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Eutanasia, la «storia di Piera»: un video choc

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2013 10:43
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03/05/2013 19:14
 
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All'estero per morire. Il video diffuso dai Radicali in occasione della campagna per la raccolta firme per renderla legale.



Una raccolta firme e un video choc. Questi gli elementi che annunciano l'avvio di una mobilitazione nazionale che da sabato 4 maggio vedrà i responsabili dell'associazione Luca Coscioni in mille piazze italiane raccogliere firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l'eutanasia in Italia.
Presentata a Roma, la campagna punta a certificare, con 50mila firme entro sei mesi, la morte assistita nel nostro Paese. «Diciamo "no" all'esilio dell'eutanasia - commenta Marco Cappato del partito radicale - per questo chiediamo una raccolta di firme, sarà un'iniziativa popolare come per aborto o divorzio». Informazioni sui banchetti dove firmare e adesioni anche sul sito www.eutanasialegale.it. Tra i firmatari ci sono già tanti volti noti, da Marco Pannella a Umberto Veronesi, Marco Bellocchio, Ricky Tognazzi, Alessandro Cecchi Paone, Antonella Elia, Furio Colombo, Vittorio Feltri, Silvio Garattini, Mario Morcellini.
VIDEO CHOC - La campagna «Eutanasia legale» è supportata dai radicali, con un video choc che è stato proiettato venerdì nella sede del partito. Piera Franchini, malata terminale, ha raccontato la sua scelta di ricorrere all'eutanasia: «Io non voglio più soffrire, questa è una sofferenza fine a se stessa: solo io ho il diritto di decidere su me stessa». Marco Cappato che l'ha accompagnata nel suo ultimo viaggio ha ricordato: «Piera si è dovuta recare da un paese del Veneto fino in Svizzera, a Fork, vicino Zurigo, per poter vedere riconosciuta questa sua volontà, ci ha contattato in risposta allo spot "A. A. A. malati terminali cercasi"». Nel video Piera, dal volto ormai scavato dalla sofferenza e dalla malattia ha raccontato lucida: «Danno da bere una bibita, poi uno si addormenta e va. Sono morta il 13 aprile, quando il chirurgo mi ha detto per la prima volta che non c'era nulla da fare» ha continuato Piera, per la quale la fine è arrivata qualche mese dopo, lontana dalla sua casa.

LA DOLCE MORTE - Ma Piera non è stata l'unica a scegliere la «dolce morte»: ogni anno sono una trentina gli italiani che varcano il confine per non far ritorno. Una decisione che l'accomuna, solo per citare i casi più eclatanti, a Lucio Magri, fondatore del «manifesto» e storico leader della sinistra, e all'ex magistrato calabrese Pietro D'Amico, morto appena tre settimane fa. Ed è solo di giovedì la notizia che Daniela Cesarini, 66 anni, ex assessore ai servizi sociali del Comune di Jesi e candidata sindaco del Prc alle elezioni amministrative del 2012, ha scelto di porre fine alla sua vita il 25 aprile, data per lei simbolica, dopo una serie di disgrazie che avevano segnato la sua vita, l'ultima la perdita del figlio. La Cesarini ha salutato i parenti, dicendo che avrebbe fatto una vacanza per il ponte del 25 aprile, ed è partita per la Svizzera, paese in cui il suicidio assistito è consentito dal 1941. La notizia della morte, però, è trapelata solo giovedì e i familiari stessi avrebbero appreso il fatto il 30 aprile, attraverso una lettera inviata dalla clinica a un'amica della donna.

PER IL 62% DEI MALATI TERMINALI, FINE ASSISTITA - La Svizzera ha legalizzato il suicidio assistito e l'eutanasia attiva, con farmaci somministrati da un medico. Una strada praticabile anche in Olanda, Belgio e Lussemburgo, mentre Svezia e Germania ammettono solo l'eutanasia passiva, ossia il blocco delle cure. Secondo dati dell'Istituto Mario Negri, sono 80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62% muore grazie all'aiuto dei medici con «eutanasia clandestina». A rendere noti i dati è Carlo Troilo, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni, durante l'incontro alla sede dei Radicali italiani nel quale è stata presentata la campagna per la raccolta di firme. «Mille malati terminali si suicidano per la negata eutanasia e altri mille tentano il suicidio», ha sottolineato Troilo. «Questa è una campagna politica con la quale chiediamo che vengano riaffermati dei diritti che finora sono stati sottratti», ha concluso Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni.

fonte: corriere.it
[Modificato da Koogar 03/05/2013 19:19]





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