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INDAGATO PRESIDENTE E D.G. DELLO IOR VATICANO.

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2010 20:17
21/09/2010 19:40
 
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ROMA - Il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale della banca vaticana, Paolo Cipriani, sono indagati dalla Procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. La Santa Sede ha espresso "perplessità" sugli atti della Procura e ha confermato piena fiducia al presidente della banca. Solidarietà a Gotti Tedeschi anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno: "Persona seria e corretta".

L'iscrizione di Gotti Tedeschi e dell'altro dirigente nel registro degli indagati è legata al sequestro preventivo, firmato dal gip Maria Teresa Covatta su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e del pm Stefano Rocco Fava ed eseguito ieri, di 23 milioni di euro (su 28 complessivi) che si trovavano su un conto corrente aperto presso la sede romana del Credito Artigiano spa. Nel mirino dell'autorità giudiziaria, due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla JP Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino.

L'operazione sospetta. L'inchiesta della Procura prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia, con sospensione della stessa operazione per cinque giorni lavorativi. Ciò ha consentito al nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla Procura romana di attivarsi. Le nuove indicazioni fornite dalla Banca d'Italia in materia di antiriciclaggio, l'ultima risalente allo scorso 9 settembre, impongono agli istituti di credito che intrattengono rapporti con lo Ior le medesime regole in vigore per i rapporti con le banche extracomunitarie, con verifiche e controlli rafforzati. Di qui la segnalazione alla procura capitolina.

Il sequestro, si precisa, non è stato disposto perché c'è una prova di riciclaggio ma perché, secondo gli inquirenti, è già stato commesso, da parte dei vertici dello Ior, il reato omissivo della norma antiriciclaggio. L'articolo 55 del decreto 231 del 2007 punisce con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 500 a 5000 euro "l'esecutore dell'operazione che omette di indicare le generalità del soggetto per conto del quale eventualmente esegue l'operazione o le indica false". E ancora, lo stesso articolo prevede l'arresto da sei mesi a tre anni con l'ammenda da 5000 a 50mila euro "dell'esecutore dell'operazione che non fornisce informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale o le fornisce false".

Il Vaticano: "Perplessità e meraviglia". Immediata e netta la reazione della segreteria di Stato che - attraverso una nota - ribadisce "massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior". "È nota la chiara volontà, più volte manifestata da parte delle autorità della Santa Sede - si legge - di piena trasparenza per quanto riguarda le operazioni finanziarie dell'istituto per le opere di religione (Ior). Ciò richiede che siano messe in atto tutte le procedure finalizzate a prevenire terrorismo e riciclaggio di capitali. Per questo - prosegue la nota vaticana - le autorità dello Ior da tempo si stanno adoperando nei necessari contatti e incontri, sia con la banca d'Italia sia con gli organismi internazionali competenti - Ocse e Gafi, gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali - per l'inserimento della Santa Sede nella cosiddetta white list". "La Santa Sede - sottolinea la nota - manifesta perciò perplessità e meraviglia per l'iniziativa della procura di Roma, tenendo conto che i dati informativi necessari sono già disponibili presso l'ufficio competente della banca d'Italia, e operazioni analoghe hanno luogo correntemente con altri istituti di credito italiani. Quanto poi agli importi citati si fa presente che si tratta di operazioni di giroconto per tesoreria presso istituti di credito non italiani il cui destinatario è il medesimo Ior. La Santa Sede - conclude - tiene perciò a esprimere la massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior".

Anche Alemanno "perplesso". "Desidero esprimere la mia personale solidarietà al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, del quale conosco la serietà e la correttezza professionale ed istituzionale. Mi auguro che questa vicenda che mi lascia alquanto perplesso si chiarisca al più presto". Così, in una nota, il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

I precedenti. L'indagine della Procura di Roma non è la prima a coinvolgere la banca vaticana da quando, nel 2003, la Cassazione ha attribuito alla giurisdizione italiana competenza sullo Ior. Da quasi due anni sono in corso accertamenti su una decina di istituti di credito italiani in rapporti con lo Ior, per presunte irregolarità in materia di norme antiriciclaggio. Le indagini, anch'esse affidate al procuratore aggiunto Nello Rossi e al pm Stefano Rocco Fava, riguardano, in particolare, movimentazioni di denaro sospette per decine di milioni di euro su un conto corrente dello Ior aperto nella filiale Roma 204 della ex Banca di Roma (successivamente integrata in Unicredit) di via della Conciliazione. Solo tra il 2006 e il 2008 sul conto in questione sarebbero transitati almeno 180 milioni di euro.

