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Luttwak e gli sviluppi della politica americana

Ultimo Aggiornamento: 14/01/2013 23:38
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14/01/2013 12:37
 
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tratto da : www.tempi.it/luttwak-obama-in-guerra-e-piu-feroce-di-bush-brennan-alla-cia-dice-tutto-sul-suo-governo#.UPP...


«Obama ha le idee chiare e non sono quelle del pacifico politico di colore dipinto dai media del Vecchio Continente. Le nuove nomine all’esecutivo rappresentano l’ulteriore conferma del fraintendimento della sinistra europea, che lo riteneva e lo ritiene ancora un fratello». Il politologo americano Edward N. Luttwak afferma in un’intervista a tempi.it che «chi gli ha assegnato il Nobel per la pace non avrebbe mai pensato che Barack Obama potesse agire come il terribile Bush. Eppure si è dimostrato più feroce».

Obama più feroce di Bush?
In guerra Obama si è dimostrato il più feroce di tutti i presidenti americani. Non la colomba che ci si sarebbe aspettati, ma un presidente che fa uso su larga scala degli omicidi mirati.

Come valuta la nomina di John Brennan ai vertici della Cia?
La nomina di Brennan rappresenta la verità sul governo Obama. Con Brennan alla Casa Bianca come consigliere, Obama si era lasciato persuadere ad abbandonare una sfida inutile, quella in Iraq e Afghanistan, contro chi vuole il regresso e a muoversi sul piano degli interessi americani. Il fatto che l’abbia nominato a capo della Cia significa che ha raggiunto la consapevolezza che ci sono paesi che non possono essere aiutati, perché non vogliono. Grosso modo quello che ha pensato è: “Facciamo il nostro business, eliminiamo i terroristi e andiamocene”.

Obama ha fatto altre due nomine importanti: il segretario di Stato e quello della Difesa.
Chiamare John Kerry alla segretaria di Stato è segno di coerenza con la linea in politica estera perseguita dall’esecutivo finora. Traccia una continuità con la politica pragmatica e attiva di Hillary Clinton. Quello che dovrà fare Kerry è dimostrare le capacità e il rigore del suo predecessore. Vedremo se sarà altrettanto efficace. Per quanto riguarda la nomina di Chuk Hagel a capo della Difesa, è il frutto di un ragionamento realistico.

Realistico perché si tratta di un ex repubblicano?
Non è corretto. Hagel è sempre stato un democratico con la facciata del repubblicano. La sua nomina è motivata dai meccanismi politici di Washington. La spesa fiscale americana dovrà scendere e i tagli colpiranno anche la Difesa. Nonostante il risparmio delle spese operative per Iraq e Afghanistan, il bilancio militare è altissimo. Perciò con Hagel al Pentagono, Obama pensa di minimizzare l’opposizione repubblicana al Congresso e avere meno ostacoli per la gestione della Difesa e per l’assegnazione di risorse.

Quale sarà la strategia del nuovo esecutivo americano in politica estera?
Gli Stati Uniti sembrano volersi disimpegnare dalla zona arabo-islamica, cosa che Obama ha già iniziato a fare nel suo quadriennio precedente. L’esperienza degli ultimi anni ha fatto capire che in queste zone rifiutano la formula di progresso americano. La cosiddetta “primavera araba”, la falsa primavera, ha dimostrato questa verità. Nel mirino degli oppositori di Gheddafi e Mubarak non c’erano i regimi autoritari ma i regimi contrari alla morale islamica, dove per esempio si prevedeva il divieto di poligamia o il commercio di alcolici. La solita sinistra analfabeta pensava che la falsa primavera fosse sorta dall’esigenza di avere democrazie liberali. Ma è l’esatto contrario. Quei regimi erano troppo modernizzati, eccessivamente progrediti, per i loro maggiori oppositori: Fratelli Musulmani e Salafiti.

