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De Magistris con Ingroia lancia il movimento arancione: «Resto sindaco»

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2012 21:10
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13/12/2012 13:08
 
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Luigi De Magistris presenta il movimento arancione, e incassa l'appoggio del magistrato Antonio Ingroia, ma spiega che resterà a fare il sindaco di Napoli.

«Basta ai partiti personali dei Berlusconi, dei Di Pietro, dei Casini e dei Fini. Ci vogliono partiti fatti da persone da storie che sono nei territori - ha detto De Magistris - io continuerò a fare il sindaco fino alla fine del mandato, ma appoggerò chi sta organizzando una lista per il movimento Arancione. Auspico che si tratti di una lista orizzontale che non sia una verniciatura per il riciclaggio di vecchie cose».

Il sindaco attacca Di Pietro e Napolitano: «Mi schiero - ha detto De Magistris - con Ingroia e non con chi ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale per evitare che si faccia luce sulle trattative Stato-Mafia. Se non si farà chiarezza sulla stagione delle stragi dei primi anni Novanta l'Italia non potrà ripartire».

«Il paese ha bisogno di voi in una situazione molto difficile, alla fine di un ventennio berlusconiano che è stato devastante perchè ha determinato un'egemonia politica e culturale che ha lasciato solo macerie - le parole di Antonio Ingroia - Ci vuole una rivolta morale contro mafia e corruzione che ci hanno privati dei nostri diritti. Facciamo la nostra rivoluzione civile e io sarò nella partita».

(Il Mattino)





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13/12/2012 13:13
 
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Gli Arancioni all'Eliseo attacco a Napolitano

Boato della sala e applausi quando Sonia Alfano, eurodeputato di Italia dei valori, attacca il Capo dello Stato, durante la presentazione del movimento degli Arancioni
di CONCHITA SANNINO (La repubblica)


Tira fuori un mattoncino "Lego" (naturalmente) arancione. Il sindaco Luigi de Magistris lo mostra alle telecamere che si accalcano prima dei tg nel foyer del teatro Eliseo di Roma. La sala è gremita, qui nasce stasera ufficialmente il Movimento Arancione per la costruzione di una lista che correrà alle politiche. "Vedete? Questo mattoncino me lo ha regalato un ragazzo - dice de Magistris - ed ha un senso perché noi non vogliamo frantumare, vogliamo costruire. Noi siamo distanti dai partiti, ma non siamo contro i partiti". Bel passo per chi ha costruito la sua leadership a Napoli sul merito di avere "scassato". Ma de Magistris ora guarda al paese, si riferisce evidentemente alle sue macerie di coesione sociale, e alle polveri dell'antipolitica che, dice, non intende cavalcare. Né si candiderà, ripete: "Resto sindaco".

Poi arriva l'attacco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anche se de Magistris non lo cita mai per nome: "Io mi schiero con i magistrati di Palermo, con Di Matteo e Antonio Ingroia e non con chi ha fatto il ricorso per evitare che venga fatta luce sulla trattativa stato-mafia. I pm di palermo - aggiunge de Magistris- sono entrati nella stanza buia, una stanza che era molto buia. Quando hanno cominciato a fare luce, ad accendere qualche lampadina, chi doveva accendere l'interruttore e mettere le lampadine, chi doveva dire le apro io le stanze chiuse perché io rappresento le istituzionì, ha staccato l'interruttore".

Per questo, dice il sindaco di Napoli, "bisogna schierarsi. Altrimenti noi non sapremo mai la verità sulla stagione delle bombe. Perchè non è un paese normale, quello in cui i magistrati che applicano l'articolo 3 della Costituzione se ne devono andare in Guatemala. Dobbiamo liberare il paese dalle masso-mafie che occupano i palazzi del potere".

A chi gli chiede se andrà sì o no con la coalizione di centrosinistra non risponde, forse non sente, forse non è ancora il tempo. "Per ora stiamo lanciando il Movimento - sottolinea de Magistris - poi si vedrà la lista. Ma mi auguro ci siano tante donne e uomini rappresentative della capacità del paese di rialzarsi, di dimostrare che la politica se la fanno le persone pulite e con il talento può essere una grande opportunità".

