| | | | Post: 2.050 Post: 2.050 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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06/05/2013 19:54 | |
Dal professore Prisco, che mi prega di postare
Gentile (non per dire, lo è davvero), approfitto del suo civile post per chiarire una volta per tutte il mio pensiero sul metodo del dialogo fra esseri umani. Un professore che sceglie di interloquire su un forum di ragazzi lo sa e accetta di mettersi in gioco. Segnalavo, nel caso specifico, una certa "rapidità" (e dunque superficialità) di giudizio liquidatorio e mi si è risposto citando quello che una nonna pensava di chi vuole avere sempre ragione, mentre in aun ltro e precedente post si citavano (ma si stava parlando con me, quindi mi si offendeva indirettamente, ma in modo chiaro) "professori universitari raccomandati e calati dall'alto". Si possono rileggere i miei post per verificare se sia vero che io voglia avere sempre ragione, o se non preferisca invece il dubbio metodologico. Anche su Andreotti mi ero permesso di ricordarvi la virtù del dubbio e la necessità di un giudizio storico, che certo non può essere tutto in chiaro o tutto in nero e che si potrà dare solo col distacco del tempo. In effetti, considero la mia presenza qui come un modo (gratuito e che non vi è dovuto) di continuare la mia funzione, ma personalmente ricordo sempre di essere un professore, mentre alcuni non ricordano di essere (realmente o virtualmente) miei studenti. Credo tuttavia che un dialogo non annulli per miracolo ruoli e distanze, la reciproca cortesia non ci rende uguali per esperienza e professionalità, anche se lo siamo in dignità come esseri umani e certo voi avrete più vita di me (ma questo non è un merito, siete solo nati dopo). Quindi: rispetto reciproco, ma anche costante consapevolezza di chi è la persona con cui si parla e toni dunque adeguati alla situazione. Questo non solo qui e adesso, ma sempre nella vita. Lo so che questa può sembrare una predica antipatica, ma non vuole esserlo: ricordo solo un'ovvietà, non a tutti sempre presente |