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L'ONU non ne azzecca UNA

Ultimo Aggiornamento: 05/12/2012 20:05
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30/11/2012 08:20
 
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tratto da: www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/11/27/Anp-Londra-Parigi_7864...

In una giornata che sarà ricordata nei libri di storia, la Palestina diventa "Stato osservatore" dell'Onu. Esattamente 65 anni dopo il voto sulla spartizione della Terra Santa in due Stati (era il 29 novembre del 1947, e persino un giovedì), l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si rende protagonista di un'altra giornata memorabile, approvando con 138 voti su 193 una risoluzione che il presidente dell'Anp Abu Mazen ha voluto con forza. E che i vertici dell'Autorità nazionale palestinese considerano solo un primo passo verso la nascita di un vero e proprio Stato e verso il riconoscimento della Palestina come Paese membro a pieno titolo delle Nazioni Unite.

"La Palestina crede nella pace e il voto di oggi è l'ultima chance per salvare la soluzione dei due Stati", ha affermato il leader dell'Anp davanti all'Assemblea che lo ha accolto con un calorosissimo applauso. Assemblea a cui ha chiesto di dare alla Palestina "un certificato di nascita" come Stato. Per Abu Mazen si tratta di un'enorme vittoria diplomatica, che lo rafforza anche sul fronte interno e nei confronti di Hamas.

"Noi siamo qui mentre stiamo ancora seppellendo i martiri a Gaza", ha detto non rinunciando ad alcune battute polemiche nei confronti di Israele. Il sì alla Palestina da parte dell'Assemblea Onu, invece, consegna alla storia un mondo occidentale diviso: con gli Stati Uniti al fianco di Israele nel dire 'no' e i Paesi europei in ordine sparso, incapaci di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune. Posizione che aveva auspicato l'Italia, a cui fino all'ultimo ha lavorato la diplomazia del nostro Paese, che alla fine ha optato a favore della risoluzione insieme a Francia, Spagna e molti altri Stati della Ue. Provocando però la reazione dell'ambasciata israeliana a Roma che parla di "forte delusione".

"Abbiamo deciso di votare sì alla luce dell'approccio costruttivo del presidente Abu Mazen sulla ripresa senza condizione dei negoziati", ha spiegato l'ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro dal podio dell'Assemblea Generale. Altri Stati europei, come Germania e Regno Unito, si sono invece astenuti. Ma ai palestinesi - in festa con scene di vero tripudio per le strade di Ramallah - questo poco importa. Quello che conta oggi è lo storico riconoscimento, votato dalla gran parte della comunità internazionale. Questo nonostante il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, a poche ore dal voto sia tornato a ribadire con forza che la decisione dell'Assemblea delle Nazioni Unite "non avvicinerà la costituzione di uno Stato della Palestina. Anzi - ha sottolineato - l'allontanerà".

Ancora più dure le sue parole dopo che l'Assemblea Onu si è pronunciata, con l'intervento di Abu Mazen definito "ostile e velenoso" e dai toni che non si conciliano con la richiesta di pace. Sulla stessa linea gli Stati Uniti, con Hillary Clinton e la sua possibile erede al Dipartimento di Stato, l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice, che hanno definito il voto "controproducente" e che "pone nuovi ostacoli alla pace".

Per gli israeliani, come per Washington, un vero e proprio Stato palestinese che viva in pace e sicurezza accanto ad Israele può scaturire solo da un negoziato che porti a un definitivo e duraturo accordo di pace. Netanyahu, quindi, assicura come il voto all'Onu di fatto non cambi nulla: "Non sarà costituito uno Stato palestinese senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico, senza la proclamazione della fine del conflitto e senza misure di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti". Da domani però qualcosa cambia. E il neo 'Stato palestinese', per esempio, avrà accesso a molti trattati e organizzazioni internazionali che finora gli erano preclusi. A partire dalla Corte penale internazionale, davanti alla quale i palestinesi potrebbero decidere di portare Israele per denunciare la questione dei Territori Occupati.

