| | | | Post: 1.498 Post: 1.498 | Utente Veteran | | OFFLINE | |
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20/09/2012 21:43 | |
Dal professore Prisco, che mi prega di postare
Io ci insegnavo e da qualche anno non lo faccio più. Detto questo, sto meditando di mettermi in pensione con molto anticipo (otto anni), perché nemmeno l'università mi piace più (parlo sia dei miei colleghi, per metodi che ritengo spesso superatiche degli studenti, che per la massima parte fanno i furbi, sono ignoranti che tali vogliono restare, maleducati e scorretti; da entrambi i lati sono insomma fortemente deluso e convinto di avere sprecato la mia vita). Detto questo, la Scuola delle Professioni legali è formalmente necessaria a chi intenda sostenere il concorso in magistratura, a meno che non sia già avvocato o dottore di ricerca. Una cosa è certa: la vita professionale richiede DEDIZIONE ASSOLUTA e NESSUN RISPARMIO DI ENERGIA, qualunque cosa intendiate fare. Nulla di paragonabile al più duro esame che abbiate fatto all'università, anche perché nella vita nessuno vi chiederà quale libro avete "portato", se "si studia tutto o all'esame non fanno invece certe domande" (la vita le domande le fa tutte e anche cattive, credetemi!) e "quale tesi e da quale sito avete copiato", ma se sapete o no (in concorrenza con altri) risolvere ragionando un problema giuridico, o vincere - sempre ragionando - un concorso e poi fare bene un lavoro onesto. Non crediate che sia come all'università: non saranno dispense, moime e camicie sbottonate (per un certo tipo di ragazze) e raccomandazioni a spianarvi la strada. O meglio: la raccomandazione ci potrà anche essere all'inizio, ma - se non si è bravi per conto proprio - anche dopo un eventuale inizio facilitato la vedo brutta |
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