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Attentato a Parigi

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2015 19:07
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08/01/2015 13:00
 
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Ore 12 circa: Porte de Pantin. La fuga dei tre terroristi autori dell’attentato alla sede del settimanale satirico Charlie Hebdo comincia dal nord est di Parigi. Dopo una corsa a 200 km all’ora per le vie della capitale francese, si perdono le tracce degli aggressori. Le forze dell’ordine, 3mila agenti in campo, in serata hanno localizzato tre persone di 34, 32 e 18 anni e originari di Gennevilliers (banlieue di Parigi). Nel pomeriggio sono stati perquisiti due appartamenti, uno a Gennevilliers in (Hauts-de-Seine) e l’altro a Pantin (Seine-Saint-Denis). La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per omicidio e infrazione della legge sulle armi.

Agli aggressori è contestato anche il reato di associazione per terrorismo.

Questa è la ricostruzione dei fatti secondo le prime testimonianze raccolte e le informazioni raccolte sul posto. I tre terroristi sono arrivati a bordo di una automobile C3 verso le 11.30 in rue Nicola Appert. In un primo momento hanno sbagliato indirizzo e si sono fermati al numero 6 per poi spostarsi nella sede della redazione al civico 10. Sul posto hanno chiesto agli uomini della manutenzione dove si trovavano i locali e hanno ucciso una prima persona. Poi sono saliti al secondo piano. I giornalisti e vignettisti erano riuniti per la riunione di redazione. Entrati nella stanza hanno chiesto: “Dov’è Charb?“, cercando il direttore del settimanale. Secondo le Figaro, i cadaveri sarebbero stati trovati gli uni sugli altri. Da testimonianze ancora non confermate sul posto, gli attentatori avrebbero chiesto il nome ai giornalisti in redazione e avrebbero scelto di uccidere solo gli uomini. Gli aggressori hanno ucciso qui 10 persone: otto componenti della redazione, un ospite esterno e un poliziotto incaricato della protezione del direttore Charb (anche lui tra le vittime).


Ad aprire il portone all’ingresso digitando il codice è stata la disegnatrice Corinne Rey detta Coco che abita nell’edificio. “Sono andata a prendere mia figlia all’asilo”, ha raccontato raggiunta al telefono mentre si trovava ancora sul luogo della sparatoria, “e arrivando davanti alla porta della sede del giornale due uomini
incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Ho digitato il codice. E’ durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania, parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda“.

All’uscita dall’edificio, sono saliti su una Citroen nera gridando “Allah è grande, abbiamo vendicato il profeta” e durante la fuga si sono scontrati per tre volte con pattuglie della polizia. La terza volta, come si vede in un video girato dall’alto, due degli attentatori si sono scontrati con una pattuglia di polizia poco distante dalla redazione e hanno ucciso un agente (Ahmed, 42 anni). Hanno poi abbandonato l’auto in Rue de Meaux vicino alla porte de Pantin, nel diciannovesimo arrondissement.

Lì hanno cambiato auto e le forze dell’ordine hanno perso le loro tracce. Un’altra vettura grigia è stata invece trovata nell’area della redazione: secondo un testimone, i tre terroristi sono arrivati a 200 chilometri all’ora a bordo dell’auto grigia e hanno investito un ciclista. Il primo ministro Manuel Valls ha innalzato
il piano antiterrorismo al livello più alto per tutta la regione parigina. “Tutti i mezzi dello Stato sono all’opera per trovare i tre criminali”, ha commentato il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. “I francesi saranno informati continuamente dell’evoluzione dell’inchiesta”.

L’assalto dei tre terroristi, secondo alcune fonti della polizia francese, dimostra un forte livello di organizzazione. “Il modo in cui hanno agito dimostra che hanno avuto un addestramento avanzato di tipo militare. Lo si vede chiaramente dal modo in cui tengono le armi, da come avanzano in modo calmo e freddo. Hanno di certo
ricevuto una formazione di tipo militare”, afferma una fonte. Un altro ex poliziotto sottolinea “il loro sangue freddo: sono stati addestrati in Siria, Iraq o altrove, forse persino in Francia. Ciò che è certo è che sono stati addestrati”.
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08/01/2015 13:03
 
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«Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un auto, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio»

Stéphane Charbonnier, direttore di Charlie Hebdo ucciso ieri, dichiarazione del 2012.
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08/01/2015 17:32
 
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Il discorso è complesso perché il fenomeno terroristico islamico storicamente affonda le sue radici anche nei tanti vergognosi errori delle potenze coloniali nel XIX e XX secolo in Europa e in Medio Oriente.
Ma questo non può e non deve assolutamente essere una giustificazione di quest'odio (tutt'al più una spiegazione).
Oriana Fallaci e Magdi Allam (autori che leggevo in passato) ne parlarono ripetutamente dopo gli attentati alle Twin Towers.

