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Arriva il papa straniero o il leader del terzo polo?

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2010 18:42
Email Scheda Utente
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Post: 585
Utente Senior
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29/11/2010 20:44
 
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Re: Re: Re: Re:
trixam, 29/11/2010 17.21:




1) Basta dare una occhiata ai risultati elettorali del pci nel dopoguerra:
1948 : 31%;
1953: 22.6;
1958: 22.7;
1963: 25.3;
1968: 26 alla camera e 30 al senato;
1972: 28%;
1976: 34,4%;
1979: 30.4;
1983: 30;
1987; 26.6;

Sembra piuttosto chiaro che tolte le elezioni del 1948 che furono fortemente polarizzate, dal 1953 al 1972 il pci fu un partito principalmente della classe operaia, su posizione di sinistra cimunista classica e non riuscì quasi mai ad arrivare al 30.
Nel 1976, dopo che berlinguer aveva scritto il famoso articolo sulla questione cilena in cui chiedeva il compromesso storico, in cui disse che si sentiva più sicuro sotto l'ombrello della nato che nel patto di varsavia, dopo insomma che ebbe coniato quella espressione che fu nota come eurocomunismo, che voleva dare l'idea in sostanza che il pci era diventato autonomo dagli usake di mosca e che i comunisti si impegnavano a rispettare la democrazia formale, il pci, ripeto nel clima del compromesso storico a cui era favorevole tutta la stampa dell'epoca con la sola eccezione del Giornale di Indro Montanelli, avanzò al centro conquistando consensi che fino a quel momento non aveva avuto e che gli permise di arrivare quasi al sorpasso della dc.
Questa è storia, non stronzate.

2) Ripeto che qui i teoremi non contano, contano i fatti e nelle democrazie moderne si vince conquistando il centro, dove sta la maggioranza. Nelle moderne democrazie la destra e la sinistra sono minoranze organizzate, rispetto alla maggioranza che spesso è apolitica. Dunque se vogliono vincere devono coinvolgere la maggioranza della maggioranza apolitica nel loro progetto, altrimenti sono destinate a un nobilissimo e significativo ruolo di rappresentanza all'opposizione in eterno.
Io credo che dovremmo sempre tenere a mente quello che avviene nella madre di tutte le democrazie, che è quella inglese.
Gli inglesi hanno avuto 18 anni conservatori perché i tory avevano conquistato il centro, poi Blair con il new labour ha strappato il centro e ha governato per 10 anni. Chi dice che il governo blair non era un governo abbastanza di sinistra dice una idiozia pura, basta vedere qualche risultato: nel 1997 l'attesa per una visita speciliastica in uk era 9 mesi, nel 2007 era 6 settimane. Nel 1997 la scuola inglese era fuori dalle prime 10 del mondo, nel 2007 era al secondo posto e i bambini inglesi erano quelli che avevano registrato i maggiori progressi in assoluto in campo matematico, di lettura e comprensione. Soprattutto nel 2007 il reddito del 20% della popolazione più povera della gran bretagna erano raddoppiato rispetto al 1997. Eppure Blair ha governato con il pugno di ferro, ha fatto le privatizzazioni, ha combattutto i sindacati ecc... Se non era un governo di sinistra...
Dopo di lui Brown ha fatto la svolta a sinistra cercando di smantellare alcune riforme di Blair per tornare ad una sinistra classica, l'elettorato centrista si è spaventato ed è andato a destra, che nel frattempo si era spostata più al centro, ma non abbastanza. Così gli inglesi hanno imposto il governo di coalizione.
Questa è la realtà, sebbene con assetti diversi anche in Italia.
Berlusconi è il playmaker della nostra politica da sedici anni perché ha conquistato gran parte del centro orfano della dc e lo ha coltivato con il pupulismo, quando il centro sinistra è stato capace di conquistare una parte di questo elettorato, nel 1996 e 2006, ha vinto, anche se di misura.
In definitiva poi non bisogna pensare che per conquistare il centro bisogna snaturarsi, come l'esperienza dimostra. I fini e i valori restano gli stessi, ma bisogna cambiare i metodi per raggiungerli, per darsi nuove dimensioni. Questioni come la laicità sono importanti, ma elettoralmente contano quasi zero.
Nel 2006 i radicali e i socialisti fecero una lista, la rosa nel pugno, tutta puntata sulla laicità, molto pompata sui media e sponsorizzata da attori, cantanti ecc.., Quanto presero? Il 2.5%. Un flop clamoroso. Stessa cosa dicasi dall'altra parte per la lista di Giulianone Ferrara sull'aborto due anni fa, 2% anche lui.
Questi temi per l'elettorato medio sono settari, non portano voti.
L'elettorato vota sui temi economici, sul lavoro, la sanità, i servizi pubblici, le tasse ecc. Sono questi i temi su cui la sinistra italiana deve uscire dal paleolitico e confrontarsi con il mondo moderno, mettendo in campo una proposta politica che sia in grado di essere alternativa allo statalismo tremontiano.

