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Amianto killer, c'è la sentenza 16 anni ai manager Eternit

Ultimo Aggiornamento: 13/02/2012 19:09
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13/02/2012 15:50
 
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processo eternit

Il tribunale di Torino ha condannato Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier a 16 anni di carcere nell'ambito del processo 'Eternit' per le vittime dell'amianto. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi i reati di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Il dispositivo fa pero' una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania.



LA CRONACA

ESPERTO,DANNI USO SCRITERIATO AMIANTO ANCORA PER DECENNI - Ovviamente "fa piacere" che la giustizia ci sia anche se "era meglio pensarci prima, fare prevenzione". Nicola Magnavita, docente di Medicina del Lavoro dell'Universita' Cattolica Sacro Cuore di Roma all'AGI commenta la sentenza del processo Eternit. "Gia' negli anni '60 - sottolinea Magnavita - si cominciava a mettere in dubbio l'utilita' dell'amianto e si incominciava a capire che la sostanza non fosse cosi' innocua...Pero' l'amianto continuava a circolare, a essere utilizzato e solo nel '92 si e' imposto il divieto di dispersione". I danni "dall'uso scriteriato" dell'amianto purtroppo proseguiranno "per decenni". Infatti i primi sintomi compaiono dopo 35-40 anni dal contatto. Inoltre, continua Magnavita, "non e' difficile trovare persone vicine a noi che hanno respirato nel corso della loro vita amianto. Non solo il mesotelioma e' legato a una esposizione alla sostanza. Anche altri tumori possono essere stati provocati o accentuati dall'amianto. Per esempio l'amianto moltiplica di 10 volte il rischio di tumore ai polmoni".

BALDUZZI, ORA IMPORTANTE NON ABBASSARE LA GUARDIA - "Per questa sentenza si puo' parlare di battaglia vinta, ma e' una battaglia che continua contro le patologie legate all'amianto". E' il commento del ministro della Salute Renato Balduzzi a Tgcom24 sulla sentenza per il processo Eternit. "Anche nelle battaglie piu' difficili, l'unita' di un territorio con le istituzioni riesce a consolidare la possibilita' di migliorare. Il percorso e' ancora lungo e questo e' un giorno importante". Sulla latenza delle malattie causate dalle polveri di amianto, il ministro spiega: "E' un rischio concreto, la latenza delle malattie e' un fenomeno conosciuto e non bisogna abbassare la guardia ma fare uno sforzo coordinato con le innovazioni che la ricerca scientifica puo' portare". Sul futuro della lotta all'Eternit aggiunge: "Il ministero della Salute e' in stretto contatto con il ministero dell'Ambiente, l'importante e' non abbassare la guardia e considerare che nella circostanza si tratta di patologie destinata a rimanere sottotraccia, ma che non significa che siano meno importanti, anzi". In conclusione un ringraziamento alle famiglie delle vittime: "Esprimo un grande grazie a coloro che hanno lottato e perso un famigliare, perche' la loro battaglia non e' stata monetizzabile ma ha guardato al bene di Casale Monferrato".

COTA, SENTENZA RENDE GIUSTIZIA A FAMIGLIE - "Sono soddisfatto per questa sentenza che rende giustizia alle famiglie delle vittime e a un intero territorio". Cosi' il presidente del Piemonte Roberto Cota sulla sentenza Eternit emessa dal tribunale di Torino. "Ora - aggiunge Cota - occorre lavorare per completare la bonifica delle aree e per la ricerca e la prevenzione. Il mio pensiero va a tutti coloro che per molto tempo hanno atteso questo momento".

WWF,VITTORIA NON CANCELLA DISASTRO AMBIENTE;ORA BONIFICA - "L'amara vittoria riportata oggi con questa storica sentenza di colpevolezza non puo' cancellare le migliaia di vittime che l'amianto ha fatto in Italia e nel mondo. La sentenza conferma la gravita' del disastro ambientale e sanitario che ha comportato un danno inenarrabile, non solo vicino allo stabilimento ma in un'area molto vasta che interessa 48 Comuni attorno a Casale Monferrato, e agli altri tre stabilimenti italiani, il tutto aggravato dal fatto che il numero dei morti non e' calcolabile visto che continuera' a salire anche a distanza di anni". Ha commentato Patrizia Fantilli, responsabile ufficio legale-legislativo WWF Italia, la storica sentenza di Torino. Il Wwf ha ricordato inoltre che l'amianto e' stato messo al bando in Italia solo dal 1992 e solo dal 1998 sono state individuate le prime aree da bonificare, oltre 20 anni dopo la sua massima diffusione sia negli insediamenti industriali sia civili. Questo lascia una "pesantissima eredita'" tanto che il picco di forme tumorali dovute all'amianto, la letteratura scientifica, lo prevede in Italia tra il 2015 e il 2020 . La speranza del Wwf e' quindi che "questa sentenza acceleri il processo di bonifica di tutto il materiale ancora non smaltito".

