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Montezemolo e dintorni si muovono per una nuova discesa salvifica in campo

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2011 01:22
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05/05/2011 01:22
 
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Caro Juan, non ho il tempo di replicare punto per punto al tuo discorso interessante teoricamente, ma praticamente inconsistente.
Faccio quindi qualche annotazione, partendo dalla coda.
Possiamo fare un giochino? Andiamo a prendere le opere di locke o degli altri grandi filosofi del liberalismo inglese, che è il padre della democrazia liberale, come berkley e hume, e vediamo quante volte compare il concetto di sovranità. La risposta è mai. I grandi filosofi del liberalismo inglese non concepironò mai la sovranità, perchè la democrazia liberale è le teoria del potere limitato, il potere limitato è composto da soggetti relativi. Il sovrano è un potere assoluto e dunque non può avere circolazione nella democrazia liberale. Infatti il parlamento inglese a seguito della gloriosa rivoluzione del 1689 aveva solo due compiti: votare il bilancio e votare la guerra, che era intrinsecamente connessa al bilancio.
In base alla sentenze coke del 1606 non poteva varare nessun atto che andasse contro la common law e così rimase fino al 1832.
Questo per dire che la democrazia liberale, che non concepisce la sovranità, non concepiva nemmeno il potere legislativo ordinario.
Infatti il primo emendamento della costituzione americana prevede un divieto a legiferare su determinate materie, divieto posto per tutelare il popolo da sé stesso.
La deriva legislativa dello stato, l'idea che la libertà fosse tutelata dalla legge del parlamento ecc, sono tutte idee del liberalismo francese che ha portato alle ghigliottine, al terrore, fino al totalitarismo napoleonico e via di questo passo fino ad oggi.
Insomma quello francese è stato un liberalismo dispostico, che ovviamente ha avuto tantissimi amanti in Italia.
Tutto questo non è per metodologia, che come diceva Lucio colletti è notoriamente la scienza dei nullatenenti, ma per mettere a posto i paletti quando ragioniamo su certe cose.
La sovranità è la continuazione del dispotismo con altri mezzi, e se proprio volessimo ammetterla essa dovrebbe essere affidata alla legge, che non va intesa come quella votata dal parlamento, ma come i principi negativi generali che reggono l'ordine spontaneo. Ma qui sto andando oltre e sarebbe troppo lungo.

Dunque il tuo problema fondamentale è che non ti piace il mondo come esso è nella realtà, quindi tu ragioni su come dovrebbe essere.
Il problema è che ragionando su come dovrebbe essere la sinistra perde le elezioni in questo paese da più di sessanta anni.
Tu mi chiedi come sia possibile accettare il fatto che il voto sia dominato da elementi irrazionali? Come sia possibile accettarlo non lo so e francamente nemmeno mi pongo il problema che è troppo complicato per le mie modeste capacità. Il fatto è che così. Il voto è irrazionale.
Questo ti fa rabbrividire perché voto irrazionale per te significa i rincitrulliti dalle tv berlusconiane che vanno a votare per B.
Ma se pensi alle elezioni politiche nella germania del 1933 per la grande maggioranza dei tedeschi era irrazionale non votare per il partito nazista che incarnava i veri valori del volk.
Quindi bisogna andarci con i piedi di piombo.
Non so, ti faccio l'esempio su me stesso che è quello che conosco meglio. Se facessi cadere la mia pregiudiziale ideologica che mi impedisce di votare per una repubblica senza partiti, dovrei pormi davanti al sistema partitico attuale. Dovrei cercare un partito che esprime idee liberali in sintonia con le mie, almeno a larghe linee.
Non esistono. Quindi, se proprio volessi votare, dovrei adattarmi alla logica del meno peggio. Se volessi ragionare razionalmente, guarderei i due schieramenti. Il centrodestra ad esempio ha molti punti negativi: non condivido la concezione non repubblicana di B, non potrei votarlo per la sua situazione di conflitto di interessi, la cosa peggiore è la politica economica che mi fa venire l'esaurimento nervoso solo a pensarci, non né parliamo dell'alleanza di ferro con la russia putiniana. Tutti elementi negativi. Però il governo Berlusconi sostiene Israele, questa per me è una cosa importantissima.
Ora se qualcuno legge non troverà assurdo questo mio ultimo ragionamento? Che cazzo gliene frega di israele, si chiederà?
Eh, per me conta tantissimo. Dunque inizierò a chiedermi, preferisco avere un governo che sostiene israele o avere un governo di centrosinistra il cui ministro degli esteri nel 2006 se ne andava a passeggio sotto braccio con un esponente di hezbollah?
Ora sai quanti di questi ragionamenti apparentemente strampalati passano nella testa di ogni elettore prima di andare a votare?
Il voto è uno, ma è la sintesi di tanti di quegli elementi che influenzano la mente che inevitabilmente quelli irrazionali prevalgono. Tutto qui. Ora tu vorresti che l'elettore prima di andare a votare si informasse sulla politica economica, sul nucleare, sulla politica estera ecc, tutto cose nobilissime, che però nella pratica dell'elettore medio non succede. E qui vorrei mettere un punto che per me è importantissimo. Non succede perché le nostre sono democrazie rappresentative. Lo so che per i grillini dirò una cosa eversiva, ma la democrazia rappresentativa è l'unica vera democrazia.
La democrazia diretta è la miglior strada per il totalitarismo, perché si traduce in un gioco a somma zero dove tutti cercano di fottere tutti.
Inoltre essa è possibile solo in sistemi come quello dell'antica atene che si basavano sul coinvolgimento totalizzante del cittadino all'interno della vita pubblica, e sullo schiavismo, cioè sulla destinazione permanente di una parte della popolazione alla produzione coattiva di beni per l'intera collettività.
Il mantra della canzone "libertà è partecipazione", non è mia così giusto. Partecipare è importante, soprattutto quando la partecipazione è qualificata, anche se in pratica difficilmente lo è, ma anche non partecipare, non essere costretti a vivere una vita pubblica permanente, è importante, altrimenti finiamo in mondo dove a furia di buone intenzioni finiamo in uno scenario orwelliano.