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21/09/2010 19:48
 
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Un articolo di Repubblica del 2006, a firma di Alberto Statera.

Storia del banchiere di Dio
"amico" di Calvi e Sindona
"Non si può guidare la CHiesa solo con le Avemaria"



SE IL diavolo esistesse, se per somma dissimulazione vestisse il clergyman e se, colmo dei colmi, abitasse all'interno delle Mura Leonine, non potrebbe avere che le sue fattezze. Le fattezze e i modi di Paul Casimir Marcinkus, prete, principe della Chiesa, banchiere e finanziere ben più che spregiudicato. Nato a Cicero, Illinois, nel 1922, figlio di un emigrante lituano che si guadagnava da vivere lustrando i vetri dei grattacieli di Chicago, Marcinkus è morto ieri a Phoenix, Arizona.
Naturalmente, con spirito cristiano, gli auguriamo il perdono di domineddio e il paradiso.

Ma il disastro etico e d'immagine che per molti lustri ha segnato le vicende dell'oro Vaticano, il denaro "sterco del demonio" transitante impudicamente nel Torrione di Niccolò V, sede dell'Istituto per le Opere di Religione, in un via vai di filibustieri, bancarottieri e tangentisti in salsa piduista, inevitabilmente porta e porterà il suo nome, anche se nelle nefandezze fu tutt'altro che solo.

Da Sindona a Calvi, dal sacco di Roma dell'Immobiliare al riciclaggio della tangente Enimont, non c'è scandalo finanziario di cui le mura di quel torrione non conservino qualche eco. Sullo sfondo, l'eterna diatriba tra finanza laica e finanza cattolica, tra banca bianca e banca di altri colori, tra poteri massonici e poteri curiali, di cui abbiamo visto l'ultima rappresentazione nella vicenda della Banca Popolare di Lodi, col banchierino timorato, ma grassatore, e il governatore della Banca d'Italia che scambiava i ratios patrimoniali con le massime morali di San Tommaso.

Modi rudi, fisico da rugbista, accanito giocatore di golf sui campi dell'Acquasanta, sigaro cubano sempre acceso, ricercato dalle signore del generone romano, alla fine negli anni Sessanta Marcinkus, data la statura, univa le funzioni di guardia del corpo di Paolo VI nei viaggi all'estero e di stella nascente della finanza vaticana, cui papa Montini aveva imposto l'internazionalizzazione. Le partecipazioni azionarie del Vaticano in Italia, spesso imbarazzanti, dovevano essere smobilitate o adeguatamente "coperte" e alla finanza pontificia occorreva dare un respiro internazionale.

Marcinkus, sponsorizzato da don Pasquale Macchi, potente segretario del papa, aveva un rapporto personale con David Kennedy, presidente della Continental Illinois National Bank di Chicago, che poi nel 1969 fu nominato ministro del Tesoro nell'amministrazione Nixon.

Fu il banchiere americano a presentare Sindona al disinvolto finanziere papalino, diventato nel frattempo capo dello Ior. E i guai cominciarono subito. Già nel 1973 la Sec aprì un'inchiesta sulla Vetco Offshore Industries, che, attraverso un giro messo in piedi da Sindona, si scoprì essere illegalmente controllata dal Vaticano. Sindona poco dopo viene travolto dal crac delle sue banche, compiutosi al termine di una lotta sanguinosa tra il mondo laico, capeggiato da Ugo La Malfa, e quello cattolico, che faceva riferimento a Giulio Andreotti, e che ebbe il momento più aspro nell'incriminazione di due galantuomini come il governatore Paolo Baffi e il direttore generale della Banca d'Italia Mario Sarcinelli, poco propensi al salvataggio che i democristiani fortemente volevano. Ma Marcinkus aveva già gettato le basi del nuovo scandalo, il crac del Banco Ambrosiano, nel quale il Vaticano fu coinvolto per 1500 miliardi di ex lire, secondo il calcolo che fece il ministro del Tesoro Nino Andreatta.