ETERNIT: BONELLI (VERDI), SENTENZA IMPORTANTISSIMA PER DIRITTO ALLA SALUTE IN ITALIA ALTRE TRAGEDIE DIMENTICATE COME POLO INDUSTRIALE E SIDERURGICO TARANTO - "La sentenza del Tribunale di Torino che ha condannato a 16 anni i titolari della Eternit è una sentenza importantissima per il diritto alla salute e deve far riflettere la politica sulla stringente necessità di avviare un processo di conversione ecologica di cicli industriali inquinanti e che sono causa di malattia e morte per tanti cittadini". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: "L'Amianto continua ad essere un'emergenza dimenticata nel nostro Paese che dovrebbe investire di più nella bonifica". "In Italia ci sono ancora 2,5 miliardi di metri quadri di coperture di Eternit pari a 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto e molte tonnellate di amianto friabile, per un totale di amianto puro di circa 8 milioni di metri cubi. La consistenza fibrosa dell'amianto è causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio quali asbestosi, mesotelioma pleurico e carcinoma, polmonari e bronchiali. Le previsioni sono di un aumento di tali malattie che oggi si assestano a 1.600 l'anno di cui circa 1.000 con esiti fatali". "In Italia esistono tante altre Eternit dimenticate dalla politica, realtà industriali dove i cittadini si ammalano e muoiono sacrificati in nome del ricatto lavoro contro salute - conclude Bonelli -. Pensiamo al polo industriale e siderurgico di Taranto dove viene prodotta il 95% della diossina italiana o al Polo di Priolo. La sentenza sull'Eternit deve essere un punto di partenza per la tutela della salute e di fortissimo contrasto all'inquinamento".

LEGALE PARTI CIVILI, SODDISFATTO DOPO 30 ANNI DI DENUNCE - "Sono soddisfatto: finalmente c'e' l'accertamento di una situazione che denunciamo da 30 anni, la responsabilita' di qualcuno. Si e' passati da voce a certezza giuridica": questo il primo commento dell'avvocato Sergio Bonetto, legale di circa 300 parti civili tra cui l'Afeva, associazione dei familiari di vittime dell'amianto. "Sono state riconosciute le responsabilita' in modo equilibrato - ha aggiunto Bonetto, fuori dall'aula, mentre dentro prosegue la lettura della sentenza - si tratta pressapoco della stessa pena riconosciuta nel processo Thyssen (16 anni e mezzo in quel caso). Giudico positivamente che i risarcimenti ai singoli non siano stati eccessivi: non si potra' dire, a fini speculativi, che c'e' stato un assalto alla diligenza".

VENDOLA, SENTENZA DI OGGI DIVIENE COSCIENZA CIVILE - "La sentenza del processo Eternit pronunciata oggi dal tribunale di Torino ha qualcosa di storico e decisivo, non solo perche' si e' trattato del piu' grande processo penale in Italia e nel mondo per le morti d'amianto, ma perche' rappresenta finalmente un punto fermo di una battaglia che iniziata sindacalmente e' divenuta coscienza civile". Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta'. "Una battaglia trentennale - ricorda - iniziata a Casale Monferrato e che da ora deve diventare fondamentale nelle scelte dei modelli di sviluppo produttivi che devono tenere conto della salute non solo dei lavoratori e dei loro familiari, ma dell'intera comunita' e dell'ambiente in cui questa e'Øinserita o a cui si rivolge. La tragica esperienza delle migliaia di vittime dell'amianto, che fossero lavoratori o meno, il dolore dei familiari, lancia un messaggio chiaro sulle scelte che responsabilmente occorrera' adottare quando vogliamo immaginare e programmare il futuro. Il risultato di oggi - conclude il presidente Sel - non deve far dimenticare tuttavia che, nonostante una legge che vieti uso e produzione di amianto, nel nostro Paese se ne stimino piu' di trenta tonnellate da bonificare e la sua messa al bando in tutto il mondo non e'Øancora un obiettivo raggiunto".

