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Un pò di Grasso a fuoco

Ultimo Aggiornamento: 29/12/2012 16:09
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27/12/2012 15:56
 
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Tratto da: www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/12/27/Elezioni-Grasso-chiede-Csm-aspettativa-_8001...


l Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha intenzione di candidarsi alle prossime elezioni e ha presentato al Csm la richiesta di aspettativa elettorale che verra' ratificata dal plenum alla riapertura dei lavori dopo la pausa delle festivita'. Palazzo dei Marescialli riprende l'attivita' dopo l'Epifania.

A quanto si è appreso, Grasso ha presentato al Csm anche domanda di pensionamento a partire dal prossimo 28 febbraio. Tale domanda - che è una cosa distinta dalla richiesta di aspettativa per motivi elettorali - è revocabile fino a quando il Consiglio superiore della magistratura non la delibera. Dunque, a breve, si aprirà la corsa alla successione alla guida della Procura nazionale antimafia.

Il procuratore antimafia Pietro Grasso si candida con il Pd. Domani la decisione del procuratore nazionale antimafia sarà formalizzata nel corso di una conferenza stampa alla quale interverrà anche Pierluigi Bersani alle 11.30 a Roma nella sede del partito.

VENDOLA, NON COMINCIO AVVENTURA PRECARIA - "Non ho alcuna intenzione di cominciare un'avventura precaria, di un governo a corrente alternata". Lo ha sottolineato il leader di Sel, Nichi Vendola, dicendo di aver "intenzione di cominciare con Bersani, con Sel e il Pd, un'esperienza importante di una legislatura di cambiamento".

Monti "ha ragione" di dire che "sale" in politica "perché aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio. Io ho detto 'sceso in campo' perché avevo un rango superiore". Lo ha affermato Silvio Berlusconi a Uno Mattina.

"Non mi sono accorto di chi è andato via, sono andati via in due o tre, senza voti e senza influenza. Ora ho solo supporter che mi amano, mi mandano i regali di Natale e sono tutti attorno a me". Lo dice Silvio Berlusconi intervenendo a Unomattina.

FINI: BERLUSCONI DICE MENZOGNE, LO SFIDO A CONFRONTO IN TV - "Le menzogne di Berlusconi sono spudorate. Tutti sanno che non ho lasciato il Pdl, bensì che mi ha cacciato perché non volevo difendere i suoi personali interessi giudiziari. Se Berlusconi si vuole confrontare pubblicamente con me su questi temi, anche sulle reti Mediaset, sono a disposizione". Lo dice Gianfranco Fini.



Che zeza
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27/12/2012 17:59
 
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Che delusione
Capisco (senza affatto giustificarlo) Ingroia, però ora anche Grasso è davvero troppo. Mi sarei atteso ben altro atteggiamento e diversa serietà. Non so se si sia proposto lui, o se il Partito Democratico gliel'abbia chiesto (come immagino), perdipiù - ritengo - garantendogli l'elezione. Realisticamente, si sono reciprocamente cercati e trovati. Per l'uomo e per il partito è comunque un errore gravissimo, di sostanza e di immagine. Nel mio titolo c'è tutto quello che avevo - con grande desolazione - da dire in merito
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27/12/2012 18:15
 
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Non credo che in nessun altro Paese vi sia,o sia consentita, una tale commistione tra poteri.
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Utente Junior
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27/12/2012 18:29
 
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Di Pietro, Ingroia, De Magistris, Emiliano, Narducci,ora anche Grasso e poi dicono che la magistratura non sia schierata a sinistra......
Chissà soliti pregiudizi berlusconiani! ahahahha
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28/12/2012 13:07
 
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Non capisco la delusione, mi sembra un'ottima cosa la fine dell'ipocrisia dei "magistrati indipendenti" e che tutto venga alla luce del sole come nei paesi normali.

Politicamente la mossa mi sembra molto abile e ne do atto a Bersani. Nel 2008 Veltroni aveva rovinato tutto alleandosi con Di Pietro sotto la pressione della parte giustizialista del pd e del mondo di Micromega, Bersani con Grasso taglia le unghie a questa ala e sostanzialmente mette all'angolo Ingroia e soci con i quali Grasso
si scannava anche da procuratore a Palermo(meritandosi per questo gli attacchi del miglior amico di Ingroia Marco Travaglio). Immagino che il procuratore in cambio della concessione del brand abbia preteso di più di un posto da parlamentare, penso che sarà ministro della giustizia nel futuro governo.

