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Serve ancora a qualcosa l'Italia?

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2013 17:59
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25/05/2013 12:21
 
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Non so quanti di voi condividano l'idea che la geopolitica sia ancora in vita, ma credo che possa essere un utile strumento d'approccio a questo ragionamento.

L'Italia è sempre stata divisa tra un'anima europea ed una mediterranea. In realtà non è riuscita a sceglierne nessuna. Non l'ha fatto perché, per la naturale inclinazione italiana, era più semplice giocare sul presenzialismo e sul sottile ricatto agli USA. La posizione strategica nel Mediterraneo durante la guerra fredda le dava una forza che oggi credo abbia completamente perso. Il mediterraneo è tornato ad essere un lago e non più il mare. L'asse mondiale si è spostato verso altri luoghi. Inoltre la globalizzazione ha reso l'Italia una piccolissima realtà assolutamente irrilevante sul piano globale. In realtà si tratta di un problema che condivide con tutti gli Stati europei. Nessuno da solo, nemmeno la Germania, può essere capace di affrontare le sfide della globalizzazione.
Il ruolo dell'Italia è, quindi, quello che Altiero Spinelli con grande lungimiranza le aveva costruito, ma che i politici degli ultimi decenni hanno distrutto. L'antieuropeismo è una condizione antistorica. C'è bisogno di più Europa. L'Italia dovrebbe giocare un ruolo fondamentale.
Come? Rilanciando la sua peculiare posizione geografica.
Non possiamo inseguire la Germania sul continente, ma dobbiamo essere in grado di rappresentare il punto di riferimento dei Paesi del Mediterraneo.
Lo faremo?
Assolutamente non lo faranno. La Francia è ormai proiettata al controllo del mare nostrum e la Turchia diventerà a breve il ponte tra mondo arabo ed Europa.
Stiamo perdendo la più grande occasione di crescita del nostro Paese. In realtà la prospettiva mediterranea è un'occasione che abbiamo a più riprese perso. In passato, però, non avevamo concorrenti reali e potevamo permetterci il lusso di essere disattenti. Oggi, invece, l'Europa rischia di regionalizzarsi e nel vuoto di importanza le diaspore sono la conseguenza più immediata. In questa prospettiva l'Italia non riesce nemmeno a rivestire un ruolo di prima importanza. Se prima potevamo competere con la Francia, oggi siamo stati superati dalla Spagna che, credo, avrà una capacità di reazione alla crisi forse superiore anche a quella francese.

Come nota a margine dico che questa situazione credo si leghi ad una disposizione d'animo degli italiani (politici ed elettori). Siamo un popolo in declino, perché abbiamo perso l'orgoglio dell'appartenenza. Non siamo orgogliosamente italiani, mentre altri si sentono orgogliosamente europei. Essere europei non vuol dire rinnegare la propria individualità, ma arricchirla.
Gli Usa sono un chiaro esempio di come si possa valorizzare le proprie peculiarità locali, ma essere una forza unita.

All'inizio del 2000 abbiamo giocato un grande bluff economico e politico. Qualcuno c'ha creduto davvero. Gli Usa si sono preoccupati e sui mercati valutari qualcuno ha iniziato a guardare all'Euro in vece del dollaro. Abbiamo perso una grande mano.
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