| | | | Post: 492 Post: 492 | Utente Senior | | OFFLINE | |
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11/07/2011 12:06 | |
Dal professore Prisco, che mi prega di postare
In un'intervista al Giornale di oggi, il Ministro Gelmini propone, tra l'altro, di ridurre di un anno la durata legale del corso di laurea in medicina e sempre di un anno il periodo necessario per la pratica, ai fini dell'esame di Stato per avvocato (quello di medicina si può dare subito, com'è noto). Dice anche che sta ragionando sull'abolizione del valore legale del diploma di laurea.
Nel forum di www.corriere.it che ne dà notizia ho postato questa mia opinione in merito:
Una proposta da valutare con prudenza
"I futuri iscritti a medicina e giurisprudenza possono cominciare a brindare. Chissà se potranno in futuro fare lo stesso i loro pazienti e clienti" (questo è il commento del giornalista, n.d.r.). Ben detto. Insegno in una facoltà di Giurisprudenza e sono avvocato, sicché per medicina non posso esprimermi. L'idea di ridurre ad un anno la pratica post laurea per l'esame di avvocato non è allo stato buona (acquisire l'esperienza concreta di uno studio legale richiede tempo), anche se si è già provveduto a ridurre la pratica per il concorso notarile, capitalizzando in modo analogo l'ultimo anno di studio universitario. E' vero però che troppi si laureano tardi (fuori corso) e che così l'età per entrare nel mondo del lavoro si fa eccessivamente alta. La verità, secondo me, è che le facoltà giuridiche (che presto diventeranno Scuole di Legge, secondo il modello - riadattato - delle Law's Schools statunitensi) e le odierne scuole delle professioni legali presso le università dovrebbero essere riorganizzate e venire orientate alla pratica più di quanto non accada oggi, non restare solo teoriche (beninteso: ottime basi teoriche servono, eccome!), prevedere stages, stesure di atti, esercitazioni giurisprudenziali, lezioni integrative di validi esponenti di studi professionali, della magistratura, del notariato e delle amministrazioni pubbliche. In piccola parte si sta anche incominciando a farlo, ma in misura insufficiente ed episodica. Solo in questo quadro l'idea del ministro potrà essere presa in considerazione
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