Frequentissima sulla bocca di ogni napoletano questa caustica locuzione per biasimare coloro che si dilettano a turbare la pace del prossimo.Gli
sfruculiatori.
Registrata anche dal Panzini la voce sfruculiare:
stuzzicare, punzecchiare, prendere in giro.
Cosa c'entra la mazzarella di San Giuseppe?
Sull'argomento, Ulisse Porta Giurleo, un grande erudito napoletano recentemente scomparso, elaborò un accurato studio.
Il Giurleo prende le mosse da un documento da lui scovato negli archivi. Si tratta di un Avviso del 1 agosto 1713 (allora Napoli era sotto il vicereame spagnolo) in cui si dava notizia del ritorno in questa città del cavalier Nicolino Grimaldi, famosa ugola d'oro. Il cantante veniva dall'Inghilterra dove era riuscito a procurarsi nientemeno che la
mazzarella (il bastone) che il padre putativo di Gesù portava. Una reliquia di valore inestimabile.
La gente devota- si può ben dire tutta Napoli- accorse in casa Grimaldi per vedere la mazzarella che era sistemata in un'improvvisa cappella. Vi si andava a venerarla "
con ogni più eccellente solennità di apparato e musica per tutto l'ottavario e un gran concorso per ogni ordine di persone, non esclusa la Famiglia Alta di Sua Eminenza, il signor Viceré".
Intanto non pochi fedeli, al momento di baciare la reliquia,
a uocchio a uocchio (alla chetichella) staccavano dal bastoncino dei frammenti e li nascondevano in tasca.
Quelle schegge di legno naturalmente divenivano tante altre minuscole reliquie. Giorno dopo giorno la mazzarella diventava sempre più esile. Se ne accorse il cavalier Grimaldi e ne rimase molto rammaricato. Allora- a quanto ci informa il Giurle- il suo maestro di casa, che era il veneziano Andrea Musaccio, si mise a raccomandare i fedeli in quel suo accento veneto-partenopeo di non "
sfrocoleare la massarella di San Giosepe". Ossia di non strofinarla, di non sbriciolarla.