In platea, oltre al vicesindaco Tommaso Sodano, agli assessori Sergio D'Angelo e Alberto Lucarelli, c'è il leader Idv Antonio Di Pietro e la sua eurodeputata Sonia Alfano, c'è il leader di Rifondazione Paolo Ferrero e l'ex ministro Diliberto, e poi il direttore di Rai Tre Loris Mazzetti, il regista e produttore Gaetano Di Vaio, altri volti di attivisti napoletani. Ma la "stella" del movimento è il magistrato Antonio Ingroia. Parla in collegamento dal Guatemala.

"Dobbiamo fare una rivoluzione civile - dice - fate, anzi, facciamo la nostra rivoluzione civile perchè io sarò della partita, lo sarò dall'Italia o dal Guatemala. Sarò sempre con voi, perchè negli ultimi anni la verità è stata cancellata dalla menzogna politica. In Italia - ha aggiunto Ingroia - siamo in una situazione difficile dopo un ventennio devastante, quello berlusconiano, che ha lasciato dei disastri, delle macerie: della credibilità politica, dei valori come la giustizia, l'uguaglianza, la verità perchè la menzogna è diventata verità". Di fronte a tutto questo, dice ancora Ingroia, "abbiamo bisogno di una scossa, una società civile che si metta in campo, serve un atto di responsabilità da parte della società civile che deve salvare questo paese, ormai sull'orlo del precipizio".

La platea letteralmente esplode di acclamazione quando la Alfano di Idv, dal palco - in uno dei tanti interventi che si susseguono con il gong che scatta implacabile dopo 5 minuti - attacca con parole dure la recente sentenza della Consulta per avere "approvato a scatola chiusa le istanze del Quirinale, perché non è possibile quello che abbiamo visto in questi giorni". Sottinteso: contro i magistrati palermitani che indagano sulla trattaviva Stato-Mafia. La Alfano rincara: "Mi auguro che tra poco sarà eletto un presidente della Repubblica degno di questo nome che sappia difendere i magistrati". Boato della sala. Applausi un po' meno scroscianti accolgono gli attacchi contro Berlusconi, Dell'Utri, Contrada.

qui il video: http://video.repubblica.it/edizione/napoli/de-magistris-arancioni-una-lista-orizzontale-distante-ma-non-contro-i-partiti/113560/111960





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Eppure una volta era l'idv ad accogliere i magistrati annoiati...
L'unico paese al mondo dove è possibile sguazzare da un potere all'altro nel tempo di un caffè [SM=x43804]
[Modificato da connormaclaud 13/12/2012 13:18]
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13/12/2012 13:53
 
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Vorrei capire ora la differenza con l'idv di qualche anno fa.
Spero sia passata la stagione dei giustizialisti.. se per far ripartire l'italia serve sapere della trattativa stato-mafia siamo a cavallo.

Questi non dovrebbero essere partiti, ma al massimo movimenti d'opinione.
Comunque credo che non ci sia un grande spazio politico per un'iniziativa del genere. Il fronte dei giustizialisti si sta spezzettando in tanti micro partiti come è avvenuto con l'estrema destra e l'estrema sinistra.
Sulle stesse basi poggiano anche l'idv e il m5s.. quindi lo concorrenza è piuttosto forte. Diciamo che si candidano a prendere il posto di Di pietro. Non so quanta forza politica potranno avere per arrivare a quel 5% (soprattutto se Vendola e Grillo non se lo sono già mangiato).
Potrei sbagliarmi ma per me prendono tra l'1 e il 2% dei voti (e devono essere pure contenti)
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13/12/2012 21:08
 
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Ed oggi, su Micromega, è apparso un articolo nelle vesti di "lettera aperta" a Pierluigi Bersani, a firma di Ingroia.

