerità per la riduzione del deficit di bilancio che vengono oggi imposte al Suo governo, sono distruttive per la Aggregate Demand di cui qualsiasi economia necessita per crescere. Sono cioè il farmaco che causa la malattia, invece di curarla. Anche questo non accade per un caso.


- Tali misure ci vengono imposte proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell'adozione di una moneta non sovrana. Infatti, ogni spazio di manovra del Suo governo al fine di stimolare crescita e riduzione del debito attraverso scelte di spesa sovrana (fiscal policy), è stato annullato dall'adozione della moneta unica, che, ribadisco, l'Italia non può emettere come invece fanno USA o Giappone. Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti nella storia repubblicana, e di cui le misure imposte dalla Commissione UE come il European Semester e l'Europact sono l'espressione più estreme, ma di cui noi cittadini e Lei paghiamo le estreme conseguenze.


- L'Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra, stanno, per i motivi sopraccitati, umiliando l'Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell'Eurozona. Lei, Presidente, sarà il capro espiatorio, noi italiani ne soffriremo conseguenze devastanti per generazioni.


Presidente, Lei deve e può denunciare pubblicamente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Lei può e deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi 'tecnici' in queste scelte sovranazionali catastrofiche.


Presidente, il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell'Università del Missouri Kansas City, sono coloro che hanno strutturato il piano Jefes che ha portato l'Argentina dal default al divenire una delle economie più in crescita del mondo di oggi. Essi sono a Sua disposizione per definire sia la strategia comunicativa che quella economica per salvare l'Italia, e il Suo governo, da un destino tragico e che non meritiamo.

In ultimo una precisazione di ordine morale.

Presidente, io non sono un Suo elettore, e avrei cose dure da dire sul segno che la Sua entrata in politica ha lasciato in Italia. Ma non sono un cieco fanatico vittima della cultura dell’odio irrazionale che ha posseduto gli elettori dell’opposizione in questo Paese, guidati da falsari ideologici disprezzabili, come Eugenio Scalfari, Paolo Flores d’Arcais, Paolo Savona, e i loro scherani mediatici come Michele Santoro, Marco Travaglio e codazzo al seguito. Perciò come prima cosa mi ripugna che Lei sia bollato come il responsabile di colpe che Lei non ha, e che sono tutte a carico del centrosinistra italiano. Incolpare un innocente, per quanto criticabile egli sia, è sempre inaccettabile. Ma soprattutto, Presidente, se l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine. Sarà l’entrata trionfale a Roma dei carnefici del Neoliberismo più impietoso, sarà la calata della Shock Therapy su un popolo ignaro, cioè il saccheggio del bene comune più scientificamente organizzato di ogni tempo, quello che nell’Est europeo ha già mietuto più di 40 milioni di vite in due decadi, senza contare le sofferenze sociali inenarrabili che porta con sé.

I volti di Mario Monti, di Massimo D’Alema, di Mario Draghi, di Romano Prodi, dell’infimo Bersani, sono le maschere funebri di questa nazione, veri criminali e falsari di portata storica. Il cerimoniere complice si chiama Giorgio Napolitano.

Mi appello a Lei Presidente perché mi rendo conto che i miei connazionali non hanno la più pallida idea di ciò che il centrosinistra italiano ha già inflitto al nostro Paese, di ciò che gli infliggerebbe se salisse al governo, ma soprattutto di chi li guida dietro le quinte. Le eminenze grigie sono le elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, gente senza nessuna pietà.

Resista Presidente, affinché Lei possa usare il tempo che Le rimane per smascherare il “colpo di Stato finanziario” che sta travolgendo, fra gli altri, la nostra Italia. I mercati finanziari della “classe predatrice”, così ben descritta nella sua abiezione dall’americano James Galbraith, la odiano a morte, ci odiano a morte. Sia, Presidente, colui che piazza la mina nei cingoli della loro macchina infernale, rivelandone l’inganno chiamato Euro e Trattato di Lisbona. Gli italiani non lo faranno. Non ne sono capaci.

Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=257
7.11.2011


p.s.
che ne pensate delle teorie complottiste di Barnard? e del suo saggio: il più grande crimine
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08/11/2011 00:19
 
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Chiamate la neuro.
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08/11/2011 00:42
 
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Non sai per averlo detto io che cosa è successo...si sono risentiti... se leggi il pamphlet il più grande crimine (non lo fare dicevo per dire) sono 70 pagine in cui si parla di economia senza usare un grafico dico uno. In ogni caso mi sembra quella storia di quel circolo (aiutami a ricordare il nome) che si riunisce una volta l'anno e che tutti pensano guidi il mondo e bla bla bla...