3) Sul voto operaio, quella della crisi della rappresentanza è un mantra con cui si spiega tutto e nullo.
Faccio un esempio pratico. Modena, una città dove il pci prendeva il 70% anche ai tempi dei fatti d'ungheria. Tempo fa ci sono stato e sono passato a trovare gli ex compagni di mio nonno, i partigiani delle brigate garibaldi. Li ho avuto una rivelazione.
Il partigiano Gullo, un mito della resistenza, 92 anni gagliardamente portati, medaglia d'oro al valor militare, noto perché beppe fenoglio si ispirò a lui per il protagonista del suo romanzo sulla resistenza La paga del sabato. Ebbene il partigiano Gullo, 58 anni di pci alle spalle, mi dice che alle ultime elezioni regionali ha votato lega. Io rimango senza parole. Anche gullo è caduto. "E la sinistra"? Gli chiedo io. "Quale sinistra"? Mi risponde lui. "La sinistra oggi pensa solo ai negri, ai froci e agli zingari".
so che la frase può sembrare rude, ma Gullo viene dal pci dove su queste cose non si scherzava. Il pci era un partito: omofobo, ricordo che un certo pier paolo pasolini fu espulso dal partito perché era omosessuale; bacchettone, ricordo che contro togliatti ci fu una rivolta solo quando lasciò la moglie per andare a vivere con nilde iotti, la favorita; per certi versi anche razzista, basta andare a leggersi qualche articolo di rinascita degli anni cinquanta contro l'incapacità degli slavi di capire la bellezza del socialismo reale.
Quando la sinistra si spara le pose multiculturali, terzomondiste, progay, non rappresenta quelli come il partigiano Gullo, o no?
Eppure quest'uomo è un eroe della resistenza. Come la mettiamo?
Se la sinistra volesse rappresentarlo dovrebbe essere antigay, antirom ecc.

Questa crisi della rappresentanza è una balla, anche ai tempi di togliatti gli operai non si sentivano rappresentati da quello che Pietro Secchia chiama sprezzantemente "il legalitarismo".
Ma il giorno delle elezioni andavano a votare per il pci, punto e basta. Perchè il pci aveva un capo, un'idea, un'organizzazione ecc...
La sinistra contemporanea ha molti capi o aspiranti tali, ma nessun leader, che è necessario per costruire quel grande magma che nelle società moderne è fondamentale per conquistare il consenso maggioritario, la sensazione di stare dalla parte giusta, quella in cui scorre la storia. I grandi leader riformisti contemporanei sono riusciti a creare questa illusione, in Italia ci è riuscito solo Berlusconi nel 2001 e ci vive ancora di rendita.

Rispondendo più specificamente alla tua domanda, no, non credo che gli imprenditori si sarebbero rappresentare da operai.
Ma questo è un discorso fuori dal mondo, da vecchio conflitto di classe. L'organizzazione sociale ed economica nelle zone più avanzate del nostro paese è completamente cambiata, gli operai identificano il loro bene con quelle delle imprese per cui lavorano che competono sul mercato senza aiuti di stato e che quindi affrontano i rischi che questa situazione comporta. Questi qui votano la lega, e il problema del votare a sinistra non se lo pongono nemmeno, visto che sentono la sinistra come lontana un'era.

4) Sulla microcriminalità e i comportamenti antisociali, i tempi dell'analisi sociale del crimine sono roba da circolo bavarese.
Questa è stata la grande intuizione di Blair che su questi temi è stato spietato. La cosa è logica non solo perchè questi comportamenti sono sentiti dalla parte più svantaggiata della popolazione, ma perché in una società moderna, la sinistra con una mano dovrebbe offrire opportunità e con l'altra chiedere responsabilità.



Sono temi fondamentali. Se l'elettorato, come dici correttamente, li considera di importanza pari a zero, questa è la riprova dell'arretratezza culturale di questo paese.
In ogni caso, sarebbe corretto chiedersi cosa significhi intercettare i "moderati". I moderati in Italia chi sono? La Binetti per caso? O quella massa informe che al referendum sulla legge 40 è rimasto a casa?
Parli sempre di svolta "liberista", ma i moderati accetterebbero una simile scelta politica secondo te?
Più che coccolare i "centristi" troverei corretto che i partiti ritornassero a fare ciò che devono fare, ovvero una sorta di educazione del paese verso idee nuove. Vorrei che in Italia si scontrassero due partiti ben definiti. Una destra finalmente liberista e una sinistra che smettesse di essere una fusione a freddo tra cattolici ed ex-comunisti e rimettesse al centro della sua azione il lavoro e la sua dignità, alla luce dei cambiamenti avvenuti nelle moderne economie.
Ovviamente non ci credo, il gattopardismo italiano la vincerà sempre....




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