Denuncia episodio in sede d'esame

Non so se ho postato nella sezione giusta, però chiedo ai moderatori di lasciarlo qui, di modo che sia più visibile.



Ciao ragazzi, mi sono appena iscritto su questo forum per denunciare un episodio accadutomi pochi giorni fa in sede di esame.
Premetto che il mio vuole essere uno sfogo ed un confronto con voi altri, conscio di essere nell'impossibilità di far “sentire la mia voce” altrimenti. Ho solo bisogno di capire se quanto accaduto è figlio di un’ingiustizia o meno, per mettermi in pace con la coscienza, in poche parole. Preciso che starò per scrivere info molto dettagliate sul mio esame, comprensibili –forse- solo a chi conosce o ricorda la procedura, ma mi serve perché devo rendere l’idea della tipologia d’esame che ho “subito”.
Sono v.o. e ho sostenuto la 2° parte di procedura civile (non citerò il nome del professore perché non è su questo che verte la questione, benché sia coinvolto in prima persona). Sono stato l’unico a sostenere l’esame relativo alla 2 parte quel giorno, la commissione è stata presieduta dal docente e due assistenti. Mi ha interrogato il professore. La prima domanda facile: impugnazione incidentale, spiegata e ricollegata all'incidentale tardiva. Mi è stato chiesto quali soggetti potessero proporla, naturalmente ho risposto. Già qui il primo intoppo, mi ha fermato e sostenuto che i legittimati fossero anche i soggetti di cui al 332. Ho aperto il codice e gli ho letto il 334. Il prof indispettito mi ha detto che si riferiva all'incidentale e non alla tardiva. Va bene, non ci siamo capiti, mi son detto. Continua chiedendomi il 353, cito l’ ipotesi, ma non mi lascia parlare e subito mi chiede perché non c’è rimessione al 1° giudice quando questi decide sulla competenza con ordinanza (rispondo correttamente). Mi chiede il 354, sto per spiegarglielo, mi interrompe subito (evidentemente non gli interessa che glielo spieghi) e mi chiede l’ipotesi relativa all’ estinzione; gliela spiego, mi ricollego al 308 ma neppure questa volta mi lascia finire e mi chiede perché la sentenza del collegio che pronuncia sull'estinzione non determina rimessione dinanzi al 1° giudice (non ho risposto, perché mi concentravo su di una risposta più difficile di quella che era..cioè banale). A questo punto passa “la palla” all'assistente chiedendogli di pormi una domanda sul processo esecutivo, il quale ultimo mi chiede opposizione a precetto. Lo interrompo chiedendogli quale, considerato che di opposizione a precetto può parlarsi tanto con riferimento all'opposizione all'esecuzione quanto agli atti esecutivi. Era La prima, inizio a spiegarla compiutamente, il prof mi interrompe per l’ennesima volta e mi chiede come si propone l’opposizione a precetto- rispondo- mi chiede come si determina la competenza- rispondo e cito le norme del codice- se è possibile la sospensione- rispondo- mi chiede se è possibile sempre- rispondo di si e me la contesta con una supposta teoria sul g.d.p. riportata dal Verde. Sul Verde non c’è alcuna teoria in merito. Bene, ritorniamo all'opposizione all'esecuzione, gli parlo della sussidiarietà del rimedio, gli dico (testuali parole): ”Le faccio subito un esempio per capirci”, mi risponde” lei mi spiega per farmi capire che ha capito, perché io non ho bisogno di capire”. C’era bisogno di precisarlo? Era scontato suppongo! Gli rispondo” Professore, non mi sarei mai permesso”. Comunque riprendo il filo del discorso, gli riporto l’esempio correttamente, mi chiede di citargli le tre ipotesi del Verde sul perché il rimedio non è sempre sussidiario. Sul Verde, un trafiletto di 4 righe, è riportato solo l’esempio dell’atto inesistente. Le altre due ipotesi, restano un atto di fede. Per chiudere in bellezza, riprendendo il discorso sui fatti successivi alla formazione del titolo, mi contesta che “alla formazione del titolo” non è corretto e questa volta il Verde, che ho correttamente citato, non mi è stato d’aiuto! Gli ho chiesto di proseguire con l’esame, data la mia insoddisfazione. Un no secco!
Ebbene questo è stato il mio esame di procedura civile 2, con esito 22, che ho rifiutato con un no secco! La prima parte sostenuta col medesimo professore ha avuto un esito totalmente diverso(28). Mi sarei potuto accontentare delle briciole offerte, ma quelle briciole hanno offeso la mia preparazione. Sono amareggiato, perché al di là del tempo impiegato e della mia volontà di superare l’esame nel migliore dei modi possibili, non ho avuto alcuna possibilità di argomentare ciò che sapevo. E’ stato un esame interrotto di continuo, che ha creato vuoti di comunicazione e richiesto tempi di ragionamento; ragionamento in cui non sono stato condotto, ma da cui si attendeva una risposta secca; un esame valutato solo sulle deduzioni logiche e dottrinali. Tutto il resto a cui ho risposto è stato dato per scontato, ininfluente ai fini del voto. Mi sono chiesto: ”Ma se su quelle deduzioni logiche e di dettaglio (non parliamo di semplici collegamenti tra istituti) non avessi indugiato, mi avrebbe messo 30 e lode?” e ”Ma se io meritavo il 22, coloro che non hanno neppure coscienza di ciò di cui stanno parlando (e sono i più) quante bocciature meriterebbero, prima di vedere la luce?”. Ma anche questo resta un dogma.
p.s. Qualcuno potrebbe contestarmi che è così che dovrebbe essere condotto un esame, e io potrei anche concordare se solo fosse un metodo applicato uniformemente e non a caso!