Invece ci sia accorge solo ora dell'impossibilità di convivere e dialogare con un certo tipo di Islam.
Theo Van Gogh infatti fu asssassinato nel 2004 per lo stesso motivo per il quale sono stati uccisi ieri i giornalisti francesi. Salman Rushdie per il suo "Versi satanici" vive sotto scorta da più di vent'anni; idem per Magdi Allam.
E forse si ignora che Nello Rega, giornalista del televideo Rai, originario di Potenza, è dal 2009 sotto scorta per le minacce di morte inviategli da musulmani per alcuni suoi articoli di cronaca.

Mentre in Italia sul problema immigrazione e convivenza tra Occidente e Islam si è fatta solo demagogia x vent'anni (e da quello che emerge da Mafia Capitale anche altro), altri Paesi hanno sperimentati modelli di integrazione che, come in Francia, Regno Unito, e Svezia hanno manifestato col tempo la loro inadeguatezza.

A posteriori siamo bravi tutti a puntare l'indice, chiaro. Però, forse, chi denunciava il problema della convivenza tra Occidente e chi ci odia (cioè quella minoranza che, pur cambiando le sigle adoperate, resta sempre tale nel mondo dell'Islam) avrebbe meritato più rispetto e magari più attenzione, anziché gli sberleffi e le levate di spalle intrisi di politicamente corretto e di ideologia.

Infine, mi dispiace doverlo dire ma neanche 12 morti hanno convinto quanti persino stamattina hanno affermato che i giornalisti di Charlie Hebdo avrebbero dovuto evitare di pubblicare quelle vignette (oggi presenti su quasi tutti i quotidiani).
Sono gli stessi, giornalisti e non, che condivisibilmente si battono il petto per la libertà di stampa messa a repentaglio in Italia.
La libertà di espressione, nei limiti posti e presieduti dall'ordinamento, va tutelata sempre.
Altrimenti chiunque si senta leso in un proprio diritto da un articolo o una vignetta si sentirà legittimato ad ammazzarne l'autore - un modo di ragionare e operare di stampo mafioso (il caso di Roberto Saviano docet) - anziché denunciarlo per diffamazione, ingiuria, vilipendio della religione etc., spalancando le porte non solo alla legge del taglione ma allo stato di natura; dove domina la logica del più forte e dell'homo homini lupus.

Chi giustifica o ritiene comprensibile la condotta/reazione dei terroristi francesi dovrebbe realizzare che quanto accaduto sancisce il fallimento del discutibile e discusso modello di integrazione francese. E dovrebbe ricordare che quando artisti e vignettisti hanno preso di mira i simboli religiosi di altre fedi (penso alla rana crocifissa, ad una vignetta di Vauro su Gesù e a quelle pubblicate sugli ebrei) nessuno li ha minacciati di morte. Al massimo, quando si ritenne fosse stato commesso un reato, fu fatto ricorso alle vie giudiziali.

Esiste evidentemente un problema all'interno dell'Islam: unaminoranza criminale che si fa scudo del Corano per perseguire il proprio violento progetto totalitario ispirato al nazismo (per approfondire questo aspetto consiglio di leggere "Islamica, crisi e rinnovamento di una civiltà" di Ahmad Vincenzo, napoletano convertito all'Islam nonché ex Prof. di Diritti Confessionali della Federico II). Faremmo meglio a porci qualche domanda sul da farsi anziché continuare a crogiolarci nella conveniente convinzione che il problema non esista



[Modificato da Paperino! 10/01/2015 13:46]
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08/01/2015 21:57
 
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Ma onestamente...ma veramente pensate che sia stato un attacco terroristico sulla spinta religiosa? Ma davvero davvero?







Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)
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09/01/2015 13:33
 
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Re:
ciao Carol [SM=x43813]
effettivamente con il passare delle ore la storia comincia a non convincere (su tutto a lasciarmi perplesso è la carta d'identità lasciata nell'auto) ma al momento non riesco a trovare altre spiegazioni oltre a quella ufficiale.
Hai sentito qualche notizia particolare che smentisce la notizia che vuole la matrice islamica?

Suprema.Moltheni, 08/01/2015 21:57:

Ma onestamente...ma veramente pensate che sia stato un attacco terroristico sulla spinta religiosa? Ma davvero davvero?




[Modificato da Alessandro.1987 09/01/2015 13:47]
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09/01/2015 17:15
 
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L'integrazione è possibile solo se si ha la forza di integrare.

Chi non rispetta le libertà altrui, chi ritiene lecito rispondere all'ironia con la violenza, dovrebbe essere rispedito a casa.

Io chiederei alla comunità islamica di indossare le magliette di Charlie Hebdo, con le famose vignette. Quella si, che sarebbe una condanna credibile di questa barbarie.
Puoi non condividerle, ma oggi sarebbe secondario rispetto al messaggio che vuoi dare indossandole.



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09/01/2015 21:33
 
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Re: Re:
Alessandro.1987, 09/01/2015 13:33:

ciao Carol [SM=x43813]
effettivamente con il passare delle ore la storia comincia a non convincere (su tutto a lasciarmi perplesso è la carta d'identità lasciata nell'auto) ma al momento non riesco a trovare altre spiegazioni oltre a quella ufficiale.
Hai sentito qualche notizia particolare che smentisce la notizia che vuole la matrice islamica?








Mi spiego meglio riagganciandomi al passaggio che ho messo in grassetto. [SM=x43813]
Difficile definire la matrice dell'attentato terroristico, in realtà ritengo che sia sbagliato a prescindere, dall'11 Settembre, dare una connotazione religiosa a determinati attentati.
La religione non c'entra, la favoletta che ci siano eserciti di fanatici che vogliono convertire il mondo con le bombe perchè credono così tanto nella loro religione mi pare una gran stronzata al pari degli U.S.A. che "esportano" democrazia bombardando civili in Medio Oriente. Io non voglio, per ora, sposare idee troppo complottiste, ritengo però strano che la vignettista Coco, una sopravvissuta all'attentato abbia detto che i terroristi abbiano detto di appartenere ad al Qaeda, quando poi è stato rivendicato dall'Isis l'attentato. C'è qualcosa che non torna, visto che le due correnti, se vogliamo definirle così, sono in competizione tra loro.
E' un attentato che mira a destabilizzare sembra ombra di dubbio, ma alla storia del sentirsi offesi dalle vignette onestamente non crederò mai.







Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)
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10/01/2015 13:26
 
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Mentre in Francia si moriva in italia dilagavano teorie complottiste e certi siti "progressisti" si compiacevano di lisciare il pelo al campanilismo parlando della debacle francese nello stesso momento in cui le forze speciali erano in prima linea a salvare gli ostaggi.
Dico solo Vergogna! Gli italiani devono vergognarsi di essere diventati un popolo di dementi.

Viva la Francia. Viva la Repubblica.


Aux armes, citoyens
Formez vos bataillons,
Marchons, marchons! (Marchez, marchez !)
Qu'un sang impur
Abreuve nos sillons!

