praticante abilitata in crisi...urge consiglio

Ciao a tutti, mi serve un consiglio da chi vive l'esperienza di praticante come me e dunque, conosce bene "gli usi". Da circa 4 mesi svolgo pratica forense in uno studio civilista ben avviato. A differenza di quello che ho frequentato per circa un anno in cui andavo solo a scaldare la sedia, questo mi ha dato la possibilità, sin dall'inizio di presenziare in udienza, dunque senza saper nulla del diritto civile mi sono ritrovata a fare udienza, ,ma questo mi è servito molto...dopo i primi 2 mesi ho iniziato a precepire un compenso, che oggi si aggira intorno ai 300 € mensili, preciso che ogni giorno percorro 100 km per raggiungere lo studio.Mi sento una delle poche fortunate che ha un minimo di guadagno, ma il problema è un altro, ad oggi la mia attività è limitata alle udienze e ad adempimenti vari...il mio interesse è quello di imparare a scrivere gli atti, ma nello studio ci sono altri 3 Avvocati a parte il dominus che è sempre in giro per cause più importanti e quindi il tempo per seguire me non ce l'ha, quindi quando c'è da fare un atto lo delega direttamente agli altri avvocati.Ad oggi per solo mia iniziativa ho fatto un atto di citazione che ho presentato ad uno di questi avvocati che l'ha integrato con il suo, ma ciò non mi è stato di molto aiuto perchè non ho capito cosa avrei dovuto approfondire. Ad oggi mi chiedo se vale la pena tenersi i 300 € e cercare di risolvere il problema in altro modo, cioè farmi gli atti da sola e lasciarli lettera morta oppure cambiare aria trovandomi un altro avvocato che mi dia la possibilità di scrivere... voi al mio posto che fareste? grazie a chiunque mi risponda dandomi un consiglio...