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Ipercoop, lo sciopero blocca il sottocosto; il gruppo pronto a lasciare la Campania

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2012 13:36
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05/12/2012 19:54
 
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AFRAGOLA - L’incontro di ieri con i dirigenti di Unicoop Tirreno non soddisfa i lavoratori per cui si profila la seconda serrata degli Ipercoop della Campania nello spazio di soli dieci giorni (la prima risale al 25 e il 26 novembre).

Dunque domani sarà sciopero negli Ipercoop della regione. E poi blocco dello straordinario: il 7 e l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata. Obiettivo principale della protesta è di far saltare il lancio dell’operazione sottocosto, prevista proprio per domani dalla cooperativa toscana.

Dopo il faccia a faccia con il responsabile relazioni esterne della coop di Vignale Riotorto, Raffaele Giannelli, tenuto nell’ipermercato di Afragola, i sindacati sono sempre più convinti che Unicoop voglia abbandonare Napoli e la Campania, lasciando nelle mani di un imprenditore casertano della logistica i cinque impianti della grande distribuzione coop dislocati ad Afragola, Quarto, Avellino, Napoli-Arenaccia e Santa Maria Capua Vetere: 662 addetti dell’Ipercoop campana e circa 300 dell’indotto collegato.

«Giannelli – spiega Ferdinando Verde, segretario regionale della Fisascat-Cisl – ci ha sostanzialmente detto che qui non si può continuare a perdere soldi e che per questo motivo stanno trattando con un privato. Il problema – aggiunge però Verde – è che non ci vogliono chiarire questa trattativa per cui la mancata trasparenza ci fa paura». «Ma ci hanno confessato – riferisce Peppe Metitiero, segretario regionale della Filcams-Cgil – che una quota di Ipercoop Campania, non si sa se il 49 o il 51 per cento, andrà al privato».

L’assemblea dei lavoratori scaturita nel pomeriggio di ieri a seguito delle notizie giunte dalla riunione con Unicoop è stata di quelle infuocate. Alcune delegate aziendali hanno premuto per lo sciopero a oltranza o, almeno, a partire da domani e fino a sabato compreso. «Una coop cede personale uomini e mezzi a un privato, tra l’altro arrestato per bancarotta: ma dove s’è visto mai? Così prima ci toglieranno tutti i diritti e poi ci licenzieranno, lentamente», la posizione espressa dai lavoratori. Alla riunione hanno partecipato anche gli addetti dell’impresa di pulizie. «Siamo un centinaio – hanno raccontato – saremo i primi a essere estromessi».

Intanto prosegue anche la vertenza ex Carrefour-Casoria. Stamane i cassintegrati dello storico Euromercato, chiuso da due anni, saranno ricevuti a palazzo Santa Lucia dall’assessore regionale al lavoro, Severino Nappi. L’altro giorno il segretario della commissione regionale attività produttive, Antonio Marciano (Pd), ha annunciato lo sblocco dei salari arretrati della cig e la prosecuzione della cassa fino al prossimo maggio.


di Pino Neri (Il Mattino)





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08/12/2012 13:36
 
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Coop, salta lo shopping dell'Immacolata.Seconda giornata di chiusura totale
Ieri secondo giorno consecutivo di serrata degli Ipercoop della Campania. Dunque, causa sciopero dei lavoratori degli ipermercati di Afragola, Quarto e Avellino, nessuna possibilità di fare la spesa tra gli scaffali degli impianti della grande distribuzione cooperativistica campana.

L’astensione sta vanificando il lancio del sottocosto, l’offerta dei prodotti a prezzo contenuto. E non è finita. Le agitazioni sono confermate per oggi, festa dell’Immacolata. Chiusura contemporanea possibile anche nel giorno in cui tradizionalmente scatta il varo dello shopping natalizio. I 662 addetti di Ipercoop Campania e i 300 dell’indotto collegato sono ormai sul piede di guerra. Sono convinti che la toscana Unicoop Tirreno stia per abbandonare la regione lasciando personale, mezzi e merci a un imprenditore del Casertano, ritenuto dai lavoratori «del tutto inaffidabile» a causa del fatto che l’anno scorso è stato arrestato della guardia di finanza per un’accusa di bancarotta fraudolenta.

«Vogliono chiudere l’accordo con questo soggetto entro dicembre» sostengono le maestranze, riunite in mattinata nelle gallerie commerciali, davanti alle saracinesche abbassate degli ipermercati. Ad Afragola e ad Avellino il secondo giorno di serrata non conosce intoppi. Qualche problema, invece, a Quarto, dove intorno alle nove una rissa coinvolge il marito di una stagionale, che premeva per entrare al lavoro, e alcune scioperanti, in presidio all’ingresso dell’ipermercato. La scena che ne è seguita è di quelle imbarazzanti. Una delle manifestanti viene colpita con un pugno dall’uomo, inviperito dall’astensione proclamata anche a Quarto.

A ogni modo nulla di così drammatico. La polizia interviene ripristinando l’ordine in poco tempo. La notizia nel frattempo fa il giro degli ipermercati. Giunge pure nei due supercoop di Napoli-Arenaccia e di Santa Maria Capua Vetere, rimasti aperti, nonostante l’adesione massiccia al blocco proclamato da Cgil, Cisl e Uil. «I due supercoop – spiegano le scioperanti dell’iper di Afragola, sede centrale di Ipercoop Campania – sono strutture molto più piccole rispetto agli ipermercati per cui Unicoop ha potuto tenerli aperti anche con pochi lavoratori disponibili».
C’è attesa per l’incontro con la coop toscana, organizzato dal prefetto di Napoli, Francesco Musolino, che si terrà proprio a palazzo di governo, martedì.

«Non vogliamo essere presi in giro – avverte Mario Dello Russo, della segreteria regionale Uiltucs-Uil – pretendiamo la massima chiarezza».
A mezzogiorno gli scioperanti, per la stragrande maggioranza sono donne, improvvisano un’assemblea all’aperto, nel parcheggio del centro commerciale di Afragola. Tra loro c’è chi scalpita, chi vorrebbe la massima durezza. «Inutile frenare la protesta – spiegano le lavoratrici più combattive - potrebbe risultare molto pericoloso per tutti noi».
Alla fine i sindacalisti decidono: blocco dello straordinario fino all’incontro con Unicoop e libertà di scelta ai lavoratori che oggi sono di turno.

«Non si entra nemmeno nel giorno dell’Immacolata, nemmeno domenica», giurano però le manifestanti. Oggi presidio degli addetti iscritti all’Usb, a piazza del Plebiscito. Ma la Unicoop replica a distanza: «Non c’è alternativa alla mancata trattativa e alla mancata firma di un accordo, in questa operazione abbiamo chiesto precise garanzie occupazionali e produttive, con possibilità di sviluppo non secondarie a partire dal breve e medio periodo».


di Pino Neri (Il Mattino)





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