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Nasce «Alumni» Federico II

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2012 18:51
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08/05/2012 11:42
 
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Il club degli ex studenti
Dal Corriere

Davanti a due premi Nobel
nasce «Alumni» Federico II


Il club degli ex studenti. La tessera numero 1
già consegnata al presidente Napolitano




NAPOLI — Giorgio Napolitano era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli quando, nel dicembre 1947, si laureò una tesi in economia politica dedicata a un tema che ha poi polarizzato i suoi interessi nei decenni successivi: «Il mancato sviluppo industriale del Mezzogiorno dopo l'Unità e la legge speciale per Napoli del 1904».


LAUREATI MODELLO - Il Dopoguerra decisamente non era tempo di bamboccioni, infatti Napolitano aveva 22 anni ed era un laureato «modello». Dopo 65 anni, al presidente della Repubblica è stata già consegnata la tessera numero 1 della neonata associazione Alumni Federico II, che si propone di valorizzare il legame che esiste tra l'Università e gli ex allievi che vi hanno compiuto gli studi e tra questi e i nuovi allievi ancora in aula. E non solo, visto che intende costituire anche un network internazionale per potenziare ed estendere la rete di scambi e relazioni in Italia e all'estero. Coerentemente con questi buoni propositi, l'associazione sarà presentata stamane, lunedì alle 11.30 nella sala del consiglio di amministrazione, al corso Umberto con una cerimonia alla quale prenderanno parte il rettore Massimo Marrelli, Giuseppe Cirino, preside di Farmacia e segretario di Alumni, e due premi Nobel «vicini» all'ateneo napoletano: Louis J. Ignarro ed Eric Maskin. Quest'ultimo, insignito del premio nel 2006 e ospite abituale della scuola estiva di economia a Napoli, martedì (ore 10.30, Aula Magna Storica) terrà una «Nobel Laureate Lecture» sul tema: «Financial crises: why they occur and what can we do about them».


LEGAMI - Ma forse Ignarro è ancora più legato alla Federico II e a Napoli: nel 1998, lo scienziato americano seppe di avere vinto il Nobel subito dopo essere sbarcato a Capodichino proveniente da Nizza. A comunicarglielo fu il collega Cirino, che era lì ad accoglierlo in vista di un convegno. «Prima di dargli la notizia — racconta — lo feci sedere. Quando gli dissi che aveva vinto il Nobel, Ignarro cambiò colore come non ho mai visto fare a nessun altro. Gli portai un po' d'acqua. Fu un gran signore, non ripartì subito. Al contrario, tenne a Napoli la sua prima lezione dopo l'assegnazione del premio. Di solito, chi riceve il Nobel lo fa nel proprio ateneo. Forse fu perché lui tiene alle proprie origini campane. Il padre era di Torre del Greco, dove ha ancora parenti. L'anno successivo, Medicina gli assegnò la laurea honoris causa. Memore di tutto questo, gli ho chiesto di darmi una mano per formare il Comitato di Nobel per l'Alumni».


CHI HA ADERITO - Richiesta soddisfatta, evidentemente, visto che oltre a Maskin e Ignarro hanno già aderito George F. Smoot, insignito nel 2006 per la fisica, Roger D. Kornberg, Nobel per la chimica nello stesso anno, e Timothy Hunt, premiato nel 2001 per la medicina. Nobel a parte, il legame del capoluogo e della Campania con la Federico II è molto stretto, anche perché quasi tutti gli altri atenei sono nati da pochi decenni e alcune facoltà ci sono solo nella «Centrale». Per questo, di fatto, l'associazione Alumni è una sorta di club della classe dirigente. «Gli stessi rettori delle altre università si sono laureati da noi», dice Massimo Marrelli. «Proprio io, però, costituisco un'eccezione, perché sono di famiglia calabrese e ho studiato e mi sono laureato a Roma. Come rettore, tuttavia, sono socio fondatore di Alumni e ho già pagato la tessera». Le conferme del legame con la città sono tante. Un esempio? «Lo stilista Patrizio Cappelli, che è laureato in Farmacia, ci ha donato le cravatte con il logo di Alumni delle quali faremo omaggio ai Nobel», racconta Cirino.


L’ORGOGLIO - Del resto i motivi di orgoglio non mancano: «La Federico II è l'unica università in cui hanno studiato tre presidenti della Repubblica: prima di Napolitano, Enrico De Nicola e Giovanni Leone».Con il segretario Cirino, al vertice di Alumni ci sono il preside di Giurisprudenza Lucio De Giovanni in qualità di presidente e quello di Economia Achille Basile nel ruolo di tesoriere, come stabilito nella riunione di fondazione alla presenza di rettore, prorettore, dei tredici presidi e dei presidenti dei tre Poli. Tutte cariche in estinzione in virtù del nuovo Statuto che cancellerà le facoltà e riorganizzerà l'ateneo in 24 dipartimenti. Questo avverrà il primo gennaio 2013.


LA PRESENTAZIONE - In un futuro molto più prossimo, nel pomeriggio di mercoledì 9, dopo la presentazione, i soci di Alumni Federico II si incontreranno nel foyer del San Carlo. Aperitivo, qualche intervento, poi (alle 20) tutti in platea per lo spettacolo «Inni d'Europa». Ci saranno altri federiciani d'eccezione: il giurista Francesco Paolo Casavola, il governatore Stefano Caldoro, gli assessori-professori Edoardo Cosenza e Guido Trombetti, il sindaco Luigi de Magistris, il direttore generale del Banco di Napoli Giuseppe Castagna, parecchi magistrati. Per il socio numero 1, Giorgio Napolitano, è pronto un omaggio speciale: la stampa del suo certificato di laurea originale con i voti (tutti alti) d'esame. Il Capo dello Stato ha fatto sapere che, suo malgrado, in questi giorni non potrà venire. Ma non mancherà occasione.





Angelo Lomonaco













Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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08/05/2012 12:20
 
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Aria fritta...
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10/05/2012 06:56
 
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Re:
GiuristaCorsaro, 5/8/2012 12:20 PM:

Aria fritta...




Ridicoli.

Che vergogna.
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10/05/2012 18:51
 
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LAUREATI MODELLO - Il Dopoguerra decisamente non era tempo di bamboccioni, infatti Napolitano aveva 22 anni ed era un laureato «modello».

Il termine bamboccioni (coniato da quel "lungimirante" di Padoa Schioppa che si lamentava che i giovani non lasciavano la casa per rendersi autonomi, senza essersi accorto della crisi economica che sarebbe esplosa di lì a poco) sta incominciando a starmi decisamente sul caxxo.
Con tutto il rispetto per Napolitano, ma il paragone tra gli studenti universitari del 1947 e quelli del 2012 è improponibile, in quanto i programmi di studio di ogni singolo esame erano pari ad un quinto di quelli attuali. Se la mole attuale dei programmi fosse pari a quella di 65 anni fa, saremmo tutti o quasi laureati "modello" !
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