Cmq tu che sei più esperto mi vuoi dire se hai mai sentito parlare di questo randall wray?
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08/11/2011 22:53
 
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Questo articolo non è solo delirante ma contiene un numero di inesattezze, per non dire balle, in quantità industriale.
L’euro non è stato ideato per affossare gli stati del sud Europa, tantomeno è frutto di un progetto volto a “togliere agli stati la loro ragion d’essere”.
Innanzitutto, questo signore dovrebbe ricordarsi che la nostra entrata nell’euro ha recato, come primo vantaggio, la possibilità per il nostro debito pubblico di rifinanziarsi ai tassi d’interesse tedeschi. Se poi una classe politica dissennata ha vanificato tale vantaggio, facendo schizzare i nostri tassi, la colpa non è certo della BCE. L’Italia è una nazione con un debito pubblico altissimo, una volta che la Banca d’Italia è stata liberata dal fardello di acquistare obbligatoriamente i titoli di stato invenduti, i tassi d’interesse sul nostro debito hanno potuto fluttuare liberamente, con la conseguenza che abbiamo dovuto pagare interessi sempre più alti per rendere appetibile i nostri titoli di stato. Sotto questo punto di vista l’euro ci ha fornito per molto tempo un buon riparo. Le svalutazioni competitive rendono l’economia di un paese sicuramente più flessibile agli shock inattesi, quale può essere una crisi finanziaria come quella del 2007, ma nel nostro paese esse sono state utilizzate storicamente per sopperire all’inadeguatezza della nostra classe politica di varare riforme serie per la crescita. Svalutando la lira è stato più facile rendere i nostri prodotti relativamente meno cari invece di renderli qualitativamente più competitivi, perché questo processo avrebbe necessitato di università più selettive e di imprenditori meno protetti dallo stato. La Germania ha intrapreso una politica opposta, ed i risultati si vedono.

È falso parlare di neomercantilismo franco-tedesco; non ne scorgo traccia alcuna. Francia e Germania hanno due economie totalmente diverse. La Francia è statalista e con una crescita prossima allo zero, non ha nessuna intenzione di fare le riforme necessarie e continua a seguire la Merkel in politiche che attualmente possono solo favorire il leone tedesco.
Non è vero che la BCE non è un prestatore di ultima istanza, o meglio non è vero più. Gli acquisti operati da quest’ultima dei nostri titoli e di quelli spagnoli sul mercato secondario hanno vanificato nei fatti la previsione statutaria di non intervenire per comprare il debito dei paesi dell’eurozona.

L’ability to pay dei singoli stati nazionali non si è dissolta, semplicemente si è spostata ad un livello più alto, ove la Grecia può ritenersi ancora uno stato non in default perché alla propria inesistente capacità di onorare i debiti si affianca la solidità della Germania. L’esempio del Giappone è semplicemente patetico. Lì l’inflazione è pari a zero, nonostante un debito pubblico elevatissimo, perché sono anni che si versa in una situazione denominata “trappola della liquidità”, la quale ha richiesto un intervento massiccio di immissione di moneta per frenare la deflazione incalzante. Cosa c’entri l’ability to pay del Giappone, francamente mi sfugge.