DI PIETRO, SENTENZA E' SPERANZA PER IL FUTURO - "La magistratura ha ristabilito la giustizia che fino ad oggi era stata negata. La condanna degli ex vertici dell'Eternit di Casal Monferrato non restituira' le vittime ai propri familiari, ma lancia una speranza per il futuro e segna un importante precedente per la giurisprudenza", afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Questo problema - prosegue - interessa tutta Italia, migliaia e migliaia di lavoratori e cittadini che ancora oggi corrono un gravissimo rischio. Ci auguriamo che questa sentenza dia una svolta anche dentro i palazzi con un nuovo impulso alle politiche della sicurezza sul lavoro. L'Italia dei Valori, che ha presentato numerosi provvedimenti legislativi in materia, continuera' ad impegnarsi per tutelare la salute dei lavoratori e per rendere attivo un Fondo per le vittime dell'amianto".

LETTURA SENTENZA IN CORSO, LACRIME MA SILENZIO IN AULA - C'e' chi e' scoppiato a piangere tra il pubblico del processo Eternit alla lettura della sentenza che ha condannato a 16 anni gli imputati. Ma il silenzio in aula e' stato rispettato, nonostante la commozione, anche perche' il giudice Casalbore e' particolarmente severo e non ha esitato in passato a cacciare dall'aula chi disturbava o rispondeva ai cellulari, esigendo anche che il pubblico si togliesse i cappelli. La lettura del dispositivo da parte del giudice e' tuttora in corso, trattandosi di un processo con migliaia di parti civili, per ognuna delle quali Casalbore sta leggendo i risarcimenti riconosciuti. Nel frattempo, qualcuno ha lasciato l'aula e in molti, cittadini, pubblico e giornalisti, sono nel corridoio davanti alla maxiaula 1.

BOCCUZZI, VERDETTO IN CONTINUITA' CON SENTENZA THYSSEN - "Un verdetto assolutamente importante, in continuita' con la sentenza Tissen". Cosi' Antonio Boccuzzi, unico superstite della tragedia della Thyssen e oggi parlamentare del Pd, che sta seguendo la lettura della sentenza Eternit commenta il verdetto eletto dal giudice Casalbore. "Colpisce questo elenco infinito di parte civile - aggiunge Boccuzzi - e il risarcimento per il Comune di Casale, e' un'ulteriore vittoria dei cittadini casalesi, che avevano convinto la loro amministrazione a rifiutare la proposta di risarcimento che era stata loro fatta".

CASSON, CONDANNA E' TUTELA PER CITTADINI - "C'e' ampia soddisfazione per l'esito del processo di primo grado, che conferma i reati contestati a tutela dei singoli lavoratori, cittadini e della collettivita'". Lo afferma Felice Casson, vicepresidente del gruppo Pd al Senato, commentando la sentenza in primo grado del processo Eternit. "Il primo pensiero va certamente alle vittime di Casale Monferrato - aggiunge - ma anche a tutte le vittime dell'amianto di ogni altra regione d'Italia che, salvo rari casi, non riescono ad ottenere giustizia in tribunale. Confidiamo che l'esito di questo processo imprima una svolta anche alla politica, che la settimana scorsa in Senato ha approvato all'unanimita' una risoluzione del Pd volta a far concretamente partire il Fondo vittime amianto, a imporre censimento e bonifica dei siti inquinati, ad eliminare le pastoie burocratiche degli enti previdenziali e assistenziali che tendono a negare quanto dovuto alle vere vittime dell'amianto".

CGIL, PROCESSO STORICO E SENTENZA ESEMPLARE - "Un processo storico e una sentenza esemplare". Cosi' il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, commenta la decisione del tribunale di Torino di condannare a 16 anni, nell'ambito del processo Eternit, Stephan Schmidheiny e Louis De Cartier De Marchienne, gli ultimi due proprietari dell'Eternit in Italia. Il dirigente sindacale ringrazia "la magistratura che con questa sentenza da' giustizia alle migliaia di morti per amianto. L'auspicio e' che questa stessa sentenza funga da monito a quanti continuano a ritenere che il nostro Paese puo' essere competitivo senza garantire la sicurezza ai lavoratori e ai cittadini". Per Scudiere "la sicurezza non puo' essere piu' considerata un costo per le imprese ma uno degli elementi fondamentali per renderle avanzate e competitive, altrimenti il rischio per l'Italia e' che possa rappresentare l'area europea del lavoro a basso costo e a massimo rischio". Oltre alla magistratura, infine, la Cgil ringrazia "la tenacia con cui i sindacalisti di Casale Monferrato, i nostri legali e l'associazione vittime amianto hanno negli anni tenuto accesa la richiesta di giustizia per garantire il massimo della sicurezza per il futuro dei loro figli e per il futuro del nostro paese", conclude.

