| | | | Post: 38.584 Post: 13.442 | Utente Gold | | OFFLINE |
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22/11/2011 07:43 | |
(pollastro), 20/11/2011 13.33:
Leggo solo ora questo post. In un momento in cui i concorsi sono sostanzialmente "chiusi" (o pochissomi), restringere l'accesso all'avvocatura vuole dire cimmettere un errore. Da persona che fa l'avvocato, però, dico che: a)agli albi sono oggi iscritti troppi che non fanno davvero la professione, b) gli esami attuali non danno garanzia di superamento nemmeno a chi svolge realmente la pratica, c) troppi (proprio per la mancanza attuale di sbarramenti seri) si accostano alla professione, ma sono ignoranti e/o scorretti e quindi il mercato è inflazionato e perde di qualità. La soluzione, a mio avviso, sarebbe quella di introdurre sì sbarramenti di accesso, ma solo dopo una seria riforma delle facoltà di giurisprudenza, che le rendesse teorico-pratiche e non solo teoriche (prove scritte in aula di atti come necessarie per superare gli esami, stages effettivamente sostenuti - con controlli reali - prima degli esami di procedura, ecc...) e controllare l'aggiornamento professionale effettivo (sistema dei crediti) non come oggi, ma con esami sul profitto effettivamente tratto dalla frequenza delle occasioni di accredito
non posso che condividere il tuo ragionamento. Ma questo varrà per il futuro. E intanto noi di oggi,come facciamo?
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