I difetti dell’euro, così come attualmente concepito, sono altri.
La politica monetaria dell’eurozona è troppo appiattita sulle esigenze dell’economia tedesca. Non smetterò mai di ripeterlo. La Germania non ha mai voluto una moneta che la accomunasse a paesi come Italia, Spagna e Grecia. Essa ha ceduto essenzialmente per motivi politici, perché la via della moneta unica sembrava una strada obbligata per la creazione di un mercato comune e di conseguenza per l’unione politica degli stati. L’euro è nato da un compromesso: da un lato la Germania ha accettato di avere la stessa moneta della Grecia, dall’altro ha preteso che la politica monetaria della BCE fosse identica a quella perseguita dalla Bundesbank.
L’unico obiettivo della BCE, quindi, doveva e deve essere il controllo sull’inflazione. A qualsiasi costo! Ciò significa alti tassi d’interesse anche quanto la crescita dà segni di debolezza e anche se l’inflazione prevista ha la sua origine nell’impennata dei prezzi del greggio, situazione che rende inutile una stretta monetaria. Moneta forte sempre e comunque, dettano da Francoforte, perché le merci tedesche non necessitano di svalutazioni competitive per esser vendute, anzi ne sarebbero addirittura danneggiate. E se la bilancia commerciale del resto dei paesi euro è negativa, pazienza. Deutschland über alles.
Poi, d’un tratto, qualcuno s’accorge che i paesi con l’economia più debole (la Francia è tra questi ma ancora non ne ha piena contezza) non possono sostenere una politica monetaria di tal fatta, qualcuno trucca i conti, altri si dedicano al bunga bunga. La crescita è stata troppo bassa per tutti, tranne la Germania ovviamente, diventa sempre più arduo sostenete il debito. Nel frattempo, per non togliere attrazioni al luna park, qualcuno ha dovuto iniettare anche qualche vagonata di denaro pubblico per salvare le banche. I soldi son finiti – se n’è accorto anche Scilipoti – ora quanto costerà questa crisi del debito alla Germania che pensava solo ai tassi suoi?

In ogni caso, l’Italia può sempre seguire la strada prospettata da Barnard, denunciare la grande truffa euro e dichiarare di volerne uscire. Immaginate cosa potrebbe succedere allo spread dopo una notizia del genere. Un paese con debito pubblico elevatissimo, crescita zero, pressione fiscale ai massimi e senza una moneta forte con la quale pagare i propri debiti esteri, che immagine veicola agli investitori internazionali? Voi investireste in un’azienda così conciata?



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08/11/2011 23:56
 
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Re:
giusperito, 08/11/2011 00.42:

Non sai per averlo detto io che cosa è successo...si sono risentiti... se leggi il pamphlet il più grande crimine (non lo fare dicevo per dire) sono 70 pagine in cui si parla di economia senza usare un grafico dico uno. In ogni caso mi sembra quella storia di quel circolo (aiutami a ricordare il nome) che si riunisce una volta l'anno e che tutti pensano guidi il mondo e bla bla bla...

Cmq tu che sei più esperto mi vuoi dire se hai mai sentito parlare di questo randall wray?




Ho letto qualche suo pezzo sull'Huffington post, è una specie di Stiglitz di serie B.

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09/11/2011 10:04
 
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Vi riporto la diatriba che mi ha visto coinvolto.

Juan bell'intervento... fa sempre piacere leggerti.