Nel caso gli Stati Uniti abbandonassero totalmente l’area, Israele non sarebbe più isolato?
Israele è già isolato. Ma è un paese che sta progredendo, circondato dal regresso. Negli ultimi anni ha fatto notevoli passi avanti, tant’è vero che l’aiuto economico e militare americano si è ridotto all’1 per cento di Pil, quando anni addietro era notevolmente più elevato. Naftali Bennett, il leader di Jewish Home, il partito di destra in ascesa, vorrebbe addirittura farne a meno.

Qual è l’attuale fronte strategico per gli Stati Uniti?
L’Oceano Pacifico. Qui l’America appoggerà gli alleati per contenere la pressione cinese.

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14/01/2013 16:04
 
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Il giudizio sulle primavere arabe è IMHO corretto. Non ho mai pensato né creduto che alla base ci fosse una reale volontà di democrazia. Gli USA sicuramente hanno il (de?)merito di aver aperto un varco con la fine di Hussein. Non sono mai stato convinto della strategia della forza. Credo che il modello americano possa risultare vincente quando si pone come alternativa culturale ed economica, come l'american dream. Tuttavia non tutti i popoli possono essere affascinati da questo modello, soprattutto perché non è un modello necessariamente esportabile. E' necessario un lungo percorso culturale e storico prima che il dovere della libertà, che è prima dovere e responsabilità e poi diritto, possa affermarsi nella coscienza dei popoli.
La libertà è un'opzione culturale e non istituzionale. Non esistono modelli istituzionali liberali se non c'è volontà di interpretare gli schemi istituzionali all'interno delle dinamiche della libertà.
Trovo anche corretto rilanciare la sfida sul piano economico e provare a competere con la Cina. E' una sfida importante e fondamentale. Tuttavia gli Usa non possono limitarsi ad abbandonare il campo nel mondo arabo, perché questa volta non è il Vietnam. La minaccia globale e transfrontaliera non permette un'exit strategy analoga a quella di Nixon. E' necessario dimostrare la propria forza e la congiuntura storica ed economica non è favorevole (non lo era nemmeno per Nixon).
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14/01/2013 18:38
 
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Per quanto accademicamente corretto,non posso condividere in toto.
SI tratta di uno strumento di politica estera,un'altra forma di diplomazia, valida o meno a seconda delle circostanze.
Il percorso verso modelli liberal-compatibili o una presa di coscienza di una nazione può aversi solo laddove le condizioni sono favorevoli ed il terreno fertile e questo, con buona pace dei più, si può avere solo con lo strumento forza (da non confondere con la violenza).

Nelle cosiddette primavere arabe il ruolo americano,ma occidentale in genere, è stato tanto marginale quanto ambiguo ed i risultati sono sotto gli occhi tutti.
Siamo passati da governi filo-occidentali a compagini politiche a noi avverse.

In verità, Obama ha chiesto all'europa di assumersi maggiori responsabilità -in tempi non sospetti- e all'Italia in particolare di intervenire,nel ruolo di potenza regionale ( ennesima occasione persa) in libia,ma è stato uno sbaglio.
La macchina americana sta solo seguendo una strategia già da tempo sviluppata,basta dare uno sguardo ai rapporti,pubblici, cia dell'ultimo quinquennio.
Sono state abbandonate le maggiori basi nel vecchio continente e diminuita grandemente la presenza in medio oriente ed africa ( ormai tutta o quasi acquistata dalla cina),invero si stanno solo rispettando le scadenze dettate dalla consapevolezza che il baricentro della politica internazionale si è spostato in asia e che,nemmeno loro,possono tenere più fronti aperti.

E' diventato il segreto di pulcinella quello che vuole in australia la più grande base dell'usmc fuori dal territorio usa.
In questa nuovo scenario strategico gli usa fanno pressioni per una riforma della costituzione nipponica ed un riarmo del sol levante,oltre ad ingenti fondi ad alcuni paesi del sud-est asiatico e forniture di primordine per il sud korea.

Data la difficoltà di competere con i nuovi titani dell'economia agli usa non resta altra via politica,per mantenere lo status di superpotenza, se non quella della "forza".
[Modificato da connormaclaud 14/01/2013 19:28]
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14/01/2013 20:30
 
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Re:
connormaclaud, 14/01/2013 18:38:

Per quanto accademicamente corretto,non posso condividere in toto.
SI tratta di uno strumento di politica estera,un'altra forma di diplomazia, valida o meno a seconda delle circostanze.

Cosa? Qual è il soggetto?


Il percorso verso modelli liberal-compatibili o una presa di coscienza di una nazione può aversi solo laddove le condizioni sono favorevoli ed il terreno fertile e questo, con buona pace dei più, si può avere solo con lo strumento forza (da non confondere con la violenza).

Nelle cosiddette primavere arabe il ruolo americano,ma occidentale in genere, è stato tanto marginale quanto ambiguo ed i risultati sono sotto gli occhi tutti.
Siamo passati da governi filo-occidentali a compagini politiche a noi avverse.

La guerra in Libia è stata totalmente americana, il capolavoro strategico di Obama con il quale ha stroncato i repubblicani sulla politica estera.
Per inciso il partito democratico è sempre stato quello delle svolte dure in politica estera e delle guerra, Luttwak fa finta di dimenticarlo.
Cmq gli Usa non hanno chiesto un bel niente all'Italia sulla Libia, anzi quando decisero l'intervento nemmeno consultarono il nostro governo che si ritrovò davanti al fatto compiuto costretto a cedere le basi che si era impegnato nel trattato di amicizia con la Libia a non dare alla Nato, ennesimo grande figurone di cacca.

Io poi continuo a non capire dove siano questi regimi minacciosi per l'occidente, forse saranno peggio dei precedenti ma da un punto di strategico non cambia molto.


In verità, Obama ha chiesto all'europa di assumersi maggiori responsabilità -in tempi non sospetti- e all'Italia in particolare di intervenire,nel ruolo di potenza regionale ( ennesima occasione persa) in libia,ma è stato uno sbaglio.
La macchina americana sta solo seguendo una strategia già da tempo sviluppata,basta dare uno sguardo ai rapporti,pubblici, cia dell'ultimo quinquennio.
Sono state abbandonate le maggiori basi nel vecchio continente e diminuita grandemente la presenza in medio oriente ed africa ( ormai tutta o quasi acquistata dalla cina),invero si stanno solo rispettando le scadenze dettate dalla consapevolezza che il baricentro della politica internazionale si è spostato in asia e che,nemmeno loro,possono tenere più fronti aperti.

Questa cosa dell'africa acquistata dalla cina è un luogo comune.

E' diventato il segreto di pulcinella quello che vuole in australia la più grande base dell'usmc fuori dal territorio usa.

Non è affatto un segreto, all'inaugurazione dell'ampliamento della base del novembre del 2010 c'era Obama in persona che tenne un discorso.

In questa nuovo scenario strategico gli usa fanno pressioni per una riforma della costituzione nipponica ed un riarmo del sol levante,oltre ad ingenti fondi ad alcuni paesi del sud-est asiatico e forniture di primordine per il sud korea.

Data la difficoltà di competere con i nuovi titani dell'economia agli usa non resta altra via politica,per mantenere lo status di superpotenza, se non quella della "forza".

Non si capisce perché dovrebbero competere con i loro principali finanziatori e i cinesi con i loro principali clienti posto che Usa e Cina non sono in concorrenza e che le loro economie sono sempre più interdipendenti(leggere Superfusion, il libro di Zachary Karabell per farsi un'idea).

Il ridispiegamento in Asia è frutto della miopia dell'ala dura del partito comunista cinese che vuole spararsi le pose muscolari armando le forze armate per fare la guerra non si a chi(tipica stupidaggine di tutti i paesi in ascesa, come la germania a cavallo tra 800 e 900 che fece una brutta fine), cosa che produce l'effetto contrario e opposto di far riavvicinare paesi prima ostili agli Usa(come India e Vietnam) e gli americani non si fanno sfuggire l'occasione di ampliare la loro influenza.
Ma l'obiettivo di lungo periodo è sostenere l'ala moderata del PCC ben contenta del sostegno.




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14/01/2013 23:38
 
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Caro trixiam


Cosa? Qual è il soggetto?


i carciofi,si discorreva di carciofi




La guerra in Libia è stata totalmente americana, il capolavoro strategico di Obama con il quale ha stroncato i repubblicani sulla politica estera.
Per inciso il partito democratico è sempre stato quello delle svolte dure in politica estera e delle guerra, Luttwak fa finta di dimenticarlo.
Cmq gli Usa non hanno chiesto un bel niente all'Italia sulla Libia, anzi quando decisero l'intervento nemmeno consultarono il nostro governo che si ritrovò davanti al fatto compiuto costretto a cedere le basi che si era impegnato nel trattato di amicizia con la Libia a non dare alla Nato, ennesimo grande figurone di cacca.



In realtà a metterci la faccia fu il governo francese ed inglese,il primo- se non vado errato, si svolgevano le amministrative in quel momento o di lì a poco- uscito malconcio dalla figuraccia in tunisia ed il secondo per motivi umanitari-interesse nazionale.
Obama e la stessa Clinton domandaro più e più volte al governo italiano,e a Berlusconi in particolare, di sfruttare la posizione di alleato del rais per fermare la guerriglia ed arrivare ad una tregua o una transizione indolore.
Forse dimentichi,o ignori, che la Enterprise e la Vinson fecero rotta verso il mare territoriale libico in fretta e furia ( non era previsto un intervento diretto) e che parteciparono al conflitto per sole 36 ore prima di essere richiamate in rotta.
Allo stesso modo dimentichi che in seno alla NATO e con gli usa in testa si voleva,fino all'ultimo, che gheddafi andasse in esilio "pacificamente".




Io poi continuo a non capire dove siano questi regimi minacciosi per l'occidente, forse saranno peggio dei precedenti ma da un punto di strategico non cambia molto.



Se non vedi l'instabilità politica,il prosperare di gruppi integralisti e la sostanziale assenza di relazioni diplomatiche,direi di sì,poco è cambiato.



Non è affatto un segreto, all'inaugurazione dell'ampliamento della base del novembre del 2010 c'era Obama in persona che tenne un discorso.



sai com'è,il tempo passa,tra 2011 e 2012 qualcosina è cambiata






Non si capisce perché dovrebbero competere con i loro principali finanziatori e i cinesi con i loro principali clienti posto che Usa e Cina non sono in concorrenza e che le loro economie sono sempre più interdipendenti(leggere Superfusion, il libro di Zachary Karabell per farsi un'idea).



per il semplice motivo che la politica vecchio stile muove ancora e non tutto si riduce alla canonica economia di mercato prospettata da Mickey Mouse.
Vi sono diversi modi per penetrare nelle decisioni politiche di un paese e,guarda caso, la politica estera è una di queste.




Il ridispiegamento in Asia è frutto della miopia dell'ala dura del partito comunista cinese che vuole spararsi le pose muscolari armando le forze armate per fare la guerra non si a chi(tipica stupidaggine di tutti i paesi in ascesa, come la germania a cavallo tra 800 e 900 che fece una brutta fine), cosa che produce l'effetto contrario e opposto di far riavvicinare paesi prima ostili agli Usa(come India e Vietnam) e gli americani non si fanno sfuggire l'occasione di ampliare la loro influenza.
Ma l'obiettivo di lungo periodo è sostenere l'ala moderata del PCC ben contenta del sostegno.


che una settimana sì e l'altra pure vi siano sconfinamenti cinesi ad okinawa non è una leggenda metropolitana,come non lo sono le mire o presunte tali della cina in asia.
La politica interna e la stessa politica estera di uno stato - a maggior ragione in ascesa- non sembra accontentarsi del potere economico e,un pò troppo retrò, usa i soliti mezzi propagandistici.

p.s.
la cina ha appaltato mezz'africa e corrotto i governi dell'altra metà
[Modificato da connormaclaud 14/01/2013 23:39]
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