BALDUZZI,SENTENZA STORICA; LOTTA CONTRO AMIANTO CONTINUA - "E' una sentenza che senza enfasi si puo' definire davvero storica, sia per gli aspetti sociali che per gli aspetti strettamente tecnico-giuridici". E' il commento del ministro della Salute Renato Balduzzi, dopo la sentenza del tribunale di Torino che condanna a 16 anni di reclusione i due dirigenti della Eternit. La sentenza, aggiunge Balduzzi, "sotto il profilo sociale corona una lunga battaglia che ha visto fianco a fianco la Repubblica, nel senso di tutti i livelli istituzionali da quelli locali a quelli nazionali, e il pluralismo sociale, in particolare le forze sindacali e l'associazionismo dei familiari delle vittime. E' stata una battaglia comune, e ad essa si deve l'aver tenuto desto il problema, anche quando sembrava finire sottotraccia. Ma la battaglia contro l'amianto - sottolinea il ministro - non si chiude con una sentenza, sia pure una sentenza esemplare, ma continua nell'attivita' amministrativa e nell'impegno delle istituzioni e dei cittadini, soprattutto nella consapevolezza da parte di ognuno che non si tratta di una battaglia locale, ma nazionale, anzi mondiale. La sentenza di Torino conferma che l'Italia sta facendo la sua parte".

25 MILIONI DI EURO PER COMUNE CASALE MONFERRATO - Il Tribunale di Torino ha anche disposto i risarcimenti e le provvisionali per le parti civili del processo "Eternit": 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, 30mila euro per ogni congiunto di ciascuna vittima e 35mila euro per ogni ammalato; un risarcimento di 4 milioni di euro per il comune di Cavagnolo e 15 milioni di euro di provvisionale per l'Inail. Il collegio ha stabilito, inoltre, un risarcimento di 100mila euro per ogni sindacato. La lettura del dispositivo e' ancora in corso.

SCHMIDHEINY E DE CARTIER CONDANNATI A 16 ANNI - Il tribunale di Torino ha condannato Stephan Schmidheiny e Jean Louis de Cartier a 16 anni di carcere nell'ambito del processo 'Eternit' per le vittime dell'amianto. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi i reati di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Il dispositivo fa pero' una distinzione tra gli stabilimenti italiani, dichiarandoli colpevoli per quanto riguarda Casale Monferrato e Cavagnolo (Torino), mentre il reato sarebbe estinto per prescrizione per gli stabilimenti di Rubiera, in Emilia Romagna, e Bagnoli, in Campania.In particolare, il tribunale ha dichiarato il non doversi procedere per il reato di disastro ambientale doloso per gli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli.

SINDACO CASALE "MI ASPETTO CONDANNA ESEMPLARE" - "Mi aspetto una condanna esemplare e mi auguro che ci sia la riconciliazione della citta'": e' quanto dichiara il sindaco di Casale Monferrato, Giorgio Demezzi, oggi al processo Eternit e protagonista nelle ultime settimane di una vicenda che ha molto scosso i casalesi. L'amministrazione comunale aveva manifestato l'intenzione di accettare il maxirisarcimento da 18 milioni di euro offerto dall'imputato Stephan Schmidheiny in cambio del ritiro della costituzione di parte civile del Comune, il piu' colpito dalla strage dell'amianto. Associazioni delle vittime e sindacati erano insorti e l'offerta e' stata rifiutata in seguito all'intervento del ministro Renato Balduzzi che ha garantito l'intervento dello Stato per le bonifiche necessarie a Casale. "Mi aspetto una condanna esemplare - ha detto Demezzi - che renda giustizia di tanti drammi e tanti dolori che ha sofferto la nostra citta' e che serva da esempio e monito affinche' tutto questo non debba piu' avvenire in altre parti del mondo. E che serva anche agli imputati, specie a quello svizzero, a cessare questo tipo di lavorazione in altre parti del mondo perche', prima o poi, il dramma che abbiamo vissuto noi accadra' anche altrove. L'amministrazione - ha aggiunto il primo cittadino, difendendo il suo operato - in maniera pragmatica, vedeva nell'offerta la possibilita' di avere risorse immediate per dare risposte immediate al problema delle bonifiche e della ricerca. Poi, c'e' stata una reazione di una parte della citta' che si e' espressa per il no. Questo ha fatto sorgere in noi un ragionevole dubbio. Quello che ci ha fatto riconsiderare tutto e' stato l'intervento del ministro, un fatto eccezionale, che ha proposto un'altra strada". Demezzi ha detto di essere in costante contatto con il ministro Balduzzi e di averlo sentito, con il vicepresidente della Regione Piemonte Ugo Cavallera, anche questa mattina. "Mi auguro - ha concluso - che avvenga la riconciliazione della citta' e, anche se qualcuno manifesta ancora dissenso nei nostri confronti, si renda conto che abbiamo agito correttamente".

