| | | | Post: 1.033 Post: 1.033 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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26/05/2013 16:42 | |
WeAreNemesis, 26/05/2013 15:59:
Ma dipende sempre cosa si intende per "elite".
Perchè è pur vero che ne samo troppi, ma alla laurea ci giungono in pochi.
Esperienza personale: al primo semestre del primo anno, l'aula era strapiena (addirittura, per la mia cattedra, c'erano 2 aule, pienissime. Io per esempio, seguivo per terra!). Secondo semestre, corso di diritto privato: seguiva la metà. E la metà dei miei conoscenti si era o ritirata o aveva cambiato facoltà.
Secondo anno, primo semestre,: diritto del lavoro: 4 gatti. Un quarto della metà dei miei rimanenti conoscenti aveva lasciato l'università.
Quindi, si, come ama dire una mia carissima amica "all'università c'è una selezione naturale".
Questa cosa della selezione naturale mi irrita non poco. L'Università non dovrebbe essere una corsa ad ostacoli, ma un percorso formativo di eccellenza. Selezioni all'accesso ragionevoli e razionali - che tramutino l'Università in una struttura elitaria - non servono soltanto a regolamentare il mercato del lavoro (per me è immorale che lo Stato lasci immatricolare centinaia di aspiranti giuristi, nelle vesti di ragazzini diciottenni, quando le prospettive professionali sono in decremento) ma, se non si vuole essere tacciati di pianificazione stalinista, la selezione serve anche e soprattutto per ragioni didattiche. E, ripeto, se si accettasse ciò, bisognerebbe aprire il dibattito sul modo in cui selezionare. La nostra didattica fa schifo essenzialmente perchè siamo troppi. Le condizioni in cui siamo costretti a seguire le lezioni sono indecenti e fuorilegge, così come è indecente che un'Università programmi corsi, seminari e quant'altro al netto del numero di studenti fuoricorso e non frequentanti, tanto bistrattati ma a cui va il nostro sentito ringraziamento perchè se decidessero di seguire tutti probabilmente il Preside chiuderebbe gli edifici per ragioni di incolumità pubblica. Non sopporto i miei colleghi che si lamentano del fatto che il nostro è un esamificio, che i professori non strutturano un rapporto umano, che non andiamo in tribunale e non ci fanno esercitare a scrivere, salvo poi strapparsi le vesti con aria esagitata quando si parla di numero chiuso. Bene, tutte le cose che desideriamo non sono possibili senza numero chiuso. Limiti dell'azione amministrativa e, aggiungo, della potenzialità umana.
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