Qui il discorso del controllo delle nascite ci sta come i cavoli a merenda, così come citare john stuart mill che è l'idolo di coloro che vogliono le società dei buoni samaritani.
Io non ho mai detto che aumentare l'istruzione sia deleterio, sarebbe una cretinata, soprattutto nelle materie in cui dici tu dove l'informazione ha permesso grandi progressi.
Io mi riferivo alla democrazia nella sua natura politica.
L'illuminismo francese ha lasciato questa credenza che la politica sia una cosa alla portata di tutti, purché essa si basi sulla retta ragione, che è poi alla base delle ideologie della società civile e altre boiate del genere.
Non è così. L'arte del governo è complicatissima, tanto complicata che appunto le democrazie avanzate hanno avuto bisogno di dotarsi di specifici strumenti di governo che sono i partiti, cioè organizzazioni che dovrebbero formare al meglio la classe dirigente del paese, con concezioni profondamente diverse, perché la concezione dei partiti che hanno in america è molto diversa da quella che hanno in germania.
Il punto comune è che i paesi avanzati sentono il bisogno di avere una classe dirigente preparata il più possibile e si dotano di meccanismi di selezione, discorso che non riguarda l'italia ovviamente, che diventano sempre più rigidi a mano a mano che la democrazia è avanzata. L'inghilterra, che è una democrazia funzionante, ha una classe dirigente mediamente più preparata di altre democrazie, anche perché hanno la grande tradizione dell'impero.
Ma poi il mercoledi al question time si scannano in diretta televisiva facendo delle sceneggiate pazzesche. Mercoledi cameron ha detto ad una deputata laburista "calm down dear" ed è successo un putiferio.
Questo per dire che anche nelle democrazie avanzate i dibattiti sulla politica economica tirano poco, mentre le nozze di william e kate fanno vendere 20 milioni di giornali.
Ora ripeto, se noi escludiamo quelle materie che sono intrinsecamente legate alla governance, come l'economia o la legge, e anche queste non garantiscono nulla, per il resto anche avere una laurea o un master, non significa in alcun modo migliorare il livello della democrazia.
Riprendendo un esempio, nel 1933 le classi intellettuali votarono in massa per Hitler perché H aveva capito le loro paure.
Un laureato può non capire un ciufolo di politica, esattamente quanto uno che ha la quinta elementare.
Riprendo l'esempio della finlandia che sto conoscendo bene. Si tratta di un paese istruito? Non c'è dubbio, ma di che tipo? Gran parte degli studenti frequentano scuole tecniche, imparano la matematica, l'informatica e sognano di andare a lavorare alla Nokia.
Di politica gliene frega poco o nulla. Solo la notizia che la Nokia vuole delocalizzare ha riacceso un po' il dibattito e suscitato un po' di interesse tra i giovani.

In definitiva esitono questi due livelli: la classe politica, che dovrebbe essere razionale al massimo, che è sottoposta al giudizio del popolo che è per sua natura irrazionale. Qual è la chiave di volta?
Le idee, le culture politiche, i leader, esattamente nell'ordine in cui li ho elencati. Esattamente le cose che mancano all'Italia.
Non piace? Come diceva quel vecchietto? La democrazia è il peggior sistema di governo mai inventato, peccato che non se ne conosca uno migliore.
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