| | | | Post: 1.671 Post: 1.671 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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06/12/2012 18:12 | |
La questione in punto di diritto non mi convince del tutto. Il presidente non era accusato di niente e ad essere intercettato era Mancino e non lui, ci vuole una lettura estensiva delle sue prerogative per arrivare alla distruzione immediata, bisogna vedere il ragionamento con cui la corte ci arriva.
Naturalmente qui il dato è tutto politico. La procura di Palermo ha gestito queste intercettazioni come una clava politica, come fa da vent'anni del resto, Napolitano è andato alla guerra sapendo che la corte costituzionale gli avrebbe dato ragione a prescindere.
La conseguenza più immediata è il rischio di veder screditata un'inchiesta che per la prima volta prende la strada giusta e mette in luce alcuni veri protagonisti dei rapporti incestuosi tra Stato e Mafia che ci furono e non avevano niente a che fare con i Ros e le altre puttanate di Ciacimino sul quale Igroia e soci hanno perso un decennio.
Resta anche il fatto obiettivo che si crea un'ombra sul rapporto fiduciario tra cittadini e presidenza della repubblica per cui sarebbe opportuno politicamente, soprattutto in questi giorni dove gli italiani sono bastonati dall'Imu, che Napolitano, ottenuta ragione legale, diffondesse il testo di quelle intercettazioni per dissipare ogni dubbio sull'istituzione che rappresenta.
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