David Miliband è sembrato per alcuni anni il delfino e l’erede di Blair. E’ stato ministro degli Esteri nel governo guidato da Gordon Brown; e poi, dopo la sconfitta di Brown nelle elezioni vinte lo scorso maggio dai conservatori, è stato battuto a sorpresa da suo fratello minore Ed nelle primarie per la leadership laburista. Alcuni pensano che sia stato un errore per il Labour, e che David, non Ed, fosse non solo il predestinato ma il leader migliore per riportare i laburisti al governo. Lui si è tirato da parte, ufficialmente appoggia il fratello, forse sta a vedere cosa succederà e se il destino gli può offrire un’altra chance. Ma è chiaro che studia la situazione; e ogni tanto dice la sua. Oggi l’ha fatto in un editoriale sul Times di Londra. In cui nota che il dominio del centro-destra in Europa ha raggiunto in questa fase un livello mai visto da quando esiste il suffragio democratico. “In Gran Bretagna, Germania, Francia, Olanda, Italia e Svezia, sei paesi che possono rappresentare a buon diritto il cuore storico della socialdemocrazia, sono al potere ora governi di centro-destra. Questo non succedeva dalla prima guerra mondiale”.
I partiti di sinistra stanno perdendo consensi sia a destra che tra l’estrema sinistra, continua Miliband. La sinistra vinceva nel decennio degli anni ‘90 soprannominato NICE (gradevole) - non inflationary continuous expansion (crescita continua non inflazionistica). Ma ora siamo nel decennio chiamato GRIM (torvo) - growth reduced with inflationary misery (crescita ridotta con miseria inflazionistica) ed è la destra a guadagnarci. Nel 1999, ben 13 degli allora 15 paesi dell’Unione Europea erano governati dalla sinistra. Oggi la maggioranza dell’Europa è in mano alla destra.
Miliband offre due ragioni. Una è economica: gli elettori incerti della classe media, coloro che spesso spostandosi verso sinistra o verso destra determinano l’esito delle elezioni, si sono spostati a destra, perchè vogliono preservare il più possibile il proprio stile di vita, si sentono minacciati dal modello “tassa e spendi” della sinistra, non vogliono sacrificarsi per difendere o migliorare il sistema del welfare, in un momento di stretta economica e di fragilità sociale. L’altra ragione è politica: molti partiti di centro-destra hanno acquisito posizioni simili a quelle della sinistra, e più accettabili alla maggioranza dell’elettorato, su questioni sociali come la difesa dell’ambiente, gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, i diritti dei gay, così privando la sinistra di un vantaggio che aveva in questo campo. Se a ciò si aggiunge l’incertezza creata in molti dal problema dell’immigrazione, conclude l’ex-ministro degli Esteri, non è difficile capire perchè il centro-destra ha il sopravvento, a dispetto della crisi economica e finanziaria degli ultimi due anni.
Come uscirne? Come tornare a vincere? Miliband offre questa soluzione: “Quando i partiti di centro-sinistra fanno campagna elettorale come riformatori del settore privato, in nome dell’efficienza e non solo della giustizia, possono vincere. Quando presentano il governo come un alleato nella creazione di ricchezza e una difesa contro gli abusi dei privati, possono vincere. Quando si presentano come innovatori del settore pubblico, possono vincere”. E non giudica male l’idea di Big Society lanciata dal conservatore Cameron, ossia di una Grande Società in cui gli individui, attraverso volontariato e iniziativa privata, affiancano e in parte sostituiscono lo stato: “Non dobbiamo avere paura della Grande Società, reclamiamola come nostra e dimostriamo che noi possiamo farla funzionare meglio della destra”.