Raffaele:
ma l'articolo di cosa parla? A me interessa pochissimo Berlusconi e soprattutto andargli contro a prescindere. So benissimo ed apprezzo la battaglia dei radicali per distinguere l'avversario politico dal nemico. La tua critica è fuori oggetto, perché ho difeso B. nel caso del Lodo Mondadori, avendo studiato approfonditamente la nota di commento di Gazzoni alla sentenza. Tuttavia in questo caso contesto il merito dell'articolo, frutto di una cultura economica che non mi appartiene e che, soprattutto, non porta evidenze alle proprie opinioni. Non vedo grandi differenze tra questo articolo e un qualsiasi pamphlet contro il signoraggio. Sono anni che mi interesso alla mamma economia e leggere queste cose è svilente, soprattutto per la memoria di gente come Altiero Spinelli. In ogni caso credo che un argomento su tutti sia icastico: le svalutazioni competitive. Ora che lui voglia attaccare l'euro posso anche capirlo, ma che ci provi esaltando le svalutazioni competitive assolutamente no. Le svalutazioni sono una tassa occulta, una frode di Stato, un abuso da Stato totalitario. Parliamo del merito e non da oracoli del pensiero radicale che personalmente ritengo distante da questo articolo. Inoltre le dimissioni di B. non sono un cieco irrazionalismo voluto dall'odio ad personam. Per un presunto esperto che si illude di un intervento salvifico di B. ci sono fior di economisti (di opposte vedute) come Boldrin e Boeri che stanno spiegando gli effetti benefici delle dimissioni. D'altra parte questo articolo si discosta dal pensiero liberale (non usa radicale perché non voglio sbandierare nulla) per un'ovvia quanto palese ragione: ghe pens mi (credo si scriva così). Il giornalista continua ad invocare un intervento da uomo della provvidenza, da eletto, da investito da non so quale ed indimostrata (ormai sono anni, anzi, che dimostra il contrario) dote decisionista. Non credo all'onniscienza ed onnipotenza di chi governa e non credo che B. possa essere colui che svela il complotto, anzi solitamente quando i complotti sono così lontani nel tempo, estemporanei e privi di evidenze scientifiche si tratta di paranoie collettive in stile complotto sionista. Non so se sono un buon radicale, ma so per certe che quando si parla di economia e di politica bisogna portare numeri, evidenze e riscontri. Leggere della poca stima per Travaglio e gli altri "ladri di verità" può farmi gioire, ma d'altra parte è ciò che tu quoti. Se condividi il contenuto dell'articolo sia per la parte delle dimissioni sia per il complotto francotedesco sia per le svalutazioni competitive sia per le altre fantasmagorie economiche, possiamo parlare del merito, ma non della mia capacità di interpretare\comprendere\esternare il pensiero radicale. B. non è un nemico, ma nell'articolo non si parla di B.
p.s. visto che nell'articolo si parla anche di Argentina e del nostro risparmio privato da portata immensa, mi viene una domanda. Se domani l'Italia fallisce, cioè non paga più i titolari dei titoli di Stato, chi è che perde i soldi? I banchieri cattivi o i risparmiatori italiani? Il debito italiano è nelle mani degli stessi italiani che hanno comprato titoli per risparmiare. Se l'Italia "fa come l'Argentina", il risparmio italiano viene incamerato dallo Stato (altro che patrimoniale e 6 per mille sui conti) ERGO le due cose si escludono. Se siamo bravi a risparmiare non possiamo rischiare che lo Stato faccia l'Argentina. Inoltre, sempre in termini economici, laddove l'Italia faccia la svalutazione per essere able to pay chi si vedrebbe svalutato il denaro che ha investito in risparmio? Sempre gli italiani piccoli risparmiatori. Quando si parla di Argentina si dimentica sempre che in Italia c'è stata gente che si è vista bruciare i risparmi di una vita intera a causa del default argentino. Immagina cosa succederebbe se fallisse l'Italia. Inoltre cosa c'entri il tasso di crescita economica con la ricchezza di un Paese vorrei che Barnard ce lo spiegasse... altrimenti dovremmo arrivare all'assurdo di dire che, ad esempio, l'India cresce più di noi e quindi è più ricca di noi. L'Argentina cresce perché la sua moneta non vale nulla che sembra una bella cosa quando si parla di esportazioni, ma non quando si parla di economia interna e di importazioni necessarie.. oppure vogliamo tornare a quei sani progetti autarchici del ventennio?


F. T. N.:
Bene Raffaele mi fa piacere che ragioni!Eccoi tutte le risposte che cerchi le trovi sul sito Barnard nel saggio Il Più Grande Crimine frutto di lavoro con economisti Americani della New Economic School guidata da Randall Wray.Insomma non proprio cazzate da signoraggisti. www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf
lunedì alle 21.59 · Mi piace · 1

S. :
RAFFAELE TI RINGRAZIO PER LA FANTASTICA E DOTTRINALE LEZIONE DI ECONOMIA POLITICA, MA IL FULCRO DEL DISCORSO (QUELLO CHE VOLEVO CERCARE DI DIRE CON QUESTO ARTICOLO )E' CHE FARE POLITICA NON E' FONDATO SU UNA DIALETTICA DELL' OUT OUT ATTACCANDO DELIBERATAMENTE LA PERSONA IN QUANTO TALE ! FARE OPPOSIZIONE SIGNIFICA PORTARE AVANTI IDEE VERE E CONFUTANDO LE ALTRE, POLITICA NON SI FA CON ATTI IRRISPETTOSI "TIPO L' AVENTINO" (PAROLA ORMAI RETORICA) POLITICA NON SI FA ENTRANDO NELLA VITA PRIVATA O SOTTO LE LENZUOLA DI UN LIBERO CITTADINO PERCHE' NON SI HANNO ARGOMENTI! B. PURCHE' UN ANOMALIA E' IL PROBLEMA MINORE DEL PAESE, SE VOGLIAMO UN ECONOMIA EUROPEA CHE NON CI AFFOSSI,L' EURO ZONA DEVE ESSERE COMPLETAMENTE RIPRISTINATA CREANDO UNA CONFEDERAZIONE DI STATI CON UN UNICA ECONOMIA , NO UN ECONOMIA GOVERNATA DA FRANCIA E GERMANIA, MA TOLTA LA PARTE ECONOMICA IL MESSAGGIO CHE VOLEVO FAR PASSARE ERA PROPRIO QUEL TRAFILETTO SCRITTO NELLA PUBBLICAZIONE! HO PAURA VEDENDO MOLTISSIME PERSONE IN FIBRILLAZIONE SOGGIOGATI DALLE CHIACCHIERE DELLA SINISTRA DI REGIME E DI TUTTI I SUOI SERVI, CHE GRIDANO LIBERTA' ALLA DISFATTA DI B. ORA MI CHIEDO QUAL'E' LA LIBERTA' CHE TANTO OSANNANO: UN GOVERNO TECNICO (CHE CALPESTA IL CONCETTO DI SOVRANITA' POPOLARE) O L' ENNESIMO PASTICCIO DEMOCRISTIANO CON UNA COALIZIONE CHE VA DAL SEL(VENDOLA EX PCI) AL FLI(FINI EX MSI)! SIAMO STANCHI DEI GIOCHI DI PALAZZO SIAMO STANCHI DEI GOVERNI FATTI CADERE O TENUTI IN PIEDI DA COMPRAVENDITE DI PARLAMENTARI! GLI ITALIANI SONO UOMINI E IN QUANTO TALI LIBERI ED EGUALI PER NATURA ERGO E' NOSTRO DIRITTO AVERE UNA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA FONDATA SU IDEE PROGRESSISTE E RIFORMISTE E NO UNA DEMOCRAZIA PLUTOCRATICA CHE SI FONDA SU SCANDALI SESSUALI DI UN 70ENNE PERCHE' PRIVA DI ARGOMENTI INNOVATORI!