Questo uno dei timori più grandi degli israeliani e di molti altri Paesi, anche se i vertici dell'Anp hanno assicurato che non compiranno tale passo automaticamente: dipenderà dalla politica che Israele deciderà di portare avanti sul fronte degli insediamenti. Intanto Abu Mazen guarda già alla prossima sfida, questa sì impossibile e simbolica: il sì alla Palestina Stato membro dell'Onu da parte del Consiglio di sicurezza. Una mossa già tentata dal presidente dell'Anp ma che si è inevitabilmente scontrata con il veto degli Stati Uniti. L'auspicio di tutti, però, è che dalla storica giornata al Palazzo di Vetro nasca una nuova spinta verso il dialogo. In questo senso il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon ha lanciato un chiaro appello a israeliani e palestinesi: "E' giunta l'ora di rianimare il processo di pace". Un processo di pace in stallo da troppo tempo.


.........................................

L'Assemblea generale dell'Onu ha dato il via libera alla risoluzione che riconosce la Palestina come Stato osservatore delle Nazioni Unite. A votare sì sono stati 138 Paesi su 193, Italia compresa. Nove i Paesi contrari, 41 gli astenuti. Gli Stati Uniti, come previsto, hanno votato no: «Sfortunatamente oggi è stata approvata una risoluzione controproducente» ai fini del raggiungimento dell'obiettivo di «due Stati per due popoli», ha commentato l'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice.

Per il segretario di Stato Usa Hillary Clinton il voto è «controproducente» e «pone nuovi ostacoli sul cammino della pace». Esplosione di gioia, invece, per le strade di Ramallah. La gente si è affollata nelle piazze, dove la votazione era stata seguita dai grandi schermi, sparando colpi in aria e iniziando a danzare. La folla aveva accompagnato i passi della votazione con grida di gioia.

Il voto è stato preceduto da un lungo e applauditissimo discorso del presidente palestinese Abu Mazen che ha chiesto il «certificato di nascita» dello Stato palestinese. Il voto dell'Assemblea, ha detto Abu Mazen, é una occasione «storica» per la comunità internazionale, «l'ultima per poter salvare la soluzione a due Stati». «Vogliamo raggiungere la pace e portare nuova vita al negoziato» con Israele, ha spiegato il presidente, ammonendo che «é arrivato il momento di dire basta all'occupazione e ai coloni».

Ma il discorso di Abu Mazen, secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu, è stato «ostile e velenoso». Durissimo all'Assemblea l'intervento di Israele. L'ambasciatore Ron Prosor ha definito la richiesta della Palestina «un passo indietro per la pace». «Con questa risoluzione - ha detto - l'Onu chiude gli occhi sugli accordi di pace e non conferirà alcuna dignità di Stato».

tratto da: www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-29/litalia-vota-palestina-152906.shtml?uuid=...




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30/11/2012 08:21
 
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Tanti «sì» - c'è chi azzarda a prevederne più di 130, fino a sfiorare quota 150 su 193 votanti - qualche «no» secco e diverse astensioni. È un mondo a macchia di leopardo quello che stasera si presenterà al Palazzo di Vetro, sede dell'Onu a New York, per votare il riconoscimento dello status di Stato non membro alla Palestina.

E se il semaforo verde alla richiesta dell'Anp di Abu Mazen è più che scontato (basta la maggioranza, la metà più uno dei consensi), il voto segna vecchi problemi e riflette nuovi scenari geopolitici: da una parte un'Europa ancora una volta incapace di parlare con una voce sola (tra un nord più o meno compatto per il sì e le vecchie potenze divise tra favorevoli e astenute), da un'altra il nuovo mondo - quello degli emergenti a cominciare dai Brics - compatto nel votare a favore, e infine il tradizionale asse Usa-Israele determinato in un secco «no».
Ecco lo scenario possibile.

