Ragazzi comunque, giusto per chiarezza, mi sa che è trapelata un'informazione sbagliata. Non era "libero" questo maledetto, era agli arresti domiciliari.
Se vogliamo spostare la questione sul fatto che non è "giusto" che stesse scontando la pena con questa modalità è un conto, ma dire che "era libero" è una non-verità.
Per lo meno questo è quello che mi risulta. (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_23/delitto-terracina-uccisa-dal-fidanzato-sarandrea-1804225563277.shtml)
Per il resto, e parlo in astratto, prescindendo dal caso specifico nel quale è da dimostrare la dinamica dei fatti, condivido la linea dura contro la violenza e l’incapacità di comprendere e giustificare la "ingenuità" delle donne che incontrano sulla loro strada questi loschi figuri e che non si “ribellano” anche solo semplicemente scappando e\o troncando tutti i ponti con questi ultimi,sia pure per un mero istinto di conservazione\sopravvivenza.
Per carità, io non dico che "se una se lo tiene vuol dire che se lo merita", nessuno si merita in generale di fare questa fine.
Dico solo che con l'apertura verso l'esterno che caratterizza il nostro tempo (quanto meno nel lato occidentalizzato del mondo), con il modo in cui, almeno le notizie di questo tipo, circolano e, banalizzando, con tutte le trasmissioni televisive dove si affrontano storie di donne finite ammazzate da questi omuncoli quali "Amore Criminale" ad esempio o altre di minore o maggiore spessore, continuare ad avere il seppur minimo,flebile, labile, legame con certe persone significa intraprendere una strada che conduce ad una destinazione non dico certa ma intuibile, anche se vivi in un quartiere "retrogrado" e "patriarcale".
Nel caso in questione oltretutto, se venisse provata la tesi dell’incontro volontario, bisogna sottolineare che 14 coltellate non sono uno “scatto” (sia pure, per quanto mi riguarda, inammissibile, imperdonabile e inaccettabile) dovuto ad un momento di tensione come possono esserlo uno strattone o uno schiaffo.
14 coltellate significano "o sei mia o sei morta".
C'è poco da interrogarsi.
Troppo spesso le donne sono prima di tutto vittime di se stesse ed è questo quello che mi fa più male.
Sull'aspetto specifico degli arresti domiciliari, infine, io parlo da profana perché mi accingo ora a preparare penale e successivamente farò procedura quindi sono a digiuno delle nozioni che servirebbero per dare un commento “tecnico” sull’operato del giudice in questione, tuttavia non me la sento di condannarlo né, nella maniera più assoluta, di insultarlo.
Lungi da me l’intenzione di entrare in polemica con chi in questo momento vive un dramma grandissimo verso cui provo il massimo rispetto ma qua c’è un unico colpevole e non è certo chi ha stabilito gli arresti domiciliari. Responsabilità ulteriori e specifiche rispetto all’accaduto (ad esempio di questi due cugini di lui che avrebbero condotto la ragazza in quella casa o, ipotizzo, delle persone che vivevano lì con lui,o viveva da solo??) verranno provate o smentite dalle indagini ma non è certo il giudice che ha armato la mano di questo infame.
Capisco che per chi è stato toccato da vicino da questa tragedia è dura essere razionali e valutare il tutto lucidamente ma inveire contro il giudice mi sembra eccessivo, probabilmente non biasimabile, sicuramente comprensibile ma non condivisibile.
A meno che non si provi, ed io non sono in grado di sostenerlo per l’ignoranza in materia che ho chiarito sopra, che in questo caso mancassero gli estremi per “convertire” la misura di sicurezza a carico del, purtroppo, ex assassino mancato nel qual caso il discorso sarebbe diverso quanto meno nell'aspetto della rabbia contro il giudice.
[Modificato da pupazza86 28/11/2010 16:13]
