Bello l'articolo postato da Frida. Se c'è una cosa che non sopporto e trovo che inevitabilmente imbarbarisca qualsiasi discussione è partire con le generalizzazioni ("voi comunisti" "voi fascisti" "voi marziani siete sempre blabla") o peggio ancora non rispondere nel merito, ma limitarsi a criticare l'autore della opinione espressa ("chi sei tu per dirlo" "lo dice proprio lui che" "ma di chi stiamo parlando di uno che...") spesso prescindendo totalmente da essa.
Eppure sono atteggiamenti risparmiabilissimi che non aggiungono e non tolgono nulla alla propria argomentazione. Però spesso fanno spettacolo e strappano l'applauso e questo conta più di tutto.
Oppure ancora ci sono i complottologi (quelli che "eh ma perché tu credi che..., ma non sai che dietro a questo...") o, ancora, gli "storici" (quelli che fanno trattati che partono dalle guerre puniche per dimostrare che la tua opinione è sbagliata perché "non sai che..."); altre categorie con cui la discussione inevitabilmente deraglia.
Il problema è che la rete aumenta il narcisismo... i Quote o gli I like rendono anche le opinione delle "prostitute" che si devono rendere accattivanti per attirare più clienti.
E amplia ancora di più il meccanismo "followers" oppure "haters".
Non è (solo) un problema di educazione (per quanto la perniciosa "moda" del parlare "in faccia" a tutti costi è da parecchio che fa danni; rimpiango quasi l'ipocrita perbenismo dei nonni!), quanto di onestà intellettuale.
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