(pollastro), 20/09/2012 19.00:
Dal professore Prisco, che mi prega di postare
Stiamo calmi. Se devo giudicare dalla mia esperienza, i compiti si leggono. Dopodiché, io su quelli da me letti usavo la matita rossa e blu, altri non lo fanno e così (mi rendo conto) legittimamo i sospetti (compiti restituiti in sede di accesso agli atti senza segni, né giudizi). Devo però dire che concordo sulla necessità di una riforma profonda della pratica e dell'esame di Stato, ma - finché l'università non sarà ANCHE (non solo) pratica, con prove di scrittura di atti, analisi di sentenze, ecc., finché le scuole delle professioni legali non saranno riformate e la pratica non sarà effettiva e severa - gli esami di Stato non possono farsi subito, come per i medici: il 75 % dei laureati in giurisprudenza che incontro sono veramente mediocri, un 20 % di questi anche maleducati e analfabeti (lo assicuro: lo vedo da molte e-mails che ricevo, dal fatto che i ragazzi vengono a volte, col caldo, all'università in bermuda e le ragazze con le camicette sbottonate e pressocché tutti poi provano a portarmi tesi copiate/incollate, senza nemmeno sapere distinguere fonti buone e fonti che non valgono nulla)
Caro Professore, ha detto proprio bene i compiti "si leggono", ma non "si correggono", purtroppo questa è l'amara e incontrastata realtà dettata dall'evidenza dei fatti e dei precedenti.
Ovviamente nessun dubbio sul fatto che vi sia qualcuno che si degni anche di correggerli con dedizione come fa Lei.
A questa disfunzione si aggiunge quella che è la vera e propria indecenza dei compiti inviati via i-phone da avvocati, cioè proprio da appartenenti a quella illustre categoria in cui noi (umili mortali, privi di mezzi illeciti), invece, dovremmo accedere solo dopo tanto faticare e sudare... Perché altrimenti non lo meritiamo...
Quindi, fin quando non diventa serio l'esame è inutile parlare di tutto il resto...
"There is nothing conceptually better than rock & roll" (John Lennon)
A poco servono le norme se non cambiano le culture