La sanzione posta dal consumatore-cittadino boicottando un determinato prodotto non è una leva sufficiente per costringere il produttore ad adeguarsi al rispetto di standard minimi del lavoro e della qualità,non fosse altro che per restare sul mercato?
L'adozione del protezionismo umanitario o dell'ingerenza negli affari interni di uno stato non viene prontamente condannato,salvo rari casi, dalle politiche promosse nella nostra società?
Se si ha timore per l'immaturità del cittadino non è il caso di ricordarsi che questo in quanto tale influenza e contribuisce atomicamente in prima persona alle politiche dello stato e finanche alla sua gestione?
Il Leviatano scisso dalla comunità e portatore di valori valori etico-morali estranei al corpo sociale non ha già ampiamente dimostrato la sua impossibilità a divenire una "città del sole", di campanelliana memoria, ma più incline alla mostruosa spietatezza (v. dittature del '900)?
Se mi chiedi se condivido il protezionismo umanitario, ti dico ben venga, ma sappiamo entrambi che questo verrà condannato dal mercato e che l'ingerenza negli affati interni verrà visto in malomodo sia da terzi stati che dalle organizzazioni internazionali che,fino ad oggi, hanno rappresentato un insieme di stati e non un'entità pienamente autonoma.
Alla luce di quanto sopra, si può e si deve sensibilizzare le popolazioni locali a prendere coscienza dei propri diritti e questi devono promuoverne le istanze, ma pretendere di imporre come un deus ex machina,beh, l'esperienza dell'europa dell'est, del sudest asiatico,del medio oriente e dell'africa sono sufficienti per ponderare meglio la cosa.
Le dinamiche di uno stato forte all'esterno e debole all'interno, come profetizzato da alcuni esperti, si scontra con una realtà opposta e mi perdonerai se in virtù di questo delegare più dello strettamente necessario a chicchessia sia francamente imbarazzante,se ancora la libertà ha un senso.