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Arriva il papa straniero o il leader del terzo polo?

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2010 18:42
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27/11/2010 18:41
 
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Re:
giusperito, 27/11/2010 13.39:

Se lo devono prendere dall'interno o dall'esterno?
Devono costruire forme alternative o scalare le gerarchie interne dei partiti?




Le due cose non si escludono in via di principio, anzi potrebbero essere propedeutiche.

In una situazione normale una nuova generazione che voglia essere classe dirigente può sviluppare una sua identità culturale e politica nelle istituzioni sociali dove questo avviene; università, istituti culturali, ecc. E poi portare questa identità dentro un partito cercando di trasformarla in una proposta politica nuova.

Nella situazione italica la cosa è più complicata, visto che abbiamo i partiti personali dove dissentire dal capo è atto di lesa maestà, e dato anche il fatto che molti giovani, diciamoci la verità, non sognano altro che di essere cooptati.
Diciamo che il compito della nostra generazione dovrebbe essere quello di darsi una identità e individuare dei punti comuni di contatto, al di là delle distinzioni tra destra e sinistra, su cui focalizzare un programma per la questione giovanile che in Italia esiste ed è drammatica.
Siamo il paese con la più alta disoccupazione giovanile, la mobilità sociale è praticamente bloccata. Ci sono cose assurde come la riforma forense che è un atto illiberale, autoritario, indegno del peggior corporativismo fascista, un simbolo non solo della dittatura delle lobby tipica dello stato legislativo; ma di una prepotenza generazionale inaudita.
Naturalmente io non credo che la risposta sia la protesta fine a se stessa, questi che salgono sui tetti a difendere i galoppini dei baroni mi fanno cadere le braccia.
La risposta è nella trasformazione dei giovani adulti in un soggetto politico, capace di fare proposte e di conquistare consensi, che si opponga alla gerontocrazia. la riforma forense non è un simbolo di forza, ma di debolezza della gerontocrazia. I vecchi sono vulnerabili, non ci vorrebbe poi molto per buttarli giù.
Ma per farlo ci vorrebbe una profondità di pensiero, una autodisciplina, la capacità di essere severi con noi stessi, un sentimento di sacrificio che a gran a parte di noi, cresciuti nel boom del benessere, è completamente sconosciuta. Noi sappiamo solo lamentarci.
John Kennedy diceva: "Ai giovani dico, non chiedetevi ciò che il vostro paese può fare per voi, ma ciò che voi potete fare per il vostro paese". Lo spirito dovrebbe essere questo.
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