E' un'interessante analisi, di una realtà che non ho conosciuto se non attraverso lo schermo di testi o film.
Il 68 come rivoluzione interna alla borghesia, la riscoperta della natura proletaria della condizione dei poliziotti (un concetto espresso anche da Gramsci, ed in aperta polemica e controtendenza rispetto all'idea che vede(va) la polizia come "mano fascista"...o almeno, rispetto all'idea che lo siano i singoli poliziotti, una parte dei quali avevano molto più diritto di sentirsi "di sinistra" di tanti "sessantottini"...).
Figli di papà ovunque, specie nella sinistra, che si compiaceva di esser rivoluzionaria a parole...genitori di una successiva generazione di "radical chic", una borghesia di sinistroidi per moda, a suo modo nient'altro che conformista nel suo essere "contro il sistema", una nuova forma di conformismo autoreferenziale e qualche volta gratuitamente violento.
Concordo che più che una poesia sembra un articolo...ma un articolo di denuncia, e per ciò davvero interessante.