Caro Pierluigi Bersani,

leggo su tutti i giornali, da mesi ormai, la Sua probabile vittoria come premier candidato dal centrosinistra alle prossime, ormai imminenti, elezioni politiche, e non posso sinceramente che augurarglielo ed augurarmelo, specie a fronte del profilarsi all'orizzonte dell'ennesima candidatura di una vecchia e nefasta conoscenza degli italiani, Silvio Berlusconi, artefice del disastro economico-finanziario, politico-istituzionale e etico-morale in cui è precipitato il Paese in questi ultimi anni. Un sisma che ha divorato dall'interno l'economia, ma anche l'anima del Paese. Un Paese che rischia di restare per sempre senza anima e senza futuro, futuro che pertanto potrebbe essere fra qualche mese nelle Sue mani. Cosa che, da una parte, mi rasserena per i rischi che pesano sull'altro piatto della bilancia, ma che, dall'altra parte, non mi tranquillizzano del tutto.

E sa perché, pur avendo stima della Sua persona e pur essendo certo della Sua buona fede, non mi sento né tranquillo né tranquillizzato? Perché, al contrario, di molti italiani, ho esercitato in questi anni di rimozione, il vizio della memoria. Che non è solo un vizio, è anche un gusto. Il gusto della memoria, che ti consente di sentire la storia, di apprezzarla, di farne un'esperienza ed una ricchezza. Ebbene, esercitare il gusto della memoria mi consente di sentire anche il retrogusto amaro della delusione. La delusione delle tante occasioni mancate, le tante occasioni che altre coalizioni di governo di centrosinistra hanno perduto negli anni passati, appena giunte alla prova del fuoco. Quando si trattava di cambiare l'Italia, di imprimere una svolta ad un Paese, a volte stanco e sfiduciato, ma ugualmente pronto, generosamente, a credere nel cambiamento. Una fiducia nel cambiamento troppe volte frustrata anche dall'incapacità che, per ragioni che sarebbe inutile esaminare qui ed ora, il centrosinistra ha dimostrato in passato proprio su questo terreno cruciale, quello del suo dna quale forza di progresso.

Io sono un cittadino ed un magistrato. Non rappresento nessuno se non me stesso, ma ho la fortuna di portare con me, in Italia come in Guatemala, un bagaglio di valori, idee e principi, che ritengo di condividere con molti italiani, i tanti "partigiani della Costituzione" che per fortuna affollano ancora ogni angolo del nostro territorio nazionale. E che, sconsiderati o appassionati che siano, credono ancora nella possibilità di cambiare in meglio il nostro Paese.

E quindi mi rivolgo a Lei, con l'umiltà ma anche con l'autorità che mi deriva da questo duplice ruolo di cittadino "partigiano della Costituzione" e di magistrato che discende da una generazione di uomini di Stato che hanno dato un contributo, anche di sangue, alla lotta contro i poteri criminali, per la giustizia e l'eguaglianza di tutti gli italiani, e quindi alla crescita della democrazia. E' solo in virtù di questo che mi permetto di porLe anche alcune questioni ed interrogativi a cui spero vorrà rispondere, non a me, ma agli italiani indecisi ancora se votarLa come futuro premier.

Perché dico che l'Italia sta diventando un Paese senz'anima? Perché l'anima del Paese è la sua Costituzione, specie in un caso come il nostro, dove la carta dei principi fondamentali è densa di così tanti valori promotori di "diritti progressisti". E questa Carta dei Valori e dei Principi troppe volte è stata sfregiata, mortificata, umiliata. I cittadini sono più poveri di diritti, a partire dal principio dei principi, a fondamento di tutti gli altri in uno Stato democratico, il principio di eguaglianza, che necessita di essere ripristinato, formalmente e sostanzialmente. E per ripristinarlo occorrono alcuni provvedimenti urgenti, che dovrebbero essere i primi da approvare da una coalizione governativa che voglia davvero cambiare le cose. A cominciare dalle leggi ad personam, che a decine sono state approvate negli ultimi anni. Un'intollerabile legislazione di privilegio che ha creato praterie di impunità per i potenti, ma soprattutto ha mortificato il principio di eguaglianza dei cittadini.