Raffaele:
S. davvero non volevo indisporti con la "lezione di economia" (ma assolutamente non lo era.. e laddove lo fosse non volevo certo producesse tanta acrimonia). A me sembra condivisibile il tuo discorso, benché sia poco convinto che un governo tecnico sia meno democratico di un sistema politico partitocratico ed organizzato senza contrappesi. Tuttavia mi dicevi che non ero in grado di interpretare compiutamente il pensiero radicale e questo può essere. Il pensiero radicale che conosco dalla bocca di Pannella, di Bordin, di Bernardini e co. riguarda solo la questione da te toccata con l'ultimo post e NON le posizioni di Barnard. Ricordo di aver sentito Bordin e Pannella lanciarsi in lodi sperticate di Altiero Spinelli. Mi spieghi come sia possibile tenere insieme Spinelli e Barnard? Forse è la mia pochezza culturale a rendermeli incompatibili? Forse sono io che non riesco a capire come siano conciliabili? come sia conciliabile il pensiero di Barnard sull'economia e sul sistema sovranazionale con le parole di Pannella che ascolto tutti i giorni? Il fatto che dica alcune cose condivisibili su Grillo e Travaglio non lo rende immune da errori. In ogni caso non sarò un grande radicale, ma a me l'etichettamento non è mai piaciuto ed abbracciare come il Verbo qualsiasi pensiero mi sembra sia inutile quanto offensivo per le mie capacità intellettive\intellettuali..
Mi sono permesso di parlare di economia perché l'articolo parlava di economia (ma Barnard è laureato in psicologia, forse per questo non usa grafici e numeri?). Sono convinto che, come sostengono Boldrin e Boeri, le sole dimissioni di B. riporterebbero lo spread intorno a 300 punti base (la giornata di oggi è stata indicativa). Credo che il problema di B. non sia cosa faccia sotto le coperte o quanti reati da privato cittadino abbia commesso, ma come ha governato questo Paese.. credo che anche il giudizio dei radicali sull'argomento sia negativo. In ogni caso non mi va di indisporre alcuno, ma di parlare nel merito e concretamente. Nessuno è portatore del Verbo, ma solo i tifosi delle idee non si pongono dubbi. Se per voi va bene possiamo entrare nel merito dell'articolo di sopra che comunque prescinde dalle cose giustissime che hai scritto. Se, invece, per voi barnard è intoccabile ed incriticabile non voglio indisporvi oltre e far perdere tempo prezioso a tutti noi. A tal proposito allungo questo post con la risposta al tuo amico F. T. N.:
Ogni buon libro si legge dalla fine. Almeno a me hanno insegnato che i saggi si leggono dalle note bibliografiche. Chi sono gli economisti a cui si riferisce? Le sue fonti economiche diverse dall'università del Kansas? Economisti di fama internazionale che vengano quantomeno sminuiti e criticati? Il gruppo di persone con cui lavora (che con tutta la pace di questo mondo contano quante pubblicazioni contano?). Tralasciando la pessima redazione delle note bibliografiche (non ci sono economisti di parte avversa? Come se volessi criticare Marx e non citassi le sue opere), mi fa specie dover parlare di economia e non vedere un grafico ed un complesso di dati spiegati con qualche formuletta. All'improvviso mette delle percentuali di gente che non può pagare questo o quello, ma percentuali di cosa, calcolate come, riscontrate da dove. Se questo signore ha scritto di economia, deve aver corredato il tutto con studi, grafici e numeri. Mi puoi linkare qualcosa di più concreto? L'autore stesso dice che è frutto di ricerca scientifica.. benissimo possiamo parlare di quella ricerca scientifica? di quei dati? Mi fa piacere parlare del merito, ma risparmiatemi la fatica di leggere un lungo pistolotto senza un grafico. Mica dico di aver ragione io, ma voglio parlare di economia e non di idee sull'economia. Purtroppo l'economia richiede numeri e grafici. Barnard parla di una teoria economia e quindi da qualche parte deve aver linkato qualche numero e grafico. In ogni caso per una questione di "cortesia" visto che ho speso un bel po' di tempo ad argomentare contro l'articolo postato sarebbe anche carino sapere cosa ne pensate senza fare riferimento al principio d'autorità su un link esterno di 70 pagine. Giustamente vogliamo ragionare e nessuno è portatore del Verbo.. visto che voi avete letto Barnard e sicuramente visto i grafici ed i numeri a cui lui si riferisce, possiamo anche entrare nel merito delle cose che ho scritto più su. Penso sarebbe difficile per tutti rispondersi con "vatti a leggere questo". Certamente più rapido, ma meno utile.
p.s. ma concretamente secondo voi B. si deve dimettere?
p.p.s. mi dispiace aver invaso il post di Rosario che ho capito non ha gradito. Mi dispiace aver manifestato il mio dissenso visto che non è stata gradita la mia posizione.
lunedì alle 22.56 · Mi piace