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12/01/2015 20:14
 
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Je suis Charlie, mais...
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Concordo sulla necessità di prudenza (e di buon gusto, aggiungo), quando ci si esprime: a lezione, quando scrivo libri o sui giornali e anche qui cerco di ricordarmi sempre della responsabilità dell'intellettuale verso il suo pubblico e che vi sono sensibilità diverse tra i lettori. Essere netti bel manifestare le proprie idee non comprende la libertà di offenderle e di provocare per forza. Non c'è comunque proporzione tra vignette sgradevoli e stragi. Questo era purtroppo successo anche con la pubblicazione delle vignette danesi contro Maometto nel 2005 e col loro rilancio su altri giornali: egualmente ci furono in Africa assalti e incendi ad ambasciate occidentali e morti. Il Ministro Calderoli si sbottonò nell'occasione in televisione la camicia e fece intravedere sulla maglia della salute una caricatura di Maometto.
Ricordo tutto questo solo perché qui ci sono in genere lettori giovani, senza ricordi diretti. Anche sugli ebrei e sulla Trinità secondo i cattolici, poi, Charlie Hebdo (un giornalaccio, in effetti; si può e deve difenderlo non per il merito, ma per il principio che la libertà, se usata male, si difende unicamente con l'opposta libertà di non comprarlo, non con gli omicidi, non certo cioè per il pregio in sé delle vignette stesse) ha pubblicato disegni sgradevoli, ma il Cardinale di Parigi - ad esempio - ha rilasciato in proposito una dichiarazione assai equilibrata.
E' venuto il momento (era venuto anche prima, in verità) che le persone pensanti di cultura occidentale e nel mondo islamico si assumano il compito di controllare - ciascuna parte - le rispettive teste calde.
Va anche detto - peraltro - che la storia del pensiero dimostra che si procede attraverso provocazioni e strappi nel Medioevo era ad esempio riservato solo al clero commentare le sacre scritture, la lotta per la libertà di manifestazione del pensiero è nata dall'istanza di una loro lettura e interpretazione non predeterminate a priori. La Riforma luterana e le guerre di religione sono nate insomma anche da questo. Ora è urgente reinterrogarsi sul confine (non tanto imposto d'autorità, ma innanzitutto autocontrollato) tra libertà di religiosa e blasfemia, che nella cultura francese è "coperta" da una loro declinazione di significato molto particolare della "laicità". Una cultura come quella statunitense, che tanto piace a TriXam, ad esempio, un universo di melting pot fra etnie, fedsi, costumi, lingue - anche se la Costituzione vieta di assumere nelle istituzioni simboli religiosi e se è decisissima nel difendere il free spech - non si sogna, per comune e naturale consenso, di pubblicare vignette che possano offendere sensibilità particolari. Non è questione innanzitutto di diritto costituzionale, ma di misura
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13/01/2015 00:22
 
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In questa faccenda stento a prendere posizione. O meglio, prendo posizione, ma non mi accodo a nessun filone. Da un lato abbiamo dei pericolosi fanatici che sono disposti a fare qualsiasi cosa, pur di "difendere" un tradizione che temono possa essere travolta dall'Occidente. Dall'altro abbiamo fanatici occidentali che credono che la libertà consista nel poter dire o scrivere qualsiasi cosa, senza preoccuparsi neanche lontanamente di poter urtare la sensibilità di chi legge o ascolta.

Due facce della stessa medaglia: una civiltà moderna e post-tradizionale in decadimento che si scontra con una società, quella islamica di oggi, che della tradizione ha mantenuto solo l'aspetto esteriore. Che epoca buia!
[Modificato da Giuseppe.appioclaudio 13/01/2015 00:27]
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13/01/2015 21:43
 
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In Occidente, soprattutto in Italia, ogni giorno giungono migliaia di persone di fede islamica. Alcuni ci restano tutta la vita e se non sbaglio anche i due terroristi vivevano in Francia da un bel pezzo. Come si fa ad evitare di cadere nell' errore di mettere tutti sullo stesso livello? Gente che sembra normale, sembra avere comportamenti normali sebbene di confessione diversa, all' improvviso ti attacca e ti uccide.

Io capisco che certe cose per capirle bene bisogna ricercarle nella storia, pero' se ragioniamo cosi' allora mi sembra evidente che non si potra' mai raggiungere una convivenza pacifica tra tutti i Paesi della terra. Se ognuno volesse vendicare i propri antenati per ingiustizie subite in epoche passate, non la si finirebbe piu'.

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14/01/2015 14:26
 
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Re:
Aggiungiamo che ogni giorno vengono ammazzati per la loro fede cristiani in Medio Oriente e in Africa nel silenzio generale e che le prime vittime dell'ISIS sono i musulmani che si oppongono alla loro follia e il quadro si complica ulteriormente...

Astronascente86, 13/01/2015 21:43:

In Occidente, soprattutto in Italia, ogni giorno giungono migliaia di persone di fede islamica. Alcuni ci restano tutta la vita e se non sbaglio anche i due terroristi vivevano in Francia da un bel pezzo. Come si fa ad evitare di cadere nell' errore di mettere tutti sullo stesso livello? Gente che sembra normale, sembra avere comportamenti normali sebbene di confessione diversa, all' improvviso ti attacca e ti uccide.