PRESIDIO EX OPERAI THYSSEN E PARENTI VITTIME VIAREGGIO - Come gia' successo per il processo Thyssenkrupp, anche il processo Eternit ha unito le forze di molte delle associazioni, che chiedono giustizia per le stragi piu' o meno recenti avvenute in Italia. E cosi', questa mattina, davanti al Palazzo di Giustizia di Torino ci sono anche ex operai della Thyssenkrupp, quelli della strage ferroviaria di Viareggio e quelli della strage del Moby Prince tra quanti partecipano al presidio organizzato dall'associazione 'Voci della Memoria' di Casale Monferrato (Alessandria). Un tratto di via Borsellino e' stato chiuso al traffico ed e' stato allestito un gazebo in cui l'associazione 'Terra del Fuoco' e gli Studenti Indipendenti offrono te' e vin brule', mentre al microfono si alterneranno molte voci, in attesa della storica sentenza. Partecipano le delegazioni delle associazioni 'Legami d'acciaio' (ex operai Thyssenkrupp), 'Il Mondo che Vorrei' e 'Assemblea 29 giugno' (familiari vittime strage di Viareggio), l'associazione 140 (familiari vittime strage del Moby Prince) e altre ancora. 'Voci della Memoria' aveva invitato anche l'Afeva, l'associazione familiari vittime dell'amianto, che pero' hanno preferito ("comprensibilmente", commentano gli organizzatori del presidio) vivere la giornata all'interno del Palazzo di giustizia in attesa della sentenza. "Invitiamo tutti coloro che sono oggi a Torino - ha scritto Voci della Memoria sull'invito postato via Facebook - a passare a salutare e ringraziare chi ci e' stato da tempo vicino e non ci 'scopre' solo il giorno in cui si accendono le telecamere: la nostra battaglia e' stata affiancata e supportata da molte parti d'Italia, anche oggi saranno al nostro fianco fisicamente, ringraziarli e condividere con loro la giornata piu' significativa del nostro percorso e' per noi un onore".

CGIL, FIDUCIA NELLA GIUSTIZIA E NELLA MAGISTRATURA - "La nostra fiducia nella giustizia e nella magistratura ci fa ben sperare". E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, oggi al Tribunale di Torino, in rappresentanza della confederazione di corso d'Italia, dove stamani e' prevista la sentenza del maxi processo Eternit. "Prima ancora di conoscere la sentenza - osserva il dirigente sindacale - vogliamo ringraziare il prezioso lavoro svolto dalla magistratura e dal sindacato di Casale Monferrato e auspichiamo che la sentenza sia da monito per tutti coloro i quali continuano a pensare che la sicurezza sul lavoro e' solo un costo e non un investimento".

