trixam, 07/05/2013 13:13:
Nessuno pensava di vedere questo giorno, ne ha seppelliti talmente tanti che istintivamente pensavi avrebbe seppellito anche te.
Ma nel 2013 dopo le dimissioni del papa, la rielezione del presidente della repubblica, si è vista anche la fine dell'eterno.
Andreotti non si può capire se non si tiene presente che lui non era e non si sentiva italiano, era cattolico, papalino e romano. Se avesse scelto la carriera ecclesiastica sarebbe diventato Segretario di Stato e forse stare nei corridoi del Vaticano era il destino al quale si è sentito strappato per tutta la vita.
La romanità in Andreotti era totale ed assoluta, chi non ha vissuto a Roma difficilmente capisce quel sentimento che in politica si traduce in una totale mancanza di morale, per questo De gasperi che lo volle con sé disse di lui che era una persona di grandi capacità, ma anche capace di tutto.
Nell'ottica cattoromana la politica si riduce ad una mera questione di potere, qualcosa di simile ad una somma algebrica dove incastrare i fattori e siccome in politica i fattori sono gli uomini e gli uomini hanno difetti capendo e controllando i difetti si controllano gli uomini.
Andreotti non giudicava gli uomini, li usava. Il paragone con Hoover è fuorviante, Hoover era un Fouché moderno, mentre Andreotti era un principe della politica del tipo di Mazarino, Richelieu, il Cardinale Antonelli. Uomini che avevano una tale osmosi con il potere da diventare poteri, gente che non aveva bisogno di un partito perché era un partito ed infatti Andreotti pur avendo occupato ogni carica possibile al governo non diventò mai segretario della Dc.
Un uomo-partito di un partito-stato.
Mi ricordò di aver letto un'intervista che Oriana Fallaci gli fece negli anni settanta con il piglio aggressivo che aveva messo in difficoltà gente come Kissinger e Kohmeini. Con Andreotti non funzionò, non perdeva mai la calma e alla fine fu la grande giornalista, che era una persona con un forte senso morale, a sentirsi a disagio e provare inquietudine. Dopo la Fallaci realizzò che Andreotti le faceva paura.
Come uomo di potere Andreotti è stato insuperabile.
Come uomo di governo invece è stato uno dei più mediocri della seconda fase dell'era democristiana(quella cominciata dopo il 1963), i suoi governi sono stati tra i peggiori in particolare gli ultimi 3 che furono esiziali per le disastrate finanze pubbliche e per l'economia italiana che mancò l'occasione per cominciare una riconversione seria imboccando il viale del declino.
Ps cmq il prof Prisco ha pienamente ragione. Purtroppo caro professore il travaglismo/santorismo/grillismo ha già vinto e trasformato larga parte delle persone in questurini indignati di professione sulla scia anche della moda lanciata da Stephan Hessell senza rendersi conto che l'indignazione assoluta è reazionaria e antirepubblicana.
Piccolo Ot, per dire che scrivi in una maniera eccellente. Anche se raramente condivido ciò che pensi, oggi sono pienamente d'accordo con te e ti rinnovo i complimenti per l'eleganza del tuo modo di esprimerti.
Ritorniamo IT.
Ma a voi non da fastidio questo processo di santificazione in atto? Mi urta il fatto che, dopo che se ne è detto peste e corna, Andreotti viene considerato "grande politico e grande uomo", oppure "padre della democrazia".
Rispetto per i morti e la morte, soprattutto perchè ormai il senatore non ha più la possibilità di difendersi, ma questa è pura ipocrisia.