S.:
Raffaele non hai indisposto nessuno e non hai intasato nessun post, motore primo della democrazia è il dialogo e lo scambio libero di idee(idee, no ideologie cieche) forse sono stato poco chiaro nel modo di esprimermi, il punto e che continuate (in maniera ideologica) a a pensare che la soluzione di tutti i mali italiani sia l' uscita di scena da parte di B.( questa è la soluzione ad alcuni mali ma non a tutti) qui nessuno dice che barnard sia intoccabile o un dio sceso in terra ma quando si scaglia contro una stampa di regime fatta da vili affaristi che si sono riempiti le tasche parlando della vita privata di un libero cittadino e non delle azioni politiche del capo del governo allora io condivido in toto quello che dice. Non credere che se il governo B. cada ci sarà il paradiso terrestre della finanza non credere che le borse saliranno in maniera vertiginosa e l' italia riprenderà il suo posto nell' economia europea. Se questo governo cadrà e ci sarà il solito pasticcio del governo tecnico(ribadisco governo non democratico ma oligarchico) data la maggioranza poco stabile e molto eterogenea non oso immaginare le condizioni future dell' italia. voglio citare oriana fallaci che in maniera molto schietta spiega cosa sono i radicali: CI VUOLE MOLTO CORAGGIO A BATTERSI STRINGENDO UNA ROSA IN PUGNO E BASTA.
QUEL TIPO DI CORAGGIO E' INDISPENSABILE A RESISTERE NEI GIORNI DURI, NEI GIORNI DIFFICILI, QUANDO SI CREDE DAVVERO ALLA DEMOCRAZIA ! ecco noi lottiamo per la democrazia no contro un uomo no contro un ideologia noi lottiamo contro un sistema partitocratico che inganna il popolo con una stampa asservita a tale sistema noi lottiamo contro luridi giochi di palazzo che partoriscono governi tecnici non votati liberamente dal popolo ma investiti dall' alto! essere radicale secondo me non è darsi un etichetta o seguire un ideologia ma è abbraccia una determinata filosofia di vita prua verso le libertà individuali e la difesa di quest' ultime allor quando vengono calpestate! ( ora sono pronto a ricevere l' ennesima lezione di economia politica ;) )
23 ore fa · Mi piace