Il fronte del «sì»
Un folto gruppo, cui si è aggiunta oggi anche l'Italia, che per quanto riguarda l'Europa vede schierati, tra gli altri, Francia, Spagna, Grecia, Norvegia, Danimarca, Svezia, Austria, Belgio, Svizzera e Portogallo.
Un sì, quello degli europei, che pone comunque - in molti casi - alcuni paletti ad Abu Mazen (come il no al ricorso alla Corte penale internazionale contro Israele). E se il mondo arabo e musulmano è compatto nel dare il benvenuto a una Palestina membro osservatore delle Nazioni Unite, il via libera arriverà anche dalla Russia e dalla Cina. Così come, più in generale, da tutto il fronte dei Brics (che oltre a Mosca e Pechino comprende India, Brasile e Sudafrica).

La Germania tra gli astenuti
Sul fronte europeo ci sarà certamente la Germania, come annunciato dal suo ministro degli esteri stamattina, così come sembra ormai scontata anche la Gran Bretagna (che inizialmente aveva ventilato un possibile via libera a patto però di alcune condizioni). E, ancora, l'Olanda, l'Ungheria, l'Estonia, la Lituania. Del resto del mondo, invece, dovrebbero astenersi l'Australia così come la Colombia.

Anche il Canada tra i contrari
Oltre allo scontato no di Israele e Stati Uniti ci sarà quello del Canada. Invece sul fronte europeo è previsto il voto contrario della Repubblica Ceca al riconoscimento della Palestina come Stato non membro dell'Onu.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-29/palestina-stati-uniti-contrari-1801...
30/11/2012 16:24
 
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Ieri hanno votato "No" la risoluzione che rende la Palestina Stato osservatore:

Israele, Stati Uniti, Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica Ceca e Micronesia.


Micronesia...mah! [SM=x43822]
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30/11/2012 18:05
 
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30/11/2012 18:09
 
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Re:
connormaclaud, 30/11/2012 18:05:

http://www.visit-fsm.org/




Una federazione di micro-Stati (alcuni sono dei veri atolli XD) che vota contro...E'assurdo! [SM=x43808]
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30/11/2012 20:53
 
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Re:
Niña de Luna, 30/11/2012 16:24:

Ieri hanno votato "No" la risoluzione che rende la Palestina Stato osservatore:

Israele, Stati Uniti, Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica Ceca e Micronesia.


Micronesia...mah! [SM=x43822]




In realtà sarebbe più opportuno dire:
Palestina...mah! Soprattutto perché non mi sembra che esista uno stato con quel nome! [SM=g2725335] [SM=x43822]


[Modificato da gcgcgc 30/11/2012 20:54]
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02/12/2012 18:54
 
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"Israele continuerà a costruire a Gerusalemme e in ogni luogo della mappa degli interessi strategici dello stato di Israele". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu nella consueta riunione domenicale del governo, secondo quanto riporta Ynet.

Netanyahu - sempre secondo Ynet - ha anche sottolineato che "la mossa unilaterale dell'Autorità palestinese all'Onu è un'impudente violazione degli accordi firmati. Uno stato palestinese non sarà stabilito senza un connesso accordo sulla sicurezza dei cittadini israeliani e prima che l'Autorità

Il governo israeliano all'unanimità ha respinto la risoluzione approvata dall'Onu che accredita la Palestina come stato-non membro dell'organizzazione. In una nota ufficiale, il governo - che si é riunito oggi a Gerusalemme - sostiene che "il popolo ebraico ha un naturale, storico e legale diritto nei confronti della sua terra natale e di Gerusalemme come sua capitale. La risoluzione non servirà come base per futuri negoziati né fornisce una via per una soluzione pacifica".

ABU MAZEN A RAMALLAH, ORA ABBIAMO UNO STATO - "Ora abbiamo uno stato". Lo ha detto il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmud Abbas) davanti ad una folla di palestinesi riunitisi a Ramallah per festeggiare il riconoscimento all'Onu della Palestina come stato osservatore non membro. "La riconciliazione nazionale è necessaria per raggiungere la liberazione dell'occupazione israeliana" lo ha detto il presidente Abu Mazen nel suo discorso alla folla davanti la Muqata. "Nei prossimi giorni - ha aggiunto - verranno fatti dei passi per la riunificazione di tutte le altre fazioni fazioni palestinesi".


www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/12/02/Mo-Netanyahu-Israele-va-avanti-costruzioni_7890...

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