MORTI E MALATI, UN CONTO IN COSTANTE AGGIORNAMENTO - E' stata definita una "strage silenziosa" quella tuttora in corso a Casale Monferrato, nell'alessandrino, la citta' piu' colpita dalla dispersione delle fibre di amianto, benche' lo stabilimento Eternit abbia chiuso i battenti nel 1986. E dovra' essere aggiornato il conto delle circa 3mila parti civili che si sono costituite al processo in quanto ammalati o familiari di vittime dell'amianto. Asbestosi, mesotelioma pleurico, tumori polmonari, tutte patologie correlati con la sostanza, hanno continuato a colpire a Casale anche negli oltre 2 anni di processo. Particolarmente toccante per i casalesi e' stata la scomparsa, il 6 luglio del 2010, a processo in corso, di Luisa Minazzi, da sempre in prima fila nella lotta contro l'amianto, stroncata da un mesotelioma il 6 luglio 2010. Direttrice didattica, fu assessore all'ambiente ed esponente di comitati ambientalisti. Per ricordarla, il pubblico delle udienze del processo, che ha sempre portato al petto un adesivo giallo con la scritta "giustizia nel processo Eternit", ha anche indossato nell'udienza successiva alla scomparsa di Minazzi il lutto al braccio. Ma la strage silenziosa continua e, anzi, e' destinata a farsi sempre piu' drammatica: secondo gli esperti, alcuni dei quali testimoni nel processo di Torino, il picco di morti a Casale dovrebbe essere toccato nel 2020.

SENTENZA TRASMESSA IN DIRETTA SU INTERNET - La sentenza del processo Eternit di Torino per i morti e malati da amianto, attesa per oggi, sara' trasmessa in diretta streaming su Internet attraverso almeno tre canali web: il sito Internet della provincia di Torino (www.provincia.torinogov.it), il sito dell'associazione dei familiari e delle vittime dell'amianto (www.afeva.it) e, in inglese, al link http://asbestosinthedock.ning.com/"http://asbestosinthedock.nin g.com. Al palazzo di giustizia di Torino sono attese circa 160 delegazioni straniere delle parti lese da tutto il mondo. Pubblico e giornalisti sono dislocati in svariate aule: nell'aula 1, che conta 250 posti, sono presenti le parti in causa (procuratori e avvocati), i rappresentanti collettivi delle parti civili, giornalisti, fotoreporter e operatori televisivi. Le delegazioni straniere troveranno posto nell'aula 2 (250 posti), dove e' attivo anche un servizio di traduzione simultanea in francese e inglese. L'aula magna (700 posti) e' riservata ai familiari costituitisi parte civile e delegazioni da varie localita'. La Provincia di Torino ha messo a disposizione anche l'auditorium della sua sede di corso Inghilterra (non distante da Palazzo di Giustizia), da 316 posti, che ospitera' studenti di Casale Monferrato e di Bologna.

PREVISTA PER LE 13,15 LETTURA SENTENZA - E' prevista per le 13,15 la lettura della sentenza da parte del giudice Giuseppe Casalbore del processo Eternit. L'avvocato Cesare Zaccone, legale di Louis de Cartier, ha rinunciato alle ultime controrepliche previste; il giudice Casalbore ne ha preso atto e si e' ritirato in camera di consiglio.

PROCURATORE CASELLI IN AULA - In un'aula pienissima di giornalisti, di fotografi, videoperatori, sono entrati il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e i sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli, che hanno portato avanti l'accusa nel processo Eternit di Torino per le vittime dell'amianto, la cui sentenza e' attesa per oggi. Ad accompagnare l'accusa il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, che ha preso posto accanto ai pm. Non facili le operazioni di organizzazione a Palazzo di Giustizia di Torino, dove sono arrivate e stanno ancora arrivando decine di delegazioni non solo dal resto d'Italia ma anche da altre parti del mondo.

15 SINDACI MONFERRATO IN AULA CON FASCIA TRICOLORE - Quindici sindaci della zona del Monferrato, nell'Alessandrino, sono entrati nell'aula del Palazzo di giustizia di Toirno, dove verrà letta la sentenza del maxi processo Eternit, indossando la fascia tricolore. I primi cittadini hanno detto che aspetteranno in piedi la lettura del dispositivo, che potrebbe durare anche più di un paio d'ore.

GUARINIELLO, PROCESSO STORICO COMUNQUE VADA - "Comunque vada e' un processo storico": lo ha dichiarato il pm Raffaelle Guariniello, entrato nella maxiaula 1 in cui si terra' l'ultima udienza del processo Eternit, al termine della quale iniziera' la camera di consiglio. Sempre oggi e' prevista la sentenza. "E' il piu' grande processo nel mondo e nella storia in materia di sicurezza sul lavoro - ha detto Guariniello - e dimostra che un processo si puo' fare. Bisogna lavorare per dare giustizia, noi abbiamo avuto aiuto da quasi tutte le istituzioni".

