| | | | Post: 2.004 Post: 2.004 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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06/03/2015 19:42 | |
Il principio che i fuoricorso dovrebbero essere tassati nettamente di più è di elementare buonsenso e non va nemmeno argomentato, si doveva farlo qualche decennio fa.
Naturalmente la questione è antipatica, anche perché non tutti i fuoricorso sono uguali e ognuno fa storia a sé. Lo studente che lavora non può essere messo sullo stesso piano dello studente puro che cazzeggia, ma distinguerli è tecnicamente possibile, ad esempio prevedendo una franchigia sull'aumento a favore dello studente
lavoratore o un'esenzione a certe condizioni. Certo magari si porrebbe un ulteriore problema perché di quelli che lavorano pochi hanno un regolare contratto e quindi avrebbero difficoltà a dimostrare la loro condizione, cosa che per altro allo stato attuale fa sì che vengano collocati in fasce più basse e godano di benefit ai quali magari non avrebbero diritto se dichiarassero tutto il reddito. L'italia è sempre complicata.
Ma il principio resta valido e riporterebbe un po' di razionalità in un sistema dove questa qualità scarseggia con un sistema piiuttosto regressivo, ricordiamo che l'Italia è sempre il paese dove gli operai o i braccianti, i cui figli in genere non vanno all'università, pagano l'università ai figli dei medici e degli avvocati ecc....
Quanto poi al fatto che così l'università diventerebbe più facile siamo nel solito scenario paranormale italiano dove ti viene da chiederti se non ci sia qualcosa negli acquedotti.
Ps Forza Connor, cerca di finire il prima possibile. Pensa alla festa di laurea, se vuoi ho una squadra di spogliarelliste lituane pronta ad intervenire che la renderanno indimenticabile.
Un incentivo potentissimo. |
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