"Bisogna fermare formazioni jihadiste sanguinarie, i francesi sono intervenuti e non si può lasciare sola la Francia. Prodi, che è un pacifista e inviato Onu, dice che l'intervento ci vuole ed è tempo che Ue riprenda bandolo. In Italia non se ne parla perché abbiamo abbassato profilo in politica estera". Lo dice Bersani, a Radio 24, sul Mali.
SI COMBATTE SU TERRENO. UE, OK MISSIONE - di Tullio Giannotti
Adesso è guerra vera, alla Francia non bastano più gli aerei e i Droni. C'é bisogno di uomini. A Diabali "si combatte corpo a corpo", l'intervento di terra è ormai una realtà. I francesi sul campo ora sono 1.400 e presto raggiungeranno il tetto di 2.500. Sul tavolo europeo, a Bruxelles, l'Ue ha assicurato una missione di addestramento dell'esercito maliano (l'Italia metterà a disposizione fino a 24 uomini) ma per ora non affianca Parigi sul terreno.
La Francia, che da una settimana è protagonista di un intervento costosissimo sul piano politico, umano e finanziario, spera di non essere lasciata sola, visto che in prospettiva si parla ormai di "mesi" di impegno militare, come ha detto il presidente Francois Hollande davanti al Parlamento. Prima Hollande, poi il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, intervenuto al Consiglio esteri Ue di Bruxelles, hanno ripetuto che la Francia "non è sola, è il paese precursore". E prima di rientrare a Parigi, Fabius ha definito "decisamente possibile che dei paesi europei decidano di fornire non soltanto logistica, ma mettano anche a disposizione soldati". Poi si è fatto realista: "ma non possiamo costringerli a farlo".
Anche Catherine Ashton, alto rappresentante della politica estera Ue, ha detto che "sono molti i Paesi che hanno offerto sostegno logistico alla Francia, non escludendo nemmeno quello militare". Un'opzione, quella dell'invio dei militari, esclusa però dal ministro Giulio Terzi: "quello dell'Italia non sarà in nessun modo un intervento militare diretto", ha detto il capo della Farnesina". L'Italia invierà "fino a 24 uomini" nella missione europea di addestramento delle forze maliane (EUTM), una forza che dovrebbe contarne alla fine 450 di una decina di paesi diversi, agli ordini di un veterano del Rwanda e della Costa d'Avorio, il generale francese Francois Lecointre.
A Fabius, per il quale "il Mali a quest'ora sarebbe sparito" senza l'intervento francese, l'Europa ha risposto con un'adesione totale ("la Francia ha preso misure urgenti nell'interesse di tutti noi in Europa", ha detto il ministro tedesco Guido Westerwelle) ma con mezzi per ora limitati. Oltre ad EUTM, l'Ue fornirà appoggio logistico all'operazione delle forze dell'Africa occidentale che stanno affluendo in aiuto a Bamako, in particolare aerei da trasporto C130 per facilitare il dispiegamento dei soldati arrivati da Nigeria, Burkina Faso, Senegal e Ciad.
Aveva quasi l'aria di un blitz, quello lanciato venerdì notte per bloccare l'avanzata dei jihadisti a nord e "garantire la sicurezza" dei 6.000 francesi a Bamako, invece il timore a Parigi è di essere ormai in una situazione dalla quale sarà difficile uscire. E qualche voce polemica sulla preparazione di quest'operazione comincia a levarsi, in particolare a destra e nella sinistra più antagonista, nel panorama di generale consenso. I francesi si sono resi conto in queste ultime ore di essere entrati fino al collo in una guerra vera, le notizie ancora in nottata parlavano di "combattimenti corpo a corpo durissimi a Diabali, nell'ovest del paese, 400 km a nord di Bamako, tra forze speciali francesi e islamici".
Diabali è stata conquistata lunedì dai jihadisti, e il probabile rais locale è l'algerino Abou Zeid, uno che tira le fila di Aqmi (Al Qaida del Maghreb islamico). Diabali è il simbolo di questo indispensabile intervento di terra, perché le bombe sganciate dai Rafale non hanno spostato di un centimetro gli islamici, che si "radono la barba per confondersi con gli abitanti locali", dice un ufficiale maliano. Nelle ultime ore, Diabali è tornata tranquilla, ma si segnalano "combattimenti in diversi settori" della zona di conflitto, secondo la Difesa francese. I più duri a Konna, nel centro, dove i francesi hanno appoggiato i maliani infliggendo perdite (sei uomini) e danni materiali (otto veicoli recuperati, parecchi altri distrutti) agli islamici. In attesa che qualche paese europeo affianchi la Francia, è arrivato stasera a Bamako un primo contingente nigeriano della Forza d'intervento dell'Africa occidentale, insieme ai primi soldati del contingente in arrivo dal Ciad, 200 uomini che hanno lasciato in mattinata N'Djamen
tratto da:
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