Raffaele:
S. ti ripeto che questa parte del discorso che fai la condivido in pieno. Condivido a tal punto che penso di essere stato tra i pochi "folli" ad aver difeso e continuato a difendere B. per la sentenza Mondadori. Mi sono messo lì per due giorni interi a leggere la nota di commento di Gazzoni, perché quando dico qualcosa contro qualcuno devo essere certo di non lanciarmi in giustizia sommaria. Condivido la critica a Travaglio e co. Tuttavia il contenuto economico e complottista di Barnard non può appartenere alla mia cultura. Io sono un mercatista, non credo a Chomsky figurati se posso credere a Barnard, sono convinto che la crisi economica sia frutto dell'abuso di Stato piuttosto che del mercato (abuso di Stato con connivenze dell'oligarchia finanziaria) e il mio economista di riferimento è Friedman. Belle le parole della Fallaci. Tuttavia lottare per la democrazia è una vuota formula (la Germania comunista era la Repubblica DEMOCRATICA tedesca)... Personalmente lotto per la libertà, ma qui verrebbe fuori un lunghissimo pippone di filosofia del diritto e morale che mi renderebbe ancora più antipatico. L'argomento è così bello che c'ho scritto la tesi, ma come post sarebbe troppo lungo. :)... Sul discorso B. credo che siamo d'accordo nel non volerlo giudicare come uomo, ma ciò non vuol dire che non possiamo giudicarlo come politico. Ovviamente B. è la rappresentazione di questo Paese (c'è un bellissimo articolo di Gobetti sulla rivoluzione liberale che spiega il fenomeno Mussolini: www.cdrc.it/TestiCDRC%5Cgobelghiogliot.html). L'ennesima potenza del familismo amorale di banfield.
Ora togliere B. che ha fallito come politico e come liberale è il primo step per provare a cambiare questo Paese. Non tutto il cdx e il csx sono da buttare. Non apprezzo politici come il sindaco DM, ma lo stesso Pannella indicò il suo nome al ballottaggio. Il motivo credo sia chiaro.
Non credo nemmeno che l'attuale sistema costituzionale sia democratico nel senso a cui ti riferisci tu. L'investitura popolare è un falso storico. La maggioranza tende a diventare dittatura (dittatura della maggioranza) e quindi a me interessano le regole che vengono prima e da fuori il Parlamento.
[Modificato da giusperito 09/11/2011 10:06]
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09/11/2011 21:26
 
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Gius, non incoraggiare Juan, può fare molto meglio.
Questo è un compitino che mischia le idee di krugman con quelle della new wave neokeynesiana italiana alla Brancaccio.

Juan deciditi, o con Krugman o con Brancaccio, non puoi stare con tutti e due contemporaneamente.

Poi vorrei capire gius, come fai a trovarti in queste diatribe. Te le vai a cercare, o ci finisci seguendo lo spirito del buon samaritano?

Non ho letto tutto, ma solo due cose.
Stai assolutizzando il concetto di dittatura della maggioranza, di questo passo rischia di perdere il suo significato.
Poi la cosa sociologica del familismo amorale, risparmiamocela.
Questo concetto sociologico ormai è talmente banale, che non dice più niente. Anche in Texas c'è il familismo amorale, eppure lì lo stato funziona benissimo, certe volte pure troppo.

Una piccola notazione finale, sul livello della democraticità del sistema. Io sono sorpreso, questa crisi sembra rapidissima.
Quella del fascismo durò sette anni e alla fine il puzzone lo mandarono via solo perché gli alleati sbarcarono in sicilia.
Quella della prima repubblica è durata venti anni e ci volle una azione giudiziaria straordinaria per liquidarla.
Con B la crisi è durata solo due anni e mezzo ed sono bastati solo un paio di battaglioni di mignotte per togliercelo di torno.
Non è un miglioramento?
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10/11/2011 09:39
 
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Mi ci ritrovo perché sono malato...di polemica... dovrei imparare a capire quando si tratta di una battaglia persa e soprattutto di tempo perso (sempre troppo!).

Non credo assolutamente alla neutralità del sistema elettorale e quindi il rischio di dittatura della maggioranza è conseguenza netta di un'alterazione di fondo del sistema democratico. Tuttavia qua nemmeno di maggioranza parliamo, ma di una minoranza organizzata più o meno vasta.

Forse in Texas il familismo amorale non riesce a diventare sistema perché il governo a tutti i livelli funziona decentemente e le decisioni non passano solo per le mani di alcuni oligarchi (qua in Italia anche il dipendente comunale di quart'ordine è un oligarca)?

