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Se lo dice il figlio di un marxista c'è da crederci?

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2011 20:10
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11/03/2011 15:26
 
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David Miliband è sembrato per alcuni anni il delfino e l’erede di Blair. E’ stato ministro degli Esteri nel governo guidato da Gordon Brown; e poi, dopo la sconfitta di Brown nelle elezioni vinte lo scorso maggio dai conservatori, è stato battuto a sorpresa da suo fratello minore Ed nelle primarie per la leadership laburista. Alcuni pensano che sia stato un errore per il Labour, e che David, non Ed, fosse non solo il predestinato ma il leader migliore per riportare i laburisti al governo. Lui si è tirato da parte, ufficialmente appoggia il fratello, forse sta a vedere cosa succederà e se il destino gli può offrire un’altra chance. Ma è chiaro che studia la situazione; e ogni tanto dice la sua. Oggi l’ha fatto in un editoriale sul Times di Londra. In cui nota che il dominio del centro-destra in Europa ha raggiunto in questa fase un livello mai visto da quando esiste il suffragio democratico. “In Gran Bretagna, Germania, Francia, Olanda, Italia e Svezia, sei paesi che possono rappresentare a buon diritto il cuore storico della socialdemocrazia, sono al potere ora governi di centro-destra. Questo non succedeva dalla prima guerra mondiale”.

I partiti di sinistra stanno perdendo consensi sia a destra che tra l’estrema sinistra, continua Miliband. La sinistra vinceva nel decennio degli anni ‘90 soprannominato NICE (gradevole) - non inflationary continuous expansion (crescita continua non inflazionistica). Ma ora siamo nel decennio chiamato GRIM (torvo) - growth reduced with inflationary misery (crescita ridotta con miseria inflazionistica) ed è la destra a guadagnarci. Nel 1999, ben 13 degli allora 15 paesi dell’Unione Europea erano governati dalla sinistra. Oggi la maggioranza dell’Europa è in mano alla destra.

Miliband offre due ragioni. Una è economica: gli elettori incerti della classe media, coloro che spesso spostandosi verso sinistra o verso destra determinano l’esito delle elezioni, si sono spostati a destra, perchè vogliono preservare il più possibile il proprio stile di vita, si sentono minacciati dal modello “tassa e spendi” della sinistra, non vogliono sacrificarsi per difendere o migliorare il sistema del welfare, in un momento di stretta economica e di fragilità sociale. L’altra ragione è politica: molti partiti di centro-destra hanno acquisito posizioni simili a quelle della sinistra, e più accettabili alla maggioranza dell’elettorato, su questioni sociali come la difesa dell’ambiente, gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, i diritti dei gay, così privando la sinistra di un vantaggio che aveva in questo campo. Se a ciò si aggiunge l’incertezza creata in molti dal problema dell’immigrazione, conclude l’ex-ministro degli Esteri, non è difficile capire perchè il centro-destra ha il sopravvento, a dispetto della crisi economica e finanziaria degli ultimi due anni.

Come uscirne? Come tornare a vincere? Miliband offre questa soluzione: “Quando i partiti di centro-sinistra fanno campagna elettorale come riformatori del settore privato, in nome dell’efficienza e non solo della giustizia, possono vincere. Quando presentano il governo come un alleato nella creazione di ricchezza e una difesa contro gli abusi dei privati, possono vincere. Quando si presentano come innovatori del settore pubblico, possono vincere”. E non giudica male l’idea di Big Society lanciata dal conservatore Cameron, ossia di una Grande Società in cui gli individui, attraverso volontariato e iniziativa privata, affiancano e in parte sostituiscono lo stato: “Non dobbiamo avere paura della Grande Società, reclamiamola come nostra e dimostriamo che noi possiamo farla funzionare meglio della destra”.
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11/03/2011 20:10
 
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David Miliband sarebbe stato un grande leader. Non perchè fosse un epigono di Tony Blair, perché come Blair non c'è nessuno.
Ma sarebbe stato un grande leader grazie anche a Blair.
Tony ha reiventato il modo di essere leader nel mondo moderno.
Chi aspira seriamente a diventare un leader politico non può non confrontarsi con il suo modello e il suo esempio.
Naturalmente essendo il primo, per di più a sinistra, ha commesso anche errori che appunto potevano essere utili al Miliband giusto per continuare sulla strada New Labour.
Invece nel partito hanno vinto i conservatori, e non quelli intelligenti, ma propri quelli della peggior specie, l'ala di Brown e i sindacati che durante il blarismo erano stati emarginati.
Come ha detto alaistar cambell: "il guaio non è che siamo tornati indietro di quindici anni in un colpo solo. Il guaio è che siamo contenti".

Sono abbastanza d'accordo con l'analisi di Miliband sulle cause della crisi del centrosinistra europeo, anche se con qualche osservazione.
Vero che i partiti di centrodestra si sono avvicinati alle politiche del riformismo europeo. Tuttavia questa è una conseguenza, benefica, della democrazia normale. Mandelson ha cercato di spiegarlo la settimana scorsa a Bersani. "Un partito che si presenta alle elezioni con il programma di stravolgere quello che fatto il governo precedente è un partito che non ha nessuna credibilità. Lo so che per voi è pazzesco, ma se berlusconi ha avuto un largo consenso significa che ha intercettato un certo bisogno della società italiana.
Anche per noi era pazzesco che gli inglesi votassero per la tatcher, ma il problema è che le elezioni non sono un saggio filosofico o morale. Sono una competizione in cui devi convincere quelli che non ti hanno mai filato a votarti e francamente dirgli che non hanno capito niente fino a quel momento non è una grande strategia. Sarebbe come pensare di conquistare una bella ragazza a colpi di rutti".
A loro volta Clinton e Blair erano stati influenzati dai lunghi periodi di governo conservatore.
Tuttavia vicinanza non significa uguaglianza. Destra e sinistra restano divise sulla questione di fondo: una ha una visione progressista e l'altra conservatrice.
Sarkozy fece una bellissima campagna in cui come uomo della destra riformista, dopo quattro anni però sono rimaste le chiacchiere e alla prova dei fatti si è rivelato un conservatore incapace di stimolare davvero un reale cambiamento.

Blair non era così. Tutti i commentatori lo vedevano come un conservatore travestito da progressista, eppure se si confronta la gran bretagna del 1997 con quella del 2007 vediamo due paesi radicalmente diversi.
Ecco allora quello che dice Miliband va precisato così: la sinistra smarrisce il senso del cambiamento e per questo poi si pone, in alcuni casi come quelli italiano in forma patologica, a difesa dello status quo ed è perdente. Quando però ritrova lo spirito sa cambiare ed anche velocemente.
La destra invece sa stare sull'onda del cambiamento meglio, ma in pratica non lo realizza mai.

Non va poi dimenticato che sui successi della destra ha avuto un influsso notevole il fatto che per otto anni alla casa bianca ci sia stato un presidente repubblicano. Sembra assurdo, ma la crisi del centrosinistra comincia con l'elezione di Bush che in europa è stato quasi sempre rappresentato come un idiota e uno stupido ignorante. Bush però, grazie ai suoi straordinari consiglieri, ha avuto un influsso potentissimo di cui non ci siamo accorti e che molti realizzeranno più avanti quando la figura di questo presidente sarà valutata con il necessario distacco.


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