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Dell'Utri, annullata la sentenza di condanna

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2012 06:39
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09/03/2012 23:30
 
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Il procuratore Iacoviello ha parlato di «gravi lacune» giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione de
MILANO - Tre ore di camera di consiglio poi il verdetto: la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello di condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di secondo grado dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici. La prescrizione del reato, in ogni caso, non scatterà prima del 30 giugno 2014, dunque è presumibile che il processo possa arrivare a conclusione.

«SODDISFATTO» - Il senatore Dell'Utri è «molto soddisfatto» per la decisione della Cassazione. Il commento del senatore è reso noto dagli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico. «La decisione della Cassazione - aggiungono - dimostra che nei confronti di Dell'Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza». «Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena», è il commento di Dell'Utri ad uno dei suoi legali, l'avvocato Massimo Krogh.

L'ACCUSA - La conclusione era già apparsa probabile durante l'udienza. Perché anche il sostituto procuratore generale presso la Cassazione Francesco Iacoviello aveva chiesto l'annullamento con rinvio o in alternativa che che la vicenda fosse trattata dalle sezioni unite penali. Il procuratore Iacoviello ha parlato di «gravi lacune» giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione della condotta contestata a Dell'Utri, che a suo avviso deve essere chiarita. Il pg inoltre ha voluto dare atto alla V sezione della Cassazione di essere di «grandissimo e indiscusso profilo professionale». Rispondendo in modo esplicito alle critiche di quanti avevano indicato il presidente Aldo Grassi come un fedelissimo di Corrado Carnevale detto «ammazzasentenze».

IL RAGIONEVOLE DUBBIO - «Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio». Ha aggiunto Iacoviello nella sua requisitoria. E ancora a suo dire «l'accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza 'Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere». Per questo ha chiesto l'inammissibilità del ricorso della procura di Palermo che aveva chiesto addirittura un inasprimento della pena. «Il concorso esterno è ormai diventato un reato autonomo, un reato indefinito al quale, ormai, non ci crede più nessuno! - da detto inoltre Iacoviello rivolto ai giudici- Spetta a voi il compito di smentirmi».

L'ATTESA DI DELL'UTRI - Stando a quanto riferiscono fonti vicine al collegio di difesa Marcello Dell'Utri era a Milano ad attendere l'esito dell'udienza. Ma secondo il Fatto Quotidiano, che avrebbe tentato di contattare telefonicamente il senatore, Dell'Utri ieri si trovava in Spagna. Dopo aver composto il numero del suo cellulare - riferisce il giornale - si è sentito un messaggio in lingua spagnola: «Por favor marque de nuevo», l'equivalente spagnolo del nostro riprovi più tardi. Circostanze smentite dai suoi legali. «Oggi non lo abbiamo chiamato, ma di certo lo sentiremo stasera. A noi risulta che sia a Milano» ha detto l'avvocato Di Peri ribadendo che lo informerà telefonicamente sull'esito dell'udienza.

Redazione Online
9 marzo 2012 | 22:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA


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03/05/2012 11:29
 
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Dal blog di Cantone su Il Mattino.it:

LA CITTÀ DELLE REGOLE di Raffaele Cantone
Depositata la sentenza su l'on Dell'Utri; considerazioni "sparse"
pubblicato il 02-05-2012 alle 16:12