Poco prima di essere ucciso a Londra sotto il ponte dei Frati Neri, Calvi, disperato, arriva a scrivere al papa: attacca Marcinkus, considerato appartenente all'ala massonico-curiale in Vaticano, sperando che Giovanni Paolo II consegni la banca papalina all'Opus Dei e che lo Ior salvi l'Ambrosiano con 1200 milioni di dollari.

"Santità - scrive il 5 giugno 1982 in una lettera rivelata molti anni dopo dal figlio - sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona...; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti Paesi e associazioni politico-religiose dell'Est e dell'Ovest...; sono stato io in tutto il Centro-Sudamerica che ho coordinato la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l'espandersi di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato...".

Sua Eccellenza Monsignor Paul Casimir Marcinkus, passando quasi indenne tra tutti i disastri e persino tra i sospetti che accompagnarono la morte improvvisa di Giovanni Paolo I, manterrà la sua poltrona fino al 1989, sette anni dopo l'omicidio di Calvi. Da allora la finanza vaticana è molto cambiata, l'influenza dell'Opus Dei è cresciuta rispetto a quella della chiesa americana.

Ma lo Ior rimane una banca del tutto speciale, perché da un lato è una banca off-shore, che opera nell'extraterritorialità, dall'altra è on-shore: chi è adeguatamente presentato può entrare portando una valigia piena di dollari di qualunque provenienza e uscirne, senza ricevuta, con la certezza che il suo denaro andrà dove deve andare senza lasciar tracce.
Ma monsignor Marcinkus, che per tutta la vita ha maneggiato sterco del diavolo, mai si dev'essere sentito il Maligno in clergyman. Anzi, in una delle rare interviste, si è perdonato così: "Ma si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? No, non si può dirigere la Chiesa con le Avemaria".
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21/09/2010 19:56
 
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Vergogna! W la verità.
In merito da leggere assolutamente


xxx Meglio essere vittima che complice.xxx
http://www.studibiblici.it/conferenze.html

Schiavo di nessuno,Servo di tutti.
http://www.studibiblici.it/videoomelieindiretta.html
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21/09/2010 20:08
 
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la notizia in sè non ha alcun valore, trattandosi di un semplice indagato.. ciò che rileva è l'esistenza di ben due paradisi fiscali sul territorio italiano..
il punto è capire quanta e quale imprenditoria riempie le casse dell'ior..
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21/09/2010 20:12
 
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Re:
giusperito, 21/09/2010 20.08:

la notizia in sè non ha alcun valore, trattandosi di un semplice indagato.. ciò che rileva è l'esistenza di ben due paradisi fiscali sul territorio italiano..
il punto è capire quanta e quale imprenditoria riempie le casse dell'ior..




C'è "agitazione" perché la Cass. ha sottoposto, dal 2003 in poi, lo Ior alla giurisdizione italiana (è scritto nel primo articolo). In ogni caso concordo, è indagato ed è assolutamente impossibile dare giudizi in quel senso.
Poi storicamente è possibile, dati gli eventi e i fatti emersi negli ultimi 20 anni, parlare del ruolo dello Ior in Italia e dei movimenti politico-finanziari alla base dell'Istituto.
[Modificato da Massimo Volume 21/09/2010 20:15]
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21/09/2010 20:17
 
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si è un passaggio importante, però il pericolo è l'intervento del legislatore che ben potrebbe cambiare le carte in tavola (vedi la legge sulle intercettazioni in rapporto alle autorizzazioni per il vaticano).

Poi credo che il problema sia più sostanziale, cioè l'insieme di interessi che trovano come punto di riferimento un certo sistema bancario (non lo ior in sé)
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