Io capisco che certe cose per capirle bene bisogna ricercarle nella storia, pero' se ragioniamo cosi' allora mi sembra evidente che non si potra' mai raggiungere una convivenza pacifica tra tutti i Paesi della terra. Se ognuno volesse vendicare i propri antenati per ingiustizie subite in epoche passate, non la si finirebbe piu'.





[Modificato da Alessandro.1987 14/01/2015 14:28]
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14/01/2015 18:28
 
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questo per dire che condivido quello che hai scritto, anche se per me il problema è rappresentato da una minoranza di musulmani (o meglio: sedicenti tali che usano l'islam per legittimare i propri crimini, come gli 'ndranghetisti con la Madonna di Polsi), e che il rischio concreto è di alimentare una spirale di odio senza fine [SM=x43813] .
[Modificato da Alessandro.1987 14/01/2015 18:34]
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14/01/2015 18:35
 
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A me non esaltava Charlie Hebdo.
Alcune vignette mi hanno fatto sorridere, ma complessivamente lo trovavo troppo "volgare".
Si è detto che la libertà contempla anche la volgarità, o la blasfemia, e sarà anche vero, ma la stessa libertà contempla anche che io non avrei comprato quel giornale.

Il discorso, però, si ferma qui.
Credo che oltre non sia lecito andare, né si può dire "è sbagliato compiere stragi MA..."
Nel momento in cui si imbracciano i kalashnikov e si compie una strage, non si può più discutere di cosa sia la libertà, cosa l'offesa e fin dove è lecito o meno spingersi.
Non ha senso parlare di blasfemia. Quello è un discorso da lasciare al mercato o, al limite al limite, al Giudice Civile.

Riguardo quanto avvenuto non si può che opporsi non solo agli stragisti, ma a tutti coloro che sentono di poter dire che "non bisognava provocare", perché è evidente che qui è in ballo la libertà di tutti.
Charlie avrà esagerato, forse, o forse no, ma nessuno deve potersi arrogare il diritto di stabilirlo col sangue, una volta per tutte, o la libertà ed il diritto alla vita finiranno per tutti.
Non esiste civiltà, non esisterà mai libertà, non esisterà dignità umana, se non ci si schiera senza se e senza ma CON Charlie Hebdo, a prescindere dai suoi meriti o demeriti.

Questo perché uomini armati di una matita non possono essere uccisi, e nessuno può legittimamente introdurre un "ma" in una frase che riguardi questi eventi, senza attentare al diritto di vita di ciascuno di noi.

[Modificato da Paperino! 14/01/2015 18:36]
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14/01/2015 19:07
 
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Siamo ipocriti, ragazzi. Premesso che neanche mi sogno di giustificare una strage (io sto male per una settimana, se ammazzo un ragno. Figuratevi quanto possa star male nel pensare ad un simile orrore), però (il però è d'obbligo se non vogliamo trasformare il topic in una collana di monologhi), trovo quantomeno bizzarro che, nei cosiddetti paesi evoluti, sia più grave oltraggiare un Capo di Stato, che un Profeta di una qualsiasi grande religione. Profeta che, per alcune centinaia di milioni di individui, incarna un principio trascendente. Si può finire in galera per aver bruciato una bandiera, ma ironizzare sul Profeta Muhammad, su Gesù Cristo o su Gautama Budda è libbetttà di espressione. Dopotutto, cosa vogliono questi avanzi di Medioevo che si commuovono per un Ayāt, per un Sutra o per una Parabola? Noi siamo i civili...Noi. Noi che abbiamo trasformato la libertà di espressione in cafoneria e sfoggio di intolleranza! Noi che, da asini privi della benchè minima sensibilità spirituale, vorremmo pure che i musulmani, in segno di rispetto (per noi, perchè loro non lo meritano), indossassero maglie con le vignette tanto discusse! Noi, eh, che (lo ricordo ancora una volta) viviamo in paesi dove, in alcuni casi, bruciare la bandiera nazionale può condurre ad una lunga detenzione...Perchè, dopotutto, "la pezza di stoffa" è sacra per il principio che esprime...ma un Profeta...che può esprimere un Profeta? :) :) :)
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