Ps Connor la risposta al tuo dubbio al netto delle distinzioni istituzionali e del ruolo della magistratura è Stati uniti d'america.
Una buona parte dei politici americani specialmente a livello di governatori sono ex procuratori passati alla politica, esempio noto in Italia l'italoamericano RUdy Giuliani, grande procuratore antidroga e antimafia, collaborò anche con Falcone, poi passato alla politica a fare il sindaco di new york, la stessa città dove aveva esercitato la sua giurisdizione.
[Modificato da trixam 28/12/2012 13:07]
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28/12/2012 15:28
 
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Però io credo vi sia una differenza tra il caso Ingroia e Grasso. Il primo non ha mai nascosto la sua vena politica, in primis. Il secondo, anche per il ruolo istituzionale ricoperto, non ricordo abbia mai esternato così palesemente siffatta tendenza. Inoltre, almeno personalmente, ho molto apprezzato la scelta di chiedere il pensionamento e di chiudere definitivamente la sua carriera in magistratura. Cosa che Ingroia, probabilmente, farà solo una volta ottenuta la certezza di entrare in Parlamento. Nonostante ciò la cosa che disturba è il fatto che non vi sia stata soluzione di continuità tra l'incarico di Procuratore e la sua candidatura.
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28/12/2012 15:41
 
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Ps Connor la risposta al tuo dubbio al netto delle distinzioni istituzionali e del ruolo della magistratura è Stati uniti d'america.
Una buona parte dei politici americani specialmente a livello di governatori sono ex procuratori passati alla politica, esempio noto in Italia l'italoamericano RUdy Giuliani, grande procuratore antidroga e antimafia, collaborò anche con Falcone, poi passato alla politica a fare il sindaco di new york, la stessa città dove aveva esercitato la sua giurisdizione.



Dici bene trixiam,ma se non vado errato, sono espressione politica,sia essa diretta ( elezione) o indiretta (nomina politica).

Da noi la situazione è ben diversa...
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28/12/2012 15:58
 
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Mi auguro non mi si venga più a parlare di magistratura indipendente e super partes, che la storia ha francamente stancato da anni!

Non capisco come alcuni Italiani possano tollerare ed addirittura sostenere, in molti casi, queste candidature.

Sia stato o meno super partes nell'esercizio delle sue funzioni, un magistrato che si candida in politica due giorni dopo aver dismesso la toga, DISTRUGGE la credibilità della sua categoria.

Ed una magistratura non credibile agli occhi del popolo mina alle fondamenta ciò che dovrebbe essere tra le colonne portanti della nostra democrazia.

Le Istituzioni devono essere ed apparire super partes, altrimenti buonanotte...



Ci manca solo che il caro Giorgio Napolitano, finito il mandato di presidente, diventi presidente del consiglio...
in fondo, cosa glielo vieta??? [SM=g2725333]


[SM=g2719694] [SM=g2719694] [SM=g2719694] [SM=g2719694] [SM=g2719694]

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28/12/2012 16:51
 
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Personalmente condivido la posizione di Nando: un magistrato deve essere E ANCHE APPARIRE indipendente (chiedo scusa per il maiuscolo), altrimenti lascia sospettare che non lo fosse neanche prima. Se è giusto dimettersi del tutto dalla magistratura prima di candidarsi (meglio cioè Grasso e de Magistris, che almeno l'hanno fatto) e non solo mettersi in aspettativa, non è comunque ammissibile candidarsi nel pieno di inchieste visibilmente esposte sul piano mediatico o subito dopo e perdipiù (caso Narducci a Napoli, caso Casson a Venezia, a suo tempo) a volte anche dove si sono fino al giorno prima esercitate funzioni giudiziarie (da giudicante o da requirente). Preciso che questa idea fermissima prescinde dal "colore" della candidatura e che il parallelo con gli Stati Uniti è insostenibile, perché lì il "prosecutor" è elettivo. Se i partiti avessero il polso del Paese stabilirebbero regole chiare, intuitive e ferree, ma d'altra parte non hanno neanche approvato una decente legge elettorale e una su loro stessi, con riduzioni del numero dei parlamentari, di spese elettorali, dei costi della politica in genere. Quindi, sì, non hanno le palle. Se si vuole fare crescere ò'astensionismo, oppure Grillo e i suoi (che personalmente non amo, a scanso di equivoci), queste omissioni sono tutte autostrade che si possono agevolmente fare percorrere a chi è interessato
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28/12/2012 19:33
 
