Guarda, forse non si capisce: per quanto tu me lo ripeta non lo capisco! Forse semplicemte lo capisco, ma tu non mi concedi, intellettualmente, il dissenso! Il problema è che secondo me quello che viene dopo i dittatorelli è peggio di quello che avevamo prima. Ed è legato al fatto che la democrazia come metodo può portare al peggio del peggio. Qui siamo evidentemente in disaccordo per ragioni politiche. E quindi opinabili. Gli anni a venire si incaricheranno di smentire me o te. O forse entrambi.
Quanto alla seconda questione. Ribadisco: da Cartesio tutto inizia. E' normale che ci siano state evoluzioni differenti e addirittura opposte! Ma l'assunto fondamentale è che Cartesio "rompe" un modo di vedere le cose. Apre il vaso di Pandora da cui tutto deriva. La storia delle idee non prosegue in compartimenti stagni. Del resto, ti cito: "Il pensiero cartesiano non influì in alcun modo sull'illuminismo politico inglese che ha una base filosofica che si fonda sulla critica al costruttivismo cartesiano"... Insomma: il pensiero cartesiano da una parte non influirebbe sull'illuminismo inglese, ma dall'altra quest'ulitimo si "fonderebbe" sulla critica al costruttivismo cartesiano. Non mi interessano le differenze tra costruttivismo ed empirismo. A me interessa la "rivoluzione cartesiana" che segna la fine del tomismo. La rottura dell'unità, come poco prima la riforma protestante rompe l'unità religiosa della Cristinità.
Infine su Carlo I. Forse, permettimi, sottovaluti una lunga tradizione storiografica che attribuisce proprio alla decapitazione di Carlo I Stuart la rottura del tabu dell'intoccabilità dei sovrani di diritto divino.
Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.