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Business ecoballe: terreni pagati dallo Stato ai Casalesi 20 volte più del valore

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2011 17:51
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24/01/2011 17:51
 
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La verità e i sospetti della Procura antimafia sulla trattativa tra parti dello Stato e la camorra per la gestione dell’emergenza rifiuti sono contenuti in un dossier, per l’esattezza due verbali di seduta della commissione sulle ecomafie. Ma quelle informazioni sono inaccessibili. Non perché protette da un segreto investigativo, ma perché il presidente (dell’epoca e attuale) ne ha vietata la diffusione. Eppure, in quegli atti potrebbe essere contenuto uno dei segreti più scabrosi della storia della Campania, devastanti quanto l’affare Cirillo: l’accordo consapevole tra lo Stato e il capo dei Casalesi, Michele Zagaria.


È il 24 aprile 2007, da tre settimane la macchina mangiasoldi del Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti si è inceppata per cause di giustizia, travolgendo camorristi, imprenditori - come i fratelli Sergio e Michele Orsi - ma anche gli uomini di Guido Bertolaso, da poco a arrivato alla guida dell’organismo: Claudio De Biasio, per esempio. La commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti vuole saperne di più, il presidente Roberto Barbieri convoca a Palazzo San Macuto i magistrati che hanno lavorato all’inchiesta sul sistema dei consorzi intercomunali. Il 24 aprile, dunque, nella sede della commissione bicamerale arrivano i pm napoletani Raffaele Cantone, Alessandro Milita, Cristina Ribera. Li accompagna il coordinatore della Dda, Franco Roberti.



L’audizione dura tre ore, tre ore molto agitate racconteranno poi i testimoni. Si sta cercando lo sponsor altissimo di De Biasio, che Bertolaso aveva scelto come collaboratore; e si sta cercando di capire come il Commissariato aveva gestito le emergenze in Campania nel 2002, nel 2004, e in tutti gli anni successivi. Di quell’audizione, divisa in due blocchi, non esiste verbale pubblico. Il presidente Barbieri ne dispose la secretazione, trattando di argomenti che erano ancora oggetto di indagine. A distanza di quasi quattro anni, e con tantissima acqua passata sotto i ponti dell’affare rifiuti in Campania, quel verbale continua a essere coperto dal segreto. Ed è sostanzialmente il solo di tutta l’attività della commissione parlamentare sulle ecomafie, istituita nel 1997.



Dopo l’omicidio di Michele Orsi, che era stato assieme al fratello il titolare della Ecoquattro e che aveva iniziato a collaborare con la giustizia; e dopo il pentimento di Gaetano Vassallo, con le relative ripercussioni giudiziarie sul coordinatore campano del Pdl, Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno nell’associazione camorristica, in più occasioni è stata chiesta la desecretazione degli atti. Ma la risposta è stata sempre negativa. Non è possibile sapere, dunque, cosa fu detto in tre ore di audizione dai magistrati che stavano lavorando sulla connection. Ma qualche indiscrezione è comunque trapelata. Si parlò, per esempio, delle trattative fatte dal Commissariato di governo - nello specifico dal subcommissario vicario Massimo Paolucci e da persone da lui incaricate - per l’acquisto o il fitto dei terreni sui quali dovevano essere localizzate le discariche e gli impianti di stoccaggio per le ecoballe. Terreni localizzati in prevalenza in provincia di Caserta, in area controllata direttamente dal clan dei Casalesi. Gli accordi con i proprietari erano stati formalizzati quasi tutti nello stesso giorno, presso lo stesso studio notarile di Napoli. Nelle ore precedenti c’erano stati dei rapidissimi passaggi di proprietà.



I terreni che gli intermediari del Commissariato di governo avevano individuato come utili, erano stati segnalati a uomini e imprenditori vicini al clan dei Casalesi, soprattutto a Michele Zagaria e Antonio Iovine, che li avevano acquistati per pochi soldi e poi rivenduti (o dati in fitto) al Commissariato per cifre anche venti volte superiori a quelle di mercato. In alcuni casi, atto di acquisto e di vendita avevano la stessa data. È questo il denaro finito sui conti gestiti dal promotore finanziario che aveva in carico la carta di credito illimitata di Pasquale Zagaria, quella che non era appoggiata ad alcun conto corrente. Quelle contenute nei verbali secretati sono le ultime informazioni utili sui rapporti tra camorra casalese e apparati istituzionali.


Nulla esiste, invece, in merito alla gestione dell’emergenza che va dalla fine del 2007 alla fine del 2010. Cioè: esiste il rapporto informativo della Digos di Caserta trasmesso alla Dda di Napoli con lo screening delle ditte che hanno avuto rapporti, con contratti diretti, con il Commissariato di governo e con il Consorzio unico Napoli-Caserta
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