Le chiedo, la maggioranza da Lei guidata vorrà abrogare, tutte, senza esclusione alcuna, le leggi ad personam fino ad oggi approvate? Ed ancora, per parlare ancora del diritto penale, materia che mi è più congeniale per la mia passata esperienza, nel diritto anglosassone c’è un reato molto grave, l'ostruzione della giustizia, ampiamente praticata, e con successo, nel nostro Paese. Perché non introdurla anche in Italia, con pene altrettanto severe, così ampliando la figura attualmente vigente, ma inadeguata, dell'intralcio alla giustizia?

E perché non punire, finalmente, il mercato dei voti fra candidati in campagna elettorale e mafie e lobby illegali di ogni tipo e genere? Cominciando col sanzionare seriamente lo scambio elettorale politico-mafioso, oggi solo apparentemente punito dall'attuale formulazione dell'art.416-ter del codice penale, che invece è garanzia di impunità? E perché ancora ignorare l'incriminazione dell'autoriciclaggio che consente ai colletti bianchi riciclatori di professione di farla franca?

Ho fatto solo degli esempi minimi, ma c'è da affrontare il tema più importante del nostro Paese dentro una crisi profonda, etica ed economica. Due aspetti niente affatto indipendenti. Un Paese senza un'etica e senz'anima, come ho detto prima, un Paese senza passione, non può uscire dalla crisi dove si trova. Una crisi che perciò rischia di divenire un coma irreversibile, che non può essere curato da un medico dalle ottime cognizioni tecniche ma che, privo di passione per la giustizia e l'eguaglianza, può essere disposto, come l'attuale Premier Monti, a salvare una parte dell'organismo lasciando andare in cancrena gli organi ritenuti "meno nobili", i deboli ed i senza diritto che in Italia oggi sono sempre più poveri e meno tutelati.

Bisogna cambiare pagina. E se si vuole la crescita dell'economia bisogna attaccare, alle radici e senza tregua, l'economia dell'illegalità, perché il "sistema Italia" è strangolato da mafie e corruzione, la vera palla al piede, la zavorra che impedisce alla nostra economia di crescere. Che respinge gli investitori esteri, che penalizza gli operatori economici puliti, che priva i lavoratori dei loro diritti. Solo se il prossimo Governo, caro Bersani, riuscirà davvero ad uscire dalla logica della convivenza col sistema politico-economico della illegalità, si potrà imprimere una spinta per la crescita.

Premiare l'economia della legalità e confiscare i patrimoni illeciti, tutti ed in fretta. I patrimoni della mafia e dei colletti bianchi suoi complici. E le ricchezze dei corrotti. Restituire il maltolto all'Italia della legalità. Non attraverso belle dichiarazioni di principio, ma attraverso provvedimenti concreti che ripristinino ciò che è stato distrutto negli anni della rottamazione berlusconiana del diritto penale e che costruiscano un diritto propulsivo dei diritti e della crescita economica nella legalità. Anche e non solo attraverso aggiornati strumenti operativi e legislativi dentro nuovi testi unici normativi, antiriciclaggio e antimafia.

Insomma, c'è molto da fare e si può fare. Si può cambiare l'Italia. Si possono creare le premesse per un autentico rinnovo della classe dirigente, recidendone i legami col sistema criminale integrato delle mafie e della corruzione che ha schiavizzato e sfruttato il Paese. Occorre una nuova Liberazione. La liberazione dalle cricche, dalle caste e dalle mafie. Lo potrà e lo vorrà fare davvero la compagine governativa che vuole guidare, caro Bersani, al contrario di quanto non si sia fatto in passato?

Antonio Ingroia

(13 dicembre 2012)






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Re:
giusperito, 13/12/2012 13:53:

Vorrei capire ora la differenza con l'idv di qualche anno fa.

... forse che l'Idv era nata da un solo magistrato... qui invece pare sia un'associazione di magistrati...









Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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