IL PROCESSO - Un capo d'accusa con un elenco di 2.191 morti e 665 malati a causa delle patologie correlate con l'amianto (dato ora da aggiornare in negativo), circa 6.400 richieste di costituzione di parte civile, quasi interamente accolte: il processo Eternit di Torino per i morti e malati d'amianto e' la piu' grande causa in materia mai celebrata in Europa. La sentenza del giudice Giuseppe Casalbore e' attesa per oggi, dopo un breve intervento dell'accusa, al termine del quale iniziera' la camera di consiglio. L'accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e dai sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli, ha individuato nei due imputati gli "effettivi responsabili della societa' Eternit Spa": lo svizzero Stephan Schmidheiney, 64 anni, e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, 89 anni. Sono accusati di disastro ambientale doloso e di omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche nei luoghi di lavoro, in riferimento al periodo dal 1952 al 2008 negli stabilimenti italiani della Eternit a Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. Per loro, i pm hanno chiesto la condanna a 20 anni di carcere. Il processo aveva preso il via con l'udienza preliminare il 6 aprile del 2009, con uno sforzo organizzativo senza precedenti: dieci banchi di registrazione, tre maxiaule, circa 500 persone al lavoro per garantire lo svolgimento e la partecipazione al processo. Alle quasi tremila parti civili composte da familiari di vittime dell'amianto e ammalati a causa delle fibre-killer, si sono aggiunti sindacati, associazioni, enti locali. I due imputati erano stati rinviati a giudizio il 22 luglio 2009 e il processo e' iniziato il 10 dicembre 2009. "Non abbiamo contestato il dolo per la gravita' delle conseguenze - aveva detto in aula il pm Raffaele Guariniello iniziando la sua requisitoria - ne' per la commozione suscitata ne' per dare risposte alle domande di giustizia della gente: la contestazione del dolo e' frutto di un'analisi meditata. Sono state le indagini a imporci di contestarlo e anche le risultanze emerse da questo dibattimento". Guariniello ha parlato di "un disastro che ancora oggi continua a verificarsi, giorno dopo giorno, sotto i nostri occhi, per scelta consapevole dei responsabili. Non siamo in presenza - ha aggiunto il magistrato - di eventi sporadici o di carenze episodiche, ma di carenze strutturali, addebitabili a scelte di una precisa politica aziendale". Guariniello ha sottolineato che all'inizio dell'inchiesta, nell'immediatezza dei fatti, si contestavano reati colposi e che, proprio per le scelte di politica aziendale, di carattere strategico, che avrebbero indirizzato il comportamento degli imputati, "nessuna capacita' di intervento puo' attribuirsi ai dirigenti italiani degli stabilimenti".

TRIBUNALE SOTTO ASSEDIO - Una lunga coda si è formata all'ingresso del Tribunale di Torino dove stamani è prevista la lettura della sentenza del maxi processo Eternit. Gli accessi alla maxi-aula in cui si terrà la lettura del dispositivo sono stati aperti alle 8.30. Fuori dal Palazzo di Giustizia un gruppo di parenti delle vittime ha esposto pannelli che ritraggono Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo, dietro le sbarre di una prigione.

LE ACCUSE - Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, è imputato insieme al barone belga Louis de Cartier, 90 anni, di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Per i due, che sono stati alti dirigenti della multinazionale svizzera Eternit, l'accusa ha chiesto una condanna a 20 anni di reclusione. Il processo è durato oltre due anni e si è articolato in 65 udienze. Ai dirigenti vengono contestate le morti di 2.100 persone e le malattie che hanno colpito altre 800 persone nelle zone degli stabilimenti di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli). Le parti civili che si sono costituite in giudizi sono oltre seimila.

GUARINIELLO: "AVEVANO PAURA" - Il pm torinese Raffaele Guariniello ha detto a La Stampa: "Schmidheiny aveva incaricato una società milanese di pubbliche relazioni di monitorare attentamente la mia attività professionale, come abbiamo scoperto dal sequestro dei documenti. Temeva quest'indagine prima ancora che io cominciassi a pensarci".
[Modificato da @Suerte@ 13/02/2012 15:51]
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Utente Gold
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13/02/2012 19:09
 
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un altro segnale positivo dopo la sentenza Thyssen.
Credo però che sarebbe il caso che fosse il legislatore anzitutto a fissare questi paletti per certi imprenditori senza scrupoli...non abbiamo la stessa concezione americana di queste cose.
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