Chi è Lukashenko?

Ma chi è quello lì
con le cosce come copertoni,
quello lì, quello lì,
vicino al banco dei peperoni,
io lo devo conoscere assolutamente
o mi scoppia la mente
e non vivo più.
Se m'invento qualcosa,
un'idea brillante,
ce ne ho sempre tante
che mi tirano su.
Quello lì, quello lì,
è una roba pesante, lo sento
uhmmm un vero talento.

che vergogna! regaliamogli un libro di storia!Vorrei far notare la fine che fanno i giovani laureati (sempre che gli vada bene): Cyrano di politici ignoranti quanto potenti...

ho visto ieri sera il servizio a striscia la notizia
quanta ignoranza c'è in politica.....
e quanta intelligenza mortificata c'è in giro di noi giovani laureati,laureandi, etc.che lottiamo per avere un lavoro dignitoso...e sognando solo di andare in parlamento, perchè quei posti tanto ambiti sono per noi ahimè solo un utopia...
in italia non c'è più meritocrazia...

BIELORUSSIA: IL PUGNO DI LUKASHENKO, PER RIVALE 5 ANNI NEL GULAG

Minsk, 14 mag. - Se c'e' ancora qualcuno, in Europa, che non sa chi sia Alexander Lukashenko, puo' farsene un'idea dalla sentenza che ha spedito per cinque anni in un gulag Andrei Sannikov, rivale sconfitto di Lukashenko nelle ultime elezioni bielorusse. L'esponente del dissenso, ex vice ministro degli esteri e cofondatore dell'associazione per i diritti civili Carta 97, era stato accusato di aver promosso la manifestazione che il 19 dicembre scorso contesto' i brogli con i quali Lukashenko fu confermato alla presidenza.
Fu proprio la repressione seguita a quella manifestazione che indusse Washington e Bruxelles a rinnovare le sanzioni contro "l'ultimo dittatore d'Europa", e a vietargli di viaggiare sia negli Stati Uniti che nell'Ue. Se queste misure non sembrano aver intimidito Lukashenko, lo stesso sembra valere per i suoi oppositori, alcuni dei quali hanno assistito al processo e, alla lettura della sentenza, si sono alzati in piedi e hanno urlato: "Liberta', Liberta'".
La prima preoccupazione di Sannikov, dopo il sorriso amaro che gli si e' disegnato sul volto, e' stato per la moglie e il figlio. "Prendetevi cura della mia famiglia, questa e' la prima cosa da fare", e' riuscito a gridare rivolto ai propri sostenitori, prima che le guardie lo portassero via. A impaurire Andrei e la giornalista Irina Khalip, anche lei sotto processo per la stessa manifestazione, e' la sorte di Danik, che domani compira' quattro anni e che lo Stato potrebbe sottrarre ai coniugi se entrambi finissero in carcere. A Irina, agli arresti domiciliari e sorvegliata 24 ore su 24 da agenti del Kgb, non e' consentito di incontrare il marito. Il 16 maggio arrivera' anche per lei il verdetto.
Nell'aula del processo e' emerso il dramma di una famiglia che, ha detto Alla, la madre di Andrei, "il sistema giudiziario bielorusso sta schiacciando con la potenza di un bulldozer".
"Ci prenderemo cura della tua famiglia, non preoccuparti", ha assicurato al dissidente condannato il suocero, Vladimir Khalip. "Hanno voluto fare al piccolo Danik un regalo: gli hanno preso il padre. E' Assurdo, non esiste giustizia, c'e' qualcno che puo' decidere il destino di un uomo poprio piacimento", ha aggiunto Alla.
Il pugno di Lukashenko si e' scatenato anche sui dissidenti piu' giovani, che come Sannikov sono destinati a carceri di massima sicurezza o a campi di lavoro. Ilya Vasilyevich, Vladimir Ermenek, Oleg Gnedchik, tutti giovani di un'eta' tra i 19 e i 25 anni, sono stati condannati a tre anni. La stesa sorte tocca al ventenne Fyodor Mirzoyanov: a sua madre e' stato sbarrato l'ingresso nell'aula, e impedito di salutare il figlio. "Ti amo, figlio mio. Sono orgogliosa di te", ha avuto il tempo di gridargli dal corridoio del tribunale Lyudmila Mirzoyanova.
Tra i nove candidati dell'opposizione Andrei Sannikov fu quello che consegui' il consenso piu' significativo, un 2,43% raccolto faticosamente in una tornata elettorale segnata da pesanti brogli e irregolarita'. "Il 19 dicembre", ha detto Sannikov rivolgendosi per l'ultima volta alla corte, "non fu un gesto di protesta, ma di speranza. Vogliamo una cosa sola: vivere nel nostro Paese, votare in elezioni trasparenti e senza timore oper le nostre vite e quelle dei nostri figli. Vi avverto, voi che violate la legge: un giorno sarete messi sotto accusa e puniti".
La condanna di Sannikov ha attirato le critiche immediate di Washington, la capitale piu' celere nel definire "politicamente motivata" la sentenza bielorussa e nel chiedere la liberazione di tutti i "prigionieri politici". Al Dipartimento di Stato americano, che annuncia "nuove misure" contro Minsk, si e' aggiunta Londra: la sentenza, ha detto il ministro per L'Europa, David Lidington, "e' un nuovo colpo allo stato di diritto" in Bielorussia. L'Europa, per il momento, parla con la voce di Jerzy Buzek, presidente dell'assemblea parlamentare di Strasburgo: quella di Lukashenko, ha detto, e' "una vendetta". Fab

E' un chiaro riferimento...?!