Avendo scritto un precedente post con qualche considerazione sulla decisione della Cassazione relativa all’On Dell’Utri, credo sia utile aggiungere alcune riflessioni ora che la motivazione della sentenza è stata pubblicata.
Lo faccio a qualche giorno di distanza dal deposito della motivazione (che è del 24 aprile) perché ho voluto leggere con attenzione, anche approfittando del ponte dell’1 maggio, le 146 pagine scritte dal relatore, a cui ovviamente sono interessato anche per gli aspetti tecnico-giuridici.
Fra i tanti spunti ne indicherò alcuni (non necessariamente collegati alla motivazione del provvedimento giudiziario) sia pure in ordine sparso:
1) non mi è parso che il profluvio di commenti sui media che c’era stato alla lettura del dispositivo si sia ripetuto con il deposito della motivazione; sarò forse stato io distratto o preso da altre cose ma mi sembra che per molti commentatori evidentemente fosse più interessante pronosticare quello che la Cassazione avrebbe detto piuttosto che analizzare quanto poi effettivamente si è scritto;
2) gli auspici sul concorso esterno ormai destinato ad una polverosa soffitta – poggiati su un passo estrapolato dalla ben più ampia e complessa requisitoria del sostituto procuratore generale - sono andati assolutamente delusi; nella lunga motivazione non vi è nemmeno un briciolo di critica all’istituto del concorso esterno che anzi esce rafforzato, sia pure mantenendo saldi i principi garantistici delineati dalla sentenza delle Sezioni Unite del 2005 relativa all’on Mannino;
3) nella sentenza nemmeno si intravedono critiche espresse o velate alle indagini condotte dalla Procura di Palermo; lo stesso capo di imputazione che era stato indicato da molti come una delle possibili ragioni dell’annullamento per la sua genericità viene, invece, ritenuto correttamente formulato;
4) nessuna assoluzione per l’imputato …. anzi; la Cassazione ha annullato la sentenza per un vizio di motivazione, invitando il giudice di Palermo ad integrarla e dando per assodati e riconosciuti anche alcuni fatti da cui evidentemente partire;
5) ritiene, in particolare che il vizio di motivazione riguardi il presunto apporto alla mafia nel periodo in cui l’imputato (fra il 1979 ed il 1982), lasciato il suo lavoro presso l’imprenditore Silvio Berlusconi, aveva collaborato con altro imprenditore pure siciliano, tal Rapisarda; la sentenza viene ritenuta per questo periodo carente perché non avrebbe spiegato come Dell’Utri avrebbe potuto garantire gli interessi della mafia presso l’imprenditore Berlusconi non avendo più con lui un rapporto di lavoro;
6) considera, però, del tutto condivisibile la sentenza della Corte di Appello di Palermo nella parte in cui aveva ricostruito il contributo dell’imputato a rafforzare Cosa Nostra per il periodo fino alla fine degli anni 70, consentendo ad essa di ottenere il pagamento di una somma di denaro mensile versatagli dall’imprenditore Berlusconi, come prezzo per la sua protezione contro il rischio di sequestri di persona;
7) la Corte Suprema ritiene anche provato sia un incontro avvenuto a Milano negli anni 70 – avente ad oggetto l’organizzazione della protezione per Berlusconi da parte di Cosa Nostra - a cui avrebbe partecipato l’imputato, Berlusconi ed alcuni importanti esponenti della mafia come Stefano Boutade (uno dei capi indiscussi della mafia poi ammazzato dai corleonesi di Riina e Provenzano) sia il ruolo svolto dallo stalliere assunto ad Arcore, l’ormai noto Mangano, quale soggetto garante del patto raggiunto con Cosa Nostra.
I fatti accertati si commentano da soli e non credo sia opportuno aggiungere altro; è invece giusto ricordare che adesso la Corte di Appello di Palermo è posta davanti ad un bivio; potrà ritenere che le carenze di motivazione siano colmabili, spiegando come l’imputato abbia continuato, anche dopo il 1979 e fino al 1992, con il suo contributo ad aiutare la mafia o ritenere non provata questa parte della contestazione, giungendo, quindi, ad un’affermazione di prescrizione per gli episodi accertati fino al 1979, in modo non dissimile da quanto accaduto con l’on Andreotti ed ad un’assoluzione parziale per i fatti successivi.
C’è da auspicare che nel prosieguo della vicenda, l’interesse all’esatta e completa informazione dell’opinione pubblica abbia assoluta prevalenza rispetto a logiche partigiane e soprattutto si fondi sulla lettura delle sentenze e non sull’auspicio di come le stesse si vorrebbero fossero scritte.
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03/05/2012 11:59
 
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non per fare il solito travaglista, ma io credo che una vicenda come questa avrebbe meritato non solo ampio spazio come ha avuto(ma sempre dalla parte di Dell'utri)ma soprattutto maggiore attenzione. Chi di diritto ne capisce dovrebbe dire in tv guardate che la Cassazione non assolve o condanna, ma giudica la conformità alla legge delle sentenze senza entrare nel merito dei fatti, e in questo caso non ha mica detto che Dell'Utri fosse innocente.
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04/05/2012 05:00
 
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Ho fatto molta fatica a leggere l'articolo di uno, per giunta un magistrato, che si scrive da solo la pagina di wikipedia. Faccio anche notare che tiene a precisare che le 140 pagine le ha lette durante il ponte...

Ad ogni modo lo ritengo quasi del tutto condivisibile. Resta incontrobertibile che ad oggi si tratterebbe di un processo inutile (sempre se alla legge penale attribuiamo il compito di perseguire i reati).

L'informazione mi pare ci sia stata e sia stata del tutto equilibrata.

Non mi pare che nessun giornalista abbia parlato di assoluzione (

Travaglio è davvero molto bravo e brillante. Spesso lo ascolto con youtube. Dice delle boiate tremende ma le dice molto bene (es. ha palesemente detto che il pg della cassazione è una specie di venduto partigiano...eh beh...se lo dice lui...).

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04/05/2012 05:02
 
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Re:
Giubo, 5/3/2012 11:59 AM:

non per fare il solito travaglista, ma io credo che una vicenda come questa avrebbe meritato non solo ampio spazio come ha avuto(ma sempre dalla parte di Dell'utri)ma soprattutto maggiore attenzione. Chi di diritto ne capisce dovrebbe dire in tv guardate che la Cassazione non assolve o condanna, ma giudica la conformità alla legge delle sentenze senza entrare nel merito dei fatti, e in questo caso non ha mica detto che Dell'Utri fosse innocente.




Scusami Giubo ma chi ha parlato di assoluzione? Non è che per caso è una delle giornaliste che hai intervistato? [SM=g2725401]

Ho visto le foto che posti su fb...statt accuort...quelle so' pericolose [SM=g2725403]
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04/05/2012 06:39
 
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sono loro che devo fare attenzione a me
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