Sui tempi credo che stai facendo un po' di arbitrio. Ritenere che Mussolini fosse in crisi dal 1936 mi sembra un po' un eccesso.
Poi la crisi di B. è un tantino più risalente, perché già dalla rottura con Casini è entrato in crisi il vasto consenso berlusconiano, ma volendo si può dire che ha iniziato in crisi. Poi sei troppo semplicista; B. non sta cadendo per lo scandalo "mignotte", ma per l'indecorosa gestione del potere connessa all'incapacità di gestire la crisi economica e le pretese dei suoi accoliti.
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10/11/2011 22:47
 
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Gius, ti ringrazio.
C'è un passo del tuo intervento però che non condivido affatto. Il giudizio che dai delle svalutazioni della moneta è estremo.
La struttura dell'euro si basa su una teoria economica formulata dal premio nobel Robert Mundell denominata "area valutaria ottimale". In questa teoria - detto in estrema sintesi - si opera una valutazione sulla sostenibilità o meno di una moneta unica per alcune nazioni diverse. La moneta unica, secondo Mundell, funziona solo quando tra diversi paesi è presente un alto grado di mobilità dei fattori produttivi. Ciò è necessario per riequilibrare situazioni in cui in un paese vi è, ad esempio, un eccesso di disoccupazione e in un altro una forte domanda domanda di lavoro da parte delle imprese. In una situazione del genere è necessario che il fattore lavoro sia mobile per riequilibrare in maniera naturale la situazione iniziale, perché non è possibile svalutare la moneta del paese con forte disoccupazione per far ripartire la domanda aggregata e creare nuovi posti di lavoro.
Di conseguenza, se tra i citati paesi non c'è mobilità dei fattori, non è conveniente avere una moneta unica.
Secondo te, l'attuale zona euro è un'area valutaria ottima, come descritta da Mundell? A me pare proprio di no.
In realtà, gli attuali problemi della Spagna e della Francia (si badi non quelli dell'italia) potrebbero risolversi con una leggera svalutazione della moneta, in modo da far ripartire le esportazioni e dare un po' di sprint alla bassa crescita.
Invece, i mercati sanno che i paesi euro non possono svalutare e si accaniscono perché non vedono soluzioni di ripresa immediata (mettici pure che la BCE non aiuta con le sue politiche dei tassi).
Se analizzi i dati macro della Gran Bretagna vedrai che non sono tanto diversi da quelli dei paesi in difficoltà della zona euro. Solo che i titoli inglesi non sono sotto attacco, anzi dopo il Bund e il Treasury Bond essi sono considerati addirittura uno strumento-rifugio. Questo perché la GB ha già varato un QE e probabilmente ne varerà un secondo. Idem vale per la Svezia, che svalutando ha ridato un po' d'ossigeno all'economia.
Tutto ciò non dimostra assolutamente che la svalutazione è la migliore arma per garantire ripresa economica, ma può essere in alcuni casi una medicina. Essa ha sicuramente molti aspetti negativi, quali l'aumento dell'inflazione e l'erosione del risparmio (il cui effetto è però relativo per gli strumenti indicizzati), però dimmi in tutta sincerità: esistono davvero delle medicine senza controindicazioni?
Vorresti abolire gli antinfiammatori solo perché a stomaco vuoto provocano disturbi gastrici? Li usi per curarti, e solo quando servono. In Italia, negli scorsi anni, abbiamo preso troppa di questa medicina e ora noi contribuenti abbiamo il mal di stomaco.

@Trixam: come sai sono un keynesiano e non l'ho mai nascosto. Normale che un Krugman possa riscuotere da me grosse simpatie. Non ci vedo nulla di male. Più che altro, spesso amo rifarmi anche ad una musa ispiratrice, il cui nome è Onestà Intellettuale. Già, proprio lei. Dovresti provare a conoscerla; certo, renderà i tuoi interventi meno sensazionali, però ne guadagneranno molto in coerenza, e soprattutto in veridicità.



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11/11/2011 10:25
 
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Condivido il tuo discorso sulle svalutazioni.. effettivamente ho generalizzato l'atteggiamento italiano. Dopo aver sentito Brunetta che diceva che con la Lira onoravamo interessi anche più alti mi è venuta un'incazzatura...
Il problema Italia è che il debito pubblico è alto senza una ragione valida e che le svalutazioni servivano per fare la tassa indiretta sugli italiani
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