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Re:
(pollastro), 28/12/2012 16:51:

Personalmente condivido la posizione di Nando: un magistrato deve essere E ANCHE APPARIRE indipendente (chiedo scusa per il maiuscolo), altrimenti lascia sospettare che non lo fosse neanche prima. Se è giusto dimettersi del tutto dalla magistratura prima di candidarsi (meglio cioè Grasso e de Magistris, che almeno l'hanno fatto) e non solo mettersi in aspettativa, non è comunque ammissibile candidarsi nel pieno di inchieste visibilmente esposte sul piano mediatico o subito dopo e perdipiù (caso Narducci a Napoli, caso Casson a Venezia, a suo tempo) a volte anche dove si sono fino al giorno prima esercitate funzioni giudiziarie (da giudicante o da requirente). Preciso che questa idea fermissima prescinde dal "colore" della candidatura e che il parallelo con gli Stati Uniti è insostenibile, perché lì il "prosecutor" è elettivo. Se i partiti avessero il polso del Paese stabilirebbero regole chiare, intuitive e ferree, ma d'altra parte non hanno neanche approvato una decente legge elettorale e una su loro stessi, con riduzioni del numero dei parlamentari, di spese elettorali, dei costi della politica in genere. Quindi, sì, non hanno le palle. Se si vuole fare crescere ò'astensionismo, oppure Grillo e i suoi (che personalmente non amo, a scanso di equivoci), queste omissioni sono tutte autostrade che si possono agevolmente fare percorrere a chi è interessato




Condivido in pieno.
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29/12/2012 13:40
 
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Intervista a Vietti, vicepresidente Csm
“Candidature inopportune” Non basta essere imparziali, bisogna anche apparire tali di Guido Ruotolo, La Stampa, 29/12/2012
Michele Vietti, vicepresidente del Csm, cosa pensa della candidatura del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso?
«La candidatura di Grasso mi consente di chiarire il mio pensiero che da qualcuno è stato frainteso in occasione della candidatura di Ingroia».
Lei suggerì ai partiti di non candidare magistrati...
«Non ho fatto allora e non faccio adesso considerazioni di carattere personale riferite al singolo magistrato. Stimo Grasso che ha fatto per molto tempo un mestiere difficile con equilibrio e professionalità. Ma il problema non sono Piero Grasso o Antonio Ingroia, o i meno noti Dambruoso e Amore, ma il tema di carattere generale dell’impegno in politica dei magistrati».
Candidarsi comunque è un vulnus alla terzietà dei giudici, alla credibilità dei pm?
«L’esercizio efficace della giurisdizione non dipende solo dal suo aspetto autoritario, cioè dall’essere un potere dello Stato che si avvale del suo apparato coercitivo. Questo è un carattere necessario, ma non sufficiente. Perché la giustizia sia tale occorre che sia percepita dall’opinione pubblica come conforme ad un principio generale di equità. Ciò non vuol dire che il magistrato deve ricercare il consenso, ma neppure che può prescindere da una sintonia con il sentire comune. Dare ragione a chi ce l’ha o dare torto a chi ce l’ha deve rispondere ad un principio di prevedibilità che rende credibile chi esercita questo potere».
E cosa c’entra tutto questo con la scelta di un magistrato di candidarsi?
«Se vogliamo mantenere il nostro schema costituzionale che riconduce entrambe le figure - giudice e pm - alla stessa magistratura, con le stesse garanzie, ne consegue che la condizione per una giustizia credibile è l’autorevolezza dei suoi rappresentanti e questa non può prescindere dall’imparzialità. Il Capo dello Stato ci ha più volte ricordato che il magistrato non deve solo essere ma anche apparire imparziale».
Essere imparziale può anche significare essere di parte, ma non fazioso?
«Quando l’arbitro scende in campo si pone un problema non solo per la sua imparzialità nel passato, ma anche per quella di tutti coloro che esercitano la medesima funzione. Come non collegare il circuito mediatico-giudiziario da tutti deplorato con l’inevitabile effetto notorietà che attribuisce ai suoi protagonisti? E se la notorietà diventa requisito per la candidabilità, come fugare nell’opinione pubblica il sospetto che tra l’iniziativa giudiziaria e la ricerca di notorietà non ci sia un nesso di causalità? Tutto questo è reso particolarmente delicato dal sistema politico bipolare in cui abbiamo vissuto negli ultimi venti anni il cui carattere di radicale contrapposizione rende ancor più evidente la natura di parzialità di una scelta di schieramento».
Nei fatti lei è contrario al magistrato che si impegna in politica. Ma questo non è un diritto costituzionale?
«Le mie sono ovviamente considerazioni di opportunità che non mettono in discussione la legittimità né delle singole scelte, né del rispetto del principio costituzionale dell’esercizio dell’elettorato passivo da parte di chiunque. Tuttavia, per il bene del sistema giudiziario, credo siano considerazioni che non possono essere liquidate in modo semplicistico, dicendo che il magistrato è un cittadino come tutti gli altri ,perché - quando si tratta di difendere le garanzie e le prerogative - tutti richiamiamo la peculiarità del suo ruolo».
Con la decisione di Ingroia di scendere in campo, lei invitò i partiti a non candidare i magistrati. E oggi?
«Dissi, consapevole della provocazione, che la soluzione più semplice sarebbe stata quella di trovare un accordo tra tutti i partiti per non candidare i magistrati. Più realisticamente, mi auguro che nella prossima legislatura si affronti finalmente in modo organico la questione, sia disciplinando in modo più rigido le incompatibilità, allontanando il più possibile nel tempo e nello spazio il candidato dal luogo di esercizio della sua funzione, sia prevedendo, come già ipotizzato nella proposta di legge Casson ed in altre, che il magistrato che “sale in politica” al termine della sua esperienza debba trovare collocazione in altra funzione per la pubblica amministrazione».
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29/12/2012 16:09
 
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www.corriere.it, sabato 29 dicembre 2012

La nuova lista il cui simbolo è la scritta «Rivoluzione civile. Ingroia» su sfondo arancione
Ingroia, scioglie le riserve e si candida: «Emergenza democratica»

L’ex pm al leader Pd: «Caro Bersani, dimentichi Pio La Torre ed Enrico Berlinguer». E su Grasso: «Scelto da Berlusconi»

«Non siamo in un Paese normale, non siamo in una situazione normale, siamo in un'emergenza democratica dovuta allo strapotere dei sistemi criminali, dovuta alle insufficienze e alle inadeguatezza della politica». Antonio Ingroia, scioglie le riserve e annuncia la sua candidatura alle elezioni politiche con una lista il cui simbolo è la scritta “Rivoluzione civile. Ingroia” su sfondo arancione. In una conferenza stampa l’ex pm di Palermo conferma la sua premiership: «È venuto il momento della responsabilità e non solo della responsabilità istituzionale, ma di quella politica». Quella che proponiamo, dice l’ex magistrato, è una «vera lista nuova, una vera lista civica. Le nostre liste sono ancora un cantiere aperto alle parti più nobili della società civile».
Nell’annunciare la candidatura e le liste ancora aperte, il pm in aspettativa ne ha per tutti. Attacca il candidato del Pd ed ex collega Pietro Grasso che «nel maggio 2012 voleva dare un premio al governo Berlusconi per essersi distinto nella lotta alla mafia». Divenne Procuratore nazionale antimafia, dice Ingroia, «scelto da Berlusconi in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli, “colpevole” di aver fatto processi sui rapporti tra mafia e politica». E attacca il segretario Pd, colpevole a suo avviso di aver dimenticato la tradizione di Pio La Torre ed Enrico Berlinguer. «Caro Bersani, così non va, chi ha alle spalle storie così importanti dovrebbe ricordarsi il valore della moralità. Da magistrato non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso», ha continuato Antonio Ingroia. «Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un Paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica. E allora, come ho detto, io ci sto. Alla società civile e alla buona politica dico grazie